Patrimonio Unesco, tra le candidate per il 2019 anche gli ecosistemi forestali della Sila
24 Gennaio 2018 - 17:13 | di Eva Curatola
Il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco presieduto da Franco Bernabè ha deciso di indicare come candidature italiane alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco per il 2019 gli “Ecosistemi forestali della Sila” e le “Alpi del Mediterraneo”, quest’ultima come candidatura transnazionale insieme a Francia e Principato di Monaco. Lo annuncia lo stesso Consiglio, precisando di aver inoltre confermato “all’unanimità come candidatura alla lista rappresentativa del Patrimonio Immateriale per il 2019 la Perdonanza Celestiniana ed ha iscritto alla lista propositiva italiana del Patrimonio Mondiale il sito Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia Romagna”.
Il territorio degli Ecosistemi Forestali della Sila , in cui si trova il gigantesco pino laricio di Calabria,- ricordano dalla commissione nazionale italiana Unesco, “è sede di straordinari processi ecologici che interessano gli ecosistemi delle foreste”. La lunga e complessa storia geologica del Massiccio della Sila ha dato luogo a processi biologici ed ecologici collegati ad ambienti terrestri e acquatici di notevole importanza. In particolare, grazie al suo isolamento geografico l’area ha svolto la funzione di rifugio delle specie delle foreste europee durante le glaciazioni, dando loro la possibilità di espandersi in seguito al ritiro dei ghiacciai. La Sila, viene sottolineato, risponde al IX dei criteri previsti dall’UNESCO per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale, che riguarda la rappresentatività di significativi ininterrotti processi ecologici e biologici nell’evoluzione di ecosistemi terrestri e acquatici e di comunità di piante e animali, e al criterio X, che riguarda la presenza di importanti habitat naturali per la conservazione della diversità biologica. Le Alpi del Mediterraneo si estendono invece su un territorio transnazionale che interessa l’Italia, la Francia e il Principato di Monaco. Si tratta di un sistema geologico di grande importanza per lo studio della geodinamica della Terra in quanto, in uno spazio di appena 70 km, collega il ghiacciaio più meridionale delle Alpi agli abissi più profondi del Mediterraneo occidentale.
Le “Alpi del Mediterraneo”, fanno notare dalla commissione nazionale Unesco, sono l’unico sito conosciuto in cui sono visibili le testimonianze di tre cicli geodinamici successivi, lungo un periodo di 400 milioni di anni. Il territorio del sito è particolarmente interessante dal punto di vista della biodiversità, grazie alle caratteristiche geomorfologiche e climatiche legate al passaggio rapido dall’ambiente alpino all’ambiente mediterraneo.
Le GROTTE DI ANIDRITE DELL’EMILIA ROMAGNA sono le uniche epigeniche del mondo che ospitano anche un tipo di cavità completamente nuovo: la “curva ipogea”, il cui sviluppo è strettamente controllato dall’idratazione di anidrite. L’affioramento delle Anidriti Triassiche nell’Alta Valle del Secchia è un rarissimo e perfettamente conservato esempio di evaporite, ancora parzialmente attivo, che ospita la più profonda grotta di anidrite del mondo e la più grande sorgente carsica salata in Italia.
La Celebrazione del Pedono, successivamente chiamata “Perdonanza”, istituita nel 1294 da Papa Celestino V, rappresenta il primo giubileo al quale potessero accedere anche i poveri ed i diseredati. Riveste un’importanza straordinaria non solo per l’aspetto spirituale ma anche per la valenza sociale e politica in quanto la pergamena contenente il testo dell’indulgenza, la Bolla, fu consegnata dal Papa alla città dell’Aquila, che ne divenne la custode. La cerimonia della Perdonanza, che si svolge il 28 e 29 agosto e alla quale vengono invitate le autorità religiose, ancora oggi mira a rinsaldare i legami interni alla comunità laica e credente.
L’importanza straordinaria del rito della Perdonanza dell’Aquila risiede nel messaggio di pace, solidarietà e riconciliazione che da oltre 700 anni diffonde tra gli uomini.