Il musicista reggino Peppe Costa in arte Yosonu ai microfoni di CityNow
04 Dicembre 2015 - 13:26 | di Federica Geria

di Federica Geria – La 38esima puntata di CityNow andata in onda su RTV, programma che tende a promuovere i migliore eventi in città e valorizzare le realtà positive del territorio, si avvolge di ritmi, suoni, musica e parole, ospitando il musicista Peppe Costa.
Peppe Costa, eccellenza reggina nel campo musicale, ci spiega Yosonu, il suo progetto solista “drumz” e ci svela alcuni inediti del suo primo lavoro in studio GiùBOX, interamente registrato “home made” e successivamente sbarcato al Nunu Lab per mix e mastering assieme a Carmelo Scarfò.
Ecco l’intervista di CityNow:
Nasci come batterista, suonando in diverse formazioni però a un certo punto, nel tuo percorso musicale, fai una scelta radicale, quella di intraprendere un progetto da solista, Yosonu. Raccontaci la tua storia:
“Per me era ormai necessario, sentivo questa esigenza già da anni, non stare più solo al servizio delle band con le quali suonavo e suono tuttora, ma volevo esprimere qualcosa che fosse mio e diverso da ciò che fino ad allora avevo fatto. L’idea è stata quella di approcciarmi al mondo della musica fatta con gli oggetti, ed è nato così Yosonu”.
Quello che fai quindi è comporre musica senza strumenti, come è possibile?
“E’ quasi un secolo che la ricerca musicale si è approcciata al mondo degli oggetti. I suoni provenienti dagli oggetti sono entrati a far parte di grandissimi dischi. Il signor John Cage tanto tempo fa fece una ricerca su suoni e sperimentazioni ambientali e da lì un filone di artisti si è prodigato nella composizione. Prendo un oggetto così com’è e lo suono senza assemblarlo ad altro, mi serve quello che quel determinato oggetto può esprimere, poi a questa cosa unisco la voce a 360 gradi, diplofonie, versi nonsense, non utilizzo testi, non ho un messaggio da mandare. Ho deciso di fare ritmica verbale senza l’utilizzo della semantica, solo per la funziona timbrica e appunto, ritmica.”
Il progetto nasce inizialmente utilizzando corpo e voce e poi, successivamente, oggetti di uso quotidiano. Perché questa scelta?
“Per estendere la varietà sonora che mi interessava, visto che io tendo a fare musica elettronica. E’ stato necessario portare nel progetto gli oggetti di uso quotidiano, i barattoli, i tubi, un po’ di tutto. Quando vado nei negozi a comprare qualcosa per casa o per arredare, mi interessa poco il reale utilizzo dell’oggetto, piuttosto mi interessa il suono, quindi sto lì a provare e a suonarli!”
Come nasce il nome “Yosonu” e che significato ha?
“Nel momento in cui ho deciso che questo sarebbe stato il mio progetto solista si è posto il dilemma del nome, quale sarebbe stato, essendo per me una cosa importante. Ho tirato giù un elenco di nomi, ma nessuno mi convinceva, perché in ogni nome vedevo un livello in più rispetto a quello che volevo, ed io volevo l’essenziale. Mi domandavo tra me e me: che faccio per questo progetto? La risposta era sempre: io sonu! In dialetto io suono. Ho unito soggetto e verbo e l’ho trasformato in un nome…la Y l’ho messa per renderlo più tropicale”.
Nonostante il tour che ti ha visto protagonista in Italia e all’estero, non hai mai dimenticato l’importanza della tua città. Raccontaci del tuo brano “Reaction”:
“Il gruppo di ReactionCity mi ha invitato e mi ha spiegato quello che stava combinando. Io come contributo ho lanciato la proposta di suonare una porzione di città. Siamo andati nella zona portuale di Reggio Calabria, che ha un grande fascino e che potrebbe diventare un polo di attrattive legate alla cultura e ci siamo messi a registrare, unendo tanti suoni che ho successivamente assemblato tra loro. Così è venuto fuori il pezzo “Reaction”, che si trova nel mio disco e nel docufilm ReactionCity” – (ideato da Consuelo Nava, montaggio e Regia di Danilo Emo ed Edoardo Lio con la collaborazione di Fabio Montesano. Supervisione del regista Fabio Mollo).
E il GiùBOX tour?
“Il mio tour è finito da poco ed è stato il GiuBox tour parte 2. Sono stato da Nord a Sud per 4600 km in macchina, Milano, Mantova, Roma, Padova… Ho integrato all’interno del tour anche altre attività come ad esempio workshop. Mi son spostato da alcuni club già pronti per la mia proposta, ad osterie in cui la gente era abituata al cantautore, ma è andata più che bene”.
Dopo il tour di grande successo, una bella notizia. Di cosa si tratta?
“Eh si, son stato chiamato dal Main Off! Il festival/congresso delle arti elettroniche indipendenti che si tiene a Palermo da 12 anni e avrò il piacere di suonare con tanti artisti della scena indipendente che hanno uno storico importante alle spalle. La data è quella del 10 dicembre a Palermo…dove porterò i miei barattoli sul palco!”