‘Operazione Penalty’, a finanziare l’associazione due imprenditori toscani
L’associazione utilizzava anche l’attività di raccolta scommesse ubicata in Toscana per veicolare giocate per importi rilevanti sulle gare influenzate dagli episodi corruttivi
29 Ottobre 2025 - 12:11 | Redazione

Cinque persone sono finite agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il blitz è scattato all’alba quando i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica. L’inchiesta riguarda il mondo del calcio e, in particolare, le serie minori.
Il modus operandi era semplice ma efficace: l’arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di goal tale da poter garantire il verificarsi del pronostico “over” (cioè il superamento di un numero totale di goal per ogni match).
Il direttore di gara riusciva ad ottenere tale risultato concedendo un numero importante di rigori, molto spesso inesistenti. Altre volte invece favoriva una delle due squadre, normalmente quella le cui quotazioni permettevano introiti più elevati, espellendo giocatori delle squadre avversarie senza una reale motivazione.
Le partite incriminate
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’associazione avrebbe messo in piedi un sistema di manipolazione dei risultati per alterare l’esito di alcune gare del campionato Primavera Under 19. Le partite finite nel mirino sono quattro: Benevento–Cesena, Hellas Verona–Cagliari, Sassuolo–Verona ed Empoli–Lazio (quest’ultima con tentativo di manipolazione non riuscito).
L’indagine è partita dal match giocato il 30 gennaio 2024, in seguito a movimenti anomali, legati alla gara Benevento–Cesena. Una somma ritenuta fuori scala rispetto al giro di scommesse abituale per quel tipo di competizione, e che ha insospettito gli investigatori.
L’agenzia finanziatrice di Sesto Fiorentino
A finanziare l’associazione, soprattutto al fine di corrompere altri direttori di gara, erano due imprenditori toscani (padre e figlio), titolari di un’agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino (FI), anche loro tratti in arresto.
Nello specifico, l’associazione utilizzava anche l’attività di raccolta scommesse ubicata in Toscana per veicolare giocate per importi rilevanti sulle gare influenzate dagli episodi corruttivi.
Gli accertamenti bancari e sui conti gioco utilizzati dall’associazione consentivano di censire l’utilizzo da parte degli indagati di provider di scommesse esteri e non autorizzati a operare nell’ambito dell’Unione Europea, all’evidente scopo di non destare sospetti su corposi flussi di scommesse.
I provvedimenti eseguiti sono stati adottati nella fase delle indagini preliminari e sono suscettivi di impugnazione. Pertanto, fino a sentenza definitiva, gli indagati devono essere considerati innocenti.
