Quando Corea suonò a Roccella e un fan gli rubò la giacca

Il mondo della musica dice addio ad una leggenda della musica jazz. Chik Corea ha suonato anche a Roccella, dove alcuni ricordano un particolare aneddoto

«Un concerto meraviglioso, il cortile della scuola era strapieno di persone entusiaste».

Nei primi anni ottanta, il festival jazz di Roccella sta muovendo i primi passi e, ancora lontani i tempi dell’anfiteatro sotto il castello, i musicisti si esibiscono nel cortile della scuola media, con i camerini sistemati nelle aule, tra i poster con le tabelline e le cartine geografiche appese alle pareti. Sono anni pionieristici in cui, su quel palco un po’ raffazzonato, si esibiscono alcuni tra i più grandi nomi del jazz mondiale, planati in un festival che, anziché rinchiudersi nella sicurezza delle “tradizioni” a tutti i costi, si apre al mondo e fa di Roccella un laboratorio incredibile di musica e cultura. In quegli anni, anche Chik Corea sbarca nella cittadina jonica per un concerto che era molto atteso dai fan italiani del pianista.

«Corea era già famosissimo a quei tempi – racconta Vincenzo Staiano, memoria e cuore di “Rumori Mediterranei” di cui, da qualche stagione, è anche direttore artistico – e ricordo che il cortile della scuola era pieno all’inverosimile».

Quella sera Corea si esibì in un trio di cui faceva parte un altro pezzo grosso del jazz vecchio amico di Roccella, John Patitucci,  e alla fine dell’esibizione, probabilmente a causa della confusione, il pianista originario della provincia di Catanzaro che già all’epoca vantava collaborazioni con giganti del calibro di Miles Davis, non riuscì più a ritrovare la giacca con cui si era esibito.

«Qualcuno l’aveva rubata – racconta ancora Staiano sorridendo – probabilmente un fan un po’ esagitato che volava portarsi a casa un feticcio del sua musicista preferito. Niente di grave comunque, Corea non si arrabbiò mai per la giacca scomparsa».

IL CONCERTO AL SIRACUSA

Il concerto di Roccella non fu l’unica esibizione reggina del pianista con la fissa di scientology e il talento dei più grandi. Corea infatti sbarca anche sullo Stretto, una decina di anni fa, e porta sul palco del teatro Siracusa – quando al Siracusa si tenevano concerti e non si arrostivano polpette – un suo particolarissimo tributo alla musica classica. In platea, ovviamente, c’è anche Staiano che sogna di riportare quel pianista così atipico di nuovo sulle rive dello Jonio. E per convincerlo ha in mente un piano preciso.

«Da tempo sognavo un progetto con alcuni musicisti di origine calabrese che potessero esibirsi in trio a Roccella. La formazione doveva essere composta da Correa al piano, Patitucci al contrabbasso e dal “martonese” John Garzone al sassofono. Avevamo trovato anche il nome per la band: “Jonian Roots”».

Ma poi gli impegni di Chick Corea, in quel periodo impegnato con la registrazione di un album in Giappone, mandarono a monte il trio che fu poi riproposto con un’altra formazione.

«Un vero peccato. Certo c’era l’album da registrare – dice ricorda ancora Staiano – ma secondo me in quel periodo aveva litigato con Patitucci, che era molto cattolico, per questioni religiose».