Scontro totale Pd-Falcomatà, ma il sindaco minimizza: ‘Rottura? Mi viene da ridere’

Falcomatà invoca 'l'arte della mediazione', ma forse è troppo tardi. "La mia famiglia per questa città ha dato letteralmente la vita e sempre con questo partito"; le parole del sindaco

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Falcomatà prova a giocare a carte coperte una delle sue partite più delicate da sindaco, certamente l’ultima prima di lasciare Palazzo San Giorgio. La bordata del Partito Democratico, a braccetto con Rinascita Comune, è totale e non sembra lasciare spazio a nessuna sorta di ambiguità: o Falcomatà ridiscuterà la Giunta con la maggioranza, o sarà mozione di sfiducia e, di conseguenza, titoli di coda per l’amministrazione comunale.

Al termine del consiglio comunale però, che ha visto diversi punti all’ordine del giorno non approvati proprio per l’assenza in aula dei due gruppi di maggioranza, Falcomatà ha provato a gettare acqua sul fuoco, in attesa di capire se si potranno ricomporre – a microfoni spenti – i cocci con la parte di maggioranza completamente ostile.

“Non è che esiste un PD di Reggio, un PD di Cosenza, un PD di Roma e un PD di Bologna, così come non esistono rappresentanti del PD che siano belli e rappresentanti del PD che siano brutti. Io l’ho detto chiaramente, io sono geneticamente del Partito Democratico, la genesi non è qualcosa che è negoziabile, non è una cosa che può essere oggetto di discussione”.

Falcomatà è tornato sul tema dell’appartenenza al partito, anche per tradizione familiare.

“La mia famiglia per questa città ha dato letteralmente la vita e non l’ha fatto in maniera autonoma, non l’ha fatto dentro partiti di centrodestra, non l’ha fatto seguendo purtroppo quello che a volte in politica avviene, cioè il cosiddetto trasformismo, l’ha fatto sempre e per sempre dalla stessa parte, l’ha fatto sempre all’interno della comunità democratica perché è una comunità valoriale, una comunità nella quale noi ci siamo sempre rivisti e io credo che questo sia il più alto significato della parola politica”.

Il sindaco minimizza e non vuol sentire parlare di ‘rotture’, anche se il documento presentato pochi minuti prima in Aula Battaglia dal capogruppo dem Giuseppe Marino era una cannonata, dopo il già comunicato durissimo della scorsa settimana del Pd.

“Sorrido quando si parla di rotture. Il Partito Democratico è la mia comunità, è la comunità nella quale mi rivedo e nella quale sono nato, è la comunità nella quale mio padre e la mia famiglia hanno combattuto tutte le battaglie in difesa della nostra città e hanno contribuito anche a onorare il nome della nostra città fuori dai confini cittadini, fuori dai confini regionali e io credo che tutte queste cose non siano né negoziabili né tantomeno possano essere oggetto di discussione”, le parole di Falcomatà.

L’arte della mediazione: un segnale di pace?

Falcomatà è tornato sull’arte della mediazione che è il primo comandamento della politica, un messaggio agli ‘ostili’?

“Da sindaco ho provato a mediare rispetto a quelli che potevano essere punti di vista, gli antipodi tra di loro, nella piena consapevolezza che la politica è in qualche modo l’arte della mediazione, provare proprio in virtù di quell’amore per la città, trovare dei punti d’incontro, non sempre ovviamente ci siamo riusciti, però credo che il nostro ruolo debba essere, come dire, sempre svolto nella piena consapevolezza che i cittadini fuori da queste mura si aspettano qualcosa da noi, si aspettano, come dice la Costituzione, che svolgiamo il nostro ruolo con onore e in piena consapevolezza delle responsabilità che abbiamo”, ha concluso il sindaco.