“Dal frutto al mito” il bergamotto arriva in libreria


Edito dalla casa editrice Citta del Sole edizioni è oggi in libreria il volume Renè Bazin, Dal frutto al mito-Il bergamotto di Reggio Calabria anno 2016, 72 pagine, 10 euro

La traduzione dal francese è a cura di Anne Cristine Faitrop Porta.

La studiosa ed esperta della poetica alvariana, con al suo attivo molti libri e pubblicazioni sul grande scrittore calabrese, giunta a Reggio per ritirare il premio alla carriera consegnatole sabato scorso dall ass. Anassilaos del presidente Stefano Iorfida, ha annunciato, ringraziando per il premio ricevuto, la nuova collana da lei diretta per Citta del Sole edizioni, e dedicata ai viaggiatori francesi in Calabria dalla fine del 700 ai primi del 900, collana appunto inaugurata dal libro “Dal frutto al Mito, Renè Bazin in Calabria.

Come scrive la curatrice nella sua introduzione “Ecco un viaggiatore francese che non si è fermato ad Eboli! René Bazin (1853-1932) compie una decina di viaggi in Italia dal 1877 al 1927 e la sua prospettiva nei libri, articoli, racconti, prefazioni e capitoli di romanzi, è di singolare penetrazione e di potente originalità.

I due taccuini dei viaggi del 1890 e del 1892 fanno parte dell’Archivio René Bazin, conservato alle Archives di Angers, città dove nacque e visse lo scrittore, capitale della dinastia che ebbe storici legami con Napoli, con la Calabria e con la Sicilia. Vi si trovano vivaci schizzi, per la Calabria, della zampogna che suona per la festa della Madonna a Reggio, del bergamotto, delle molteplici fasi della sua lavorazione. Si narra di una tenuta di bergamotti situata, nel diario, a Pellaro, distante una decina di chilometri da Reggio.

Di formaggi di bufala denominati con il nome «musarelle» per mozzarelle oppure, nella descrizione delle feste mariane a Reggio, di certi semi tostati che ricevono, nel taccuino del 1890, un nome desunto dal Pitrè, «siminzara» o il popolare «simenza»”.

Un libro delizioso, da leggere tutto d’un fiato, dove il bergamotto è protagonista assoluto, frutto miracoloso che nasce solo da questa terra e tra questi monti tutelari, ad esprimere nei diversi sensi l’essenza di questo popolo. Nell’aria profumata da quell’incenso, la festa accomuna montanari e cittadini, sessi, generazioni e ceti, nei riti perenni del ballo e della musica che celebrano una profonda sacralità. Per ricreare l’unione tra l’uomo, la terra e il cielo, René Bazin scelse proprio la Calabria.

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