Doppio Sogno - 'Reign over me', la libertà del dolore

*’Doppio Sogno’ è la rubrica cinematografica di Citynow. Le ultime novità in sala ma anche film recenti e del passato. Racconti, recensioni, storie e riflessioni sulla Settima Arte

New York, oggi. Un dentista (Don Cheadle) eternamente indeciso se affidare i suoi problemi ad una giovane psichiatra (Liv Tyler)  incontra casualmente per strada un amico del college (Adam Sandler) che non vedeva e sentiva da anni. L’amico nel tristemente noto 11 settembre ha subito una immane tragedia (la perdita di moglie e 3 figlie) e da quel giorno ha visto il proprio mondo sgretolarsi e ricomporsi sotto mentite spoglie.

L’universo che gli gira attorno è fatto di vinili anni 70\80 e videogiochi, una nuova personalità prova a lottare con le ovvie quanto devastanti conseguenze psicologiche. Il vecchio amico cercherà quindi di riportarlo alla realtà…

Reign over me ha il merito di farci vedere e toccare da vicino il tremendo dolore che ha potuto colpire chi ha avuto a che fare con il 9\11 , ma il regista è bravo a farlo senza false convenzioni o appigliandosi al facile melodrammone.

Binder distribuisce sapientemente i vari momenti ironici  che alleggeriscono il film e ne danno una luce diversa, non commiserante, aiutandosi con  continui sbalzi di umore basati su un racconto diversificato.

Ovviamente non possono né devono mancare i passaggi drammatici, in 2 toccanti scene l’estensione emotiva raggiunta dalla coppia Cheadle\Sandler è davvero impressionante.

La tragedia delle Twin Towers non viene sfruttata in maniera meschina ma solo messa al servizio di una storia dove al centro di tutto abbiamo i 2 protagonisti e i loro problemi di dialogo e comunicazione. Grande il contributo di tutto il cast, con 3 attori che emergono nella bravura generale: Don Cheadle  si dimostra attore di livello assoluto, Adam Sandler dopo l’Ubriaco D’amore di P.T. Anderson conferma di non essere solo un semplice attore comico.

Alle prese un ruolo complicatissimo, il più ingarbugliato di tutti, con una variegata gamma di espressioni legate al tipo di personaggio da interpretare Sandler conferma di essere attore più che capace, quando slegato dalle orrende commedie girate solo per motivi economici.

Infine da sottolineare il cameo fulmineo e luciferino di Donald Sutherland, veterano al quale bastano pochi minuti per impressionare la pellicola del proprio talento, come solo ai grandi attori riesce.

Non mancano alcune lacune nel film, come quella di voler ‘sovraraccontare’: la troppa carne al fuoco corre il rischio di soffocare il respiro del film che alleggerito di alcuni inutili orpelli avrebbe reso di più.

Il finale“happy ending”  sporca a malapena il respiro onesto e diretto di Reign over me. New York viene vista per la prima volta attraverso il possibile mezzo del futuro (il Segway), mezzo che accompagna il dolore, collante dell’intero percorso. Un dolore che dobbiamo imparare a conoscere, a domare e (senza farci sopraffare) a liberare.