Processo Miramare, Falcomatà a rischio: cosa prevede la legge Severino

Undici gli imputati accusati di falso e abuso di ufficio. Oggi è il giorno della verità. Cosa succederà dopo la possibile condanna?

Caso Miramare, il giorno della verità è arrivato.

Prevista per oggi la sentenza del collegio giudicante presieduto dal dott. Fabio Lauria. A lui e ai giurati il compito di tirare le somme di un lungo procedimento che vede imputati il sindaco Giuseppe Falcomatà, Paolo Zagarella (a cui è stato affidato il Miramare senza bando pubblico, ritenuto amico del primo cittadino), tutti i componenti della prima Giunta, nonchè un dirigente ed un segretario comunale.

Tutti accusati di abuso di ufficio e falso.

Miramare, oggi la sentenza a sei anni dalla delibera

A latere dell’udienza di questa mattina (ore 11:00), in cui probabilmente verranno formulate le brevi repliche del pubblico ministero e degli avvocati, il collegio si ritirerà in camera di consiglio per decidere se la famosa delibera 101 del luglio del 2015 era o non era legittima e per stabilire se Falcomatà doveva o non doveva predisporre un bando pubblico per l’assegnazione del Miramare.

Gli undici imputati hanno o non hanno violato i principi di imparzialità, trasparenza e correttezza della gestione della cosa pubblica?

Per il sindaco Falcomatà e per i componenti della sua giunta, nonchè per gli altri imputati del procedimento (dirigente Spanò e segretario Acquaviva) l’accusa ha chiesto rispettivamente una condanna di un anno e dieci mesi e un anno e otto mesi per i reati di abuso d’ufficio e falso.

Eventuale condanna, quando la sospensione da sindaco?

Ma cosa succede nel caso di una possibile sentenza di condanna del sindaco Falcomatà?

Alla lettura della sentenza di oggi, seguirà un atto doveroso da parte del Prefetto di Reggio Calabria. Con un eventuale sentenza di condanna infatti la Cancelleria del Tribunale dovrà trasmettere il dispositivo al Prefetto che prenderà atto della comunicazione e del titolo di reato, accerterà la sussistenza della causa di sospensione, e la renderà operativa, sospendendo il sindaco Falcomatà per 18 mesi.

La sospensione dalla carica di sindaco avviene dunque dalla ricezione della notifica del provvedimento del Prefetto e da quel momento avrà effetto la famosa legge Severino e dunque Giuseppe Falcomatà verrà sospeso dalla carica di sindaco.

Fino a quel momento, il sindaco potrà tecnicamente firmare atti e modificare eventualmente l’assetto della sua attuale giunta.

Cosa prevede la legge Severino

E’ entrata in vigore nel novembre del 2012 durante il governo di Mario Monti. La legge deve il suo nome alla ministra della giustizia dell’epoca Paola Severino. Anticorruzione, concussione, ineleggibilità, sospensione, decadenza e incandidabilità sono i temi centrali su cui si concentra la Legge Severino.

La legge stabilisce la sospensione dall’incarico di un amministratore pubblico, su richiesta del prefetto e del ministero dell’interno, per un periodo di diciotto mesi per i condannati, anche solo in primo grado, per reati come corruzione, concussione, abuso d’ufficio, peculato.

In particolare per quanto riguarda la sospensione ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica basta anche una condanna non definitiva per l’attuazione della sospensione che può durare per un massimo di 18 mesi.

La legge Severino prevede (articolo 11, comma 1) la «sospensione di diritto» per i sindaci che «hanno riportato una condanna non definitiva» per una serie di reati tra cui, appunto, l’abuso d’ufficio (reato contestato a Falcomatà e agli altri dieci imputati).

Quali sono le conseguenze della sospensione?

La sospensione può durare al massimo diciotto mesi. Il sindaco viene ‘congelato’, ma la giunta non cade e resta in carica retta dal vicesindaco.

In caso di sospensione del primo cittadino, il vice sindaco Tonino Perna, salvo che Falcomatà non firmi un atto prima della notifica della sentenza che disponga diversamente, sarà il “sindaco facente funzioni”.

Falcomatà potrà opporsi facendo ricorso al Tar affinché ribalti la decisione del prefetto ed eventualmente chiedere di sollevare una questione di costituzionalità (la Carta fondamentale prevede la presunzione di non colpevolezza fino a condanna definitiva, dunque perché sospendere un innocente?).

Rischio di altri 12 mesi di sospensione dietro l’angolo

C’è inoltre un’altra opzione per Falcomatà dopo l’eventuale condanna. Ovvero presentare ricorso in Corte d’Appello.

Se entro i 18 mesi la Corte di appello lo assolve, Falcomatà torna in carica e decade tutto. Ma se il ricorso viene dichiarato inammissibile o se viene confermata la condanna, scatta una nuova sospensione di ulteriori 12 mesi con un totale di 30 mesi di sospensione.

La maggiore conferma della responsabilità e il nuovo accertamento del reato di abuso d’ufficio implica dunque per l’ordinamento una maggiore tutela della pubblica amministrazione con un periodo della sospensione dalla carica di sindaco più lungo.