Reggio, lui non vede il figlio da oltre un anno. Lei risponde: “E’ un maltrattore seriale”
Arriva la risposta del legale della donna che accusa l'ex compagno: 'Mio figlio costretto a vedere il padre tentare di abusare sessualmente la propria madre"
03 Novembre 2021 - 17:05 | Redazione

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lunga nota dell’avv. Massimo Bambara, nell’interesse della donna che risponde alle accuse dell’ex, compagno.
“Il 2 novembre scorso, con una nota stampa, lo studio Miraglia ha parlato di un nuovo caso Bibbiano, di una presunta inosservanza delle disposizioni del Tribunale dei Minorenni da parte dei Servizi Sociali di Reggio Calabria e, nel contempo, ha evidenziato che la madre di un bambino “si rifiuta di farlo vedere al padre per tutta una serie di circostanze che comprendono anche la sua instabilità dovuta ad assunzione di sostanze alteranti”.
Lo studio Bambara ha ritenuto opportuno intervenire pubblicamente poichè, come riporta la nota “è stata fornita una versione dei fatti non veritiera, falsamente tendenziosa, tesa a sovvertire realtà di fatto inoppugnabili e a dipingere l’ex compagno di questa donna come un puttino immacolato, vittima di una madre del minore egoista ed autoreferenziale”.
“Così ovviamente non è e, pertanto, entrando nel merito della vicenda, con la presente nota stampa si vuole evidenziare la totale inattendibilità di quanto vergato dallo studio Miraglia, unitamente alla situazione in cui si sta venendo a trovare una donna vittima di violenza insieme al suo bambino di 4 anni a causa di un provvedimento aberrante del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria.
Innanzitutto si evidenzia come non sia vero che i Servizi Sociali di Reggio Calabria, da un anno e mezzo, disattendono le disposizioni del Tribunale dei Minorenni. Il padre del minore non è mai stato autorizzato dal Tribunale ad avere incontri liberi con il bambino, proprio in ragione della sua pericolosità. Ci sono stati invece due provvedimenti che prevedevano la ripresa dei contatti in Spazio Neutro fra il padre ed il figlio, ma il primo provvedimento del 27 novembre 2020 non ha trovato esecuzione perché è stato reclamato alla Corte d’Appello di Reggio Calabria e, nelle more del reclamo, in data 31 marzo 2021, il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria ha emendato il suo precedente provvedimento, eliminando la possibilità degli incontri in Spazio Neutro fra il padre ed il figlio. Circa 40 giorni dopo, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha pertanto disposto il “non luogo a provvedere”, in quanto il provvedimento del Tribunale dei Minorenni del 31 marzo 2021 superava il precedente.
Nella narrativa della decisione veniva sottolineato che fosse necessaria la “ravvisata massima cautela ad autorizzare gli incontri di che trattasi e l’incarico conferito al consultorio familiare proprio al fine di valutare l’eventuale autorizzazione di incontri fra il padre ed i minori”.
All’interno del provvedimento della Corte d’Appello di Reggio Calabria si parla di massima cautela ad autorizzare gli incontri e si fa riferimento soltanto ad una eventuale autorizzazione perché il padre del minore non è una persona normale, bensì è un uomo pericoloso, che ha provocato traumi profondi sulla psiche del figlio, senza mai pentirsi per le condotte tenute.
“Si tratta, più precisamente, di un uomo violento, di un maltrattatore seriale (ha avuto denunce penali per maltrattamenti in famiglia da tutte le sue ex compagne), di una persona che non si fa scrupoli nel tentare di abusare sessualmente della propria ex compagna in presenza di suo figlio, di un personaggio che, peraltro, conduce una condotta di vita amorale e perversa.
Il bambino è profondamente traumatizzato da quest’uomo, ha il terrore di poter avere contatti con lui perché, nella sua breve vita, è stato costretto a vedere il padre maltrattare e picchiare la madre in sua presenza con condotte plurime, vessatorie e prive di qualsiasi moralità.
Questo bambino è stato altresì costretto a vedere il padre tentare di abusare sessualmente della propria madre in sua presenza, aspetto che ne ha aumentato i livelli di ansia, di angoscia e di paura profonda nei confronti dell’uomo.
Durante le scorse festività natalizie, inoltre, il piccolo è stato messo in contatto, a causa della condotta incauta del padre (aprendo sul proprio cellulare la posta di gmail che lo stesso aveva precedentemente installato), con materiale pornografico afferente il genitore che usava fotografare i propri rapporti omosessuali con sconosciuti e che metteva annunci pubblici alla ricerca di incontri predatori.
Di quanto si afferma questa difesa può dar prova in qualsiasi momento, poiché vi è un provvedimento di rinvio a giudizio del padre del bambino adottato dal Tribunale Penale di Reggio Calabria per i reati di maltrattamenti e di tentato abuso sessuale, entrambi aggravati dal fatto di essere stati commessi in presenza di minori.
Si tratta di fatti, dinanzi ai quali, il Tribunale dei Minorenni non ha mai colpevolmente adottato un provvedimento di decadenza della potestà genitoriale.
Vi è, altresì, una istanza urgente, corredata di allegazioni atte a provarne il contenuto, inoltrata da questa difesa, congiuntamente ad altre, alla Procura dei Minorenni del Tribunale di Reggio Calabria, nella quale venivano documentati i numerosi annunci predatori e le fotografie pornografiche afferenti il padre, con cui, suo malgrado, il minore era entrato in contatto giocando con il cellulare.
Tutti questi traumi sono ancora vivi e presenti nella mente del bambino e per tali ragioni questa difesa, prima di autorizzare gli incontri in Spazio Neutro, aveva chiesto che venisse svolta una accurata visita sul piccolo e che venisse intrapreso un percorso neuropsichiatrico sul minore, cosa che il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria, invece, ha colpevolmente ignorato. In sede minorile, il diritto del bambino alla serenità e a non subire altri traumi deve sempre essere prevalente su qualsiasi diritto di visita del genitore.
Lo stesso Tribunale dei Minorenni, in data 16 settembre 2021, ha poi adottato un altro provvedimento in cui ha demandato “alle agenzie delegate il compito di predisporre un percorso di preparazione tanto del minore, quanto dei genitori per favorire la ripresa dei rapporti fra il padre ed il figlio e di stabilire modalità e tempi di tali incontri”. Con ciò il Tribunale ha rinnegato i propri precedenti provvedimenti, nonché quanto evidenziato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel suo provvedimento del 12 maggio scorso.
Tale decisione, aberrante ed incurante degli interessi del minore, è stata puntualmente reclamata in appello da questa difesa. La madre del minore, tuttavia, ha dato sin da subito la propria disponibilità all’esecuzione del provvedimento, pur con la preoccupazione ed il dolore di dover sottoporre il bambino ad un possibile incontro con l’uomo che, finora, lo ha traumatizzato con i propri comportamenti ed i propri atteggiamenti e dal quale il bambino è letteralmente terrorizzato. C’è agli atti una P.E.C. inoltrata da questa difesa al Consultorio di Gallico, al Curatore del minore ed ai Servizi Sociali di Reggio Calabria, nella quale la madre del minore, in data 11 ottobre scorso, dopo un periodo di quarantena obbligata per le disposizioni vigenti sul COVID19, dava la propria assoluta disponibilità a portare il bambino al percorso di preparazione allo Spazio Neutro, in attuazione del provvedimento del 16 settembre 2021 emanato dal Tribunale.
Su che base pertanto lo Studio Miraglia parla di mancata attuazione delle disposizioni del Tribunale? Per quale motivo, invece di rivolgersi al Consultorio delegato per capire le ragioni di un semplice ritardo, ha scelto di rivolgersi alla stampa, diffamando gratuitamente una donna che ha subito violenza e che si riserva, a breve, di presentare querela per le affermazioni false e gratuite afferenti la propria persona?
Lo Studio Miraglia, nella sua nota stampa, sostiene sarcasticamente che, forse, sarà necessario rivolgersi al Papa.
“Non possiamo che essere perfettamente d’accordo con tali auspici. Immaginiamo infatti come il Santo Padre potrebbe reagire dinanzi ai desideri di un uomo che è stato da poco rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia e per tentato abuso sessuale nei confronti dell’ex compagna, entrambe condotte di reato commesse in presenza del minore. Non crediamo che potrebbe essere clemente il giudizio del Papa dinanzi ad un uomo perverso, privo di moralità, incapace di compiere un percorso di recupero della propria genitorialità, irrispettoso del diritto ad un’infanzia serena del proprio figlio, tanto da esporlo alla visione di materiale pornografico. Chissà, infine, che cosa penserebbe il Santo Padre di un personaggio che non si è mai informato sulle condizioni di salute del piccolo, che non ha mai contribuito al suo mantenimento (pur percependo regolare stipendio) e che chiede di incontrarlo senza curarsi dei traumi causati allo stesso, con la colpevole prostrazione di un Tribunale dei Minorenni che, improvvidamente, ha scelto di anteporre il diritto di visita di un genitore alla serenità e all’equilibrio psichico ed emotivo di questo bambino.
Questa vicenda non riguarda una separazione di coppia difficile, come artatamente è stato fatto intendere. La vicenda, purtroppo, inerisce la sfera psicologica di un bambino che è stata vilmente compromessa da un uomo senza scrupoli, incapace di comprendere il significato della genitorialità e del diritto del fanciullo ad una infanzia serena, priva di altri e nuovi traumi.
Per tali ragioni questa difesa ha nuovamente reclamato in appello il provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria del 16 settembre scorso e per tutti i motivi finora evidenziati c’è la determinazione e la volontà di andare avanti, anche a costo di innescare macchie pubbliche su una serie di decisioni del Tribunale dei Minorenni che stanno ledendo in maniera profonda i diritti di un bambino.
Nessuno nega che il piccolo debba avere un padre, anche qualora fosse un mostro. Ciò che si fa fatica ad accettare, da uomini e da operatori di diritto, è la volontà di sconvolgere nuovamente l’equilibrio di un bambino, già compromesso da condotte paterne fuori da ogni liceità e prive di moralità, attuata sull’altare pagano di un diritto di visita del genitore che può trasformarsi nel boia della serenità del minore”.
