‘Il Brefotrofio di Reggio tra storia e rinascita: via al progetto di memoria collettiva della Metro City
Il consigliere Quartuccio lancia un appello per ricostruire la storia dell’ex Brefotrofio di Reggio Calabria, oggi sede del Palazzo della Cultura
02 Maggio 2025 - 14:51 | Comunicato Stampa

«Vogliamo ricostruire la storia e la memoria non solo di un luogo, di eventi e persone che, seppur orfani, sono stati figli della nostra città. Vogliamo creare consapevolezza, coscienza e senso critico in una comunità che vive il presente e si affaccia al futuro guardando i fondamenti della propria identità individuale e collettiva nel rispetto della vita e dell’esistenza di ogni essere umano».
Così Filippo Quartuccio, consigliere metropolitano delegato alla Cultura, spiega il senso del progetto “Il Brefotrofio di Reggio Calabria tra storia e rinascita. Memoria ritrovata”, promosso dalla Città Metropolitana e realizzato in collaborazione con le principali istituzioni archivistiche e di ricerca del territorio.
Un progetto per salvare la memoria dell’ex Brefotrofio, oggi Palazzo della Cultura
«Nei prossimi mesi – ha proseguito Quartuccio – proveremo a recuperare documenti, fotografie, testimonianze orali e materiali d’archivio per ricomporre la genesi e l’evoluzione dell’ex Brefotrofio provinciale, oggi sede del Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”, che rappresenta un luogo di profonda stratificazione storica e simbolica».
«Da struttura destinata all’accoglienza di neonati abbandonati e bambini in difficoltà – ha ricordato – è oggi custode di opere d’arte confiscate alla criminalità organizzata, trasformandosi in centro di promozione della legalità e della cultura. Tuttavia, la memoria della sua originaria funzione rischia di andare perduta e noi abbiamo l’obbligo di evitare che ciò possa accadere».
Un archivio fisico e digitale per ricostruire la memoria collettiva
«Realizzeremo un archivio digitale e fisico della memoria del Brefotrofio – ha spiegato Quartuccio – recuperando testimonianze dirette e indirette di ex ospiti, operatori, residenti, studiosi. Progetteremo una mostra temporanea, fisica e virtuale, all’interno del Palazzo della Cultura. Coinvolgeremo scuole, università e associazioni in attività di ricerca e divulgazione, pubblicando un memoriale che racchiuda il senso di questo imponente lavoro».
Un appello alla cittadinanza: “Aiutateci a raccontare questa storia”
«Non sarà affatto semplice – ha aggiunto – e per questo ci rivolgiamo ai reggini, agli ex ospiti del Brefotrofio e ai loro familiari, a studenti, ricercatori, storici, visitatori del Palazzo della Cultura e associazioni per i diritti dell’infanzia e della memoria. Tutti insieme potremo davvero scrivere una delle pagine più significative della nostra città».
«La Città Metropolitana, il Comune di Reggio Calabria, l’Archivio di Stato, l‘Università Mediterranea, le associazioni e le scuole del territorio, il Ministero della Cultura saranno il motore pulsante di un progetto ambizioso che ha bisogno del contributo di tutti».
Raccolta e digitalizzazione di documenti, foto e testimonianze
«Ogni informazione utile sarà raccolta presso un punto attivato nel Palazzo della Cultura, dove il materiale sarà acquisito, digitalizzato e restituito ai legittimi proprietari», ha spiegato ancora Quartuccio.
«Oltre allo spontaneismo dei cittadini, sarà necessaria una intensa attività di ricerca organizzata presso archivi civili, ecclesiastici e biblioteche, attingendo da registri, atti notarili, corrispondenze e foto d’epoca. A questo si aggiungerà il recupero di testimonianze orali attraverso interviste audio-video a ex ospiti, educatori e operatori».
«L’intero materiale raccolto – ha aggiunto – diventerà una mostra fotografica e documentaria, sarà al centro di eventi pubblici, conferenze e letture teatrali e verrà racchiuso in un apposito catalogo».
Dal passato alla rinascita: un luogo simbolico per la comunità
«L’esperienza della mostra Trentatré Stelline – ha ricordato Quartuccio – è stato un primo seme che ha permesso di raccontare un pezzetto di storia e onorare la memoria dei piccoli ospiti dell’allora Brefotrofio, delle 14 nutrici e della monaca rimaste uccise nei bombardamenti del 1943».
«Esistenze – ha concluso – alle quali vogliamo aggiungere tante altre storie per conservare i processi di cambiamento, nelle diverse epoche, di un luogo simbolico. Ciò allo scopo di aumentare la consapevolezza storica e civica nella comunità, valorizzare il Palazzo della Cultura quale spazio di memoria e legalità, stimolare il dialogo intergenerazionale e la ricerca storica partecipata. Ogni ricordo è un tassello fondamentale per comprendere e valorizzare il nostro passato».
«Facciamo appello a chi ha vissuto o conosciuto ospiti del Brefotrofio, a quanti sono in possesso di fotografie, documenti o ricordi legati a questo luogo, affinché insieme possiamo riannodare i fili del passato di uno spazio che ha accolto centinaia di bambini e che oggi è simbolo di cultura e rinascita».
