"Il Bambino con il pigiama a righe", quando la storia non può nulla sui sentimenti

di Eva Curatola - Un viaggio. Un vaggio nella stor

di Eva CuratolaUn viaggio. Un vaggio nella storia. Un viaggio con un bambino di nove anni di nome Bruno. Un viaggio non adatto ai bambini di nove anni. Un viaggio che vi porterà in un luogo circondato da un recinto. Di luoghi così al mondo non ve ne sono molti e la speranza è che non ve ne siano più in futuro.

Bruno Hess è “solo” un bambino di 9 anni, che a causa del lavoro del padre è costretto a trasferirsi da Berlino ad “Auscit” (come lui lo chiama). Qui la vita è completamente diversa da quella di Berlino, non ci sono più vecchi amici e non ci sono altri bambini per giocare, l’unica cosa che resta da fare è coltivare la sua grande passione: esplorare.

Un giorno, infatti, il bambino decide di raggiungere la grande rete che scorge dalla sua finestra. Commovente è il dialogo con Gretel, la sorella, durante il quale Bruno affermerà di aver visto dei bambini oltre la grande recinzione, e non solo bambini e ragazzi, ma anche adulti e anziani, uomini e donne, con delle strane case coi camini.
Dall’altro lato di questa immensa rete Bruno troverà un altro bambino: Shmuel. I due nel corso dell’anno successivo diventeranno molto amici, anche se in gran segreto.
“Noi non dovremmo essere amici, dovremmo essere nemici!”

Ma Bruno non è l’unico in famiglia ad avere dei segreti, nonostante il padre infatti sia il suo idolo ci sono molte cose che la famiglia non sa di lui. Louiss Hess è un ufficiale tedesco promosso dal suo capo per aver costruito rapidamente il campo di concentramento di Auschwitz. L’uomo manterrà il segreto degli ebrei morti e della guerra mondiale sia con la moglie, che figli e non si farà scrupoli a minacciare la madre che si oppone fermamente al suo lavoro.

– Bruno: Perchè portate un pigiama?
– Shmuel: Perchè i soldati ci hanno preso i vestiti.

Da qui, prende vita il titolo del romanzo: “Il Bambino con il pigiama a righe“. Lo scrittore irlandese John Boyne narrerà la storia sempre dal punto di vista di Bruno, ci darà quindi la possibiltà di vivere la storia che tutti purtroppo conosciamo, non più dal punto di vista di dittatori, ufficiali, adulti in generale, ma con lo sguardo innocente di un bambino, che neanche immagina cosa sia l’odio per gli ebrei; testimonianza ne sarà la sua forte amicizia con Shmuel. Il racconto è minuzioso, curato fin nei più piccoli dei dettagli e soprattutto ancor più straziante di qualsiasi libro di storia; tutti siamo a conoscenza di ciò che accadde all’interno dei campi di concentramento, ma chi ha mai pensato a come tutto questo potesse apparire agli occhi di un bambino?

Il tedesco e l’ebreo, infrangeranno tutte le barriere che il mondo ha costruito affinchè mai potessero stare dalla stessa parte. Dimostreranno agli adulti che l’amicizia vale molto più delle opinioni altrui e che le cose che ci dividono gli uni dagli altri, sono forse anche quelle che possono avvicinarci.
Bruno infatti per tener fede alla sua amicizia con Shmuel farà di tutto, anche attraversare la recinzione, indossare il pigiama a righe che lo renderà uguale ad ogni altro bambino del campo e accompagnerà Shmuel alla ricerca del padre.
Quello che Bruno non sa è che la loro amicizia, sarà davvero per sempre.

“- Durerà molto la marcia?
– Non lo so. Non ho mai più visto le persone che sono andate a marciare.”

Il Bambino con il pigiama a righe” è un viaggio che tutti dovremmo fare almeno una volta, amanti di lettura e non, soprattutto nei giorni che precedono il Giorno della Memoria; per non dimenticare la storia che ha quasi distrutto il Mondo e affinchè le generazioni future non commettano gli errori del passato.

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