Reggio, pagamenti bloccati per le Case di Cura. I lavoratori: 'Così non si può andare avanti'

"Siamo passati da eroi a "ultimi", senza neanche poter soddisfare le esigenze delle nostre famiglie". L'appello dei lavoratori della sanità

Piazza Italia, questa mattina, è stata teatro dell’ennesima protesta da parte di lavoratori senza stipendio. A chiedere il rispetto dei propri diritti, questa volta, sono stati gli operatori sanitari delle case di cura private associate AIUP di Reggio Calabria.

Un folto gruppo di professionisti, infatti, si è dato appuntamento nella piazza del centro storico in cui hanno sede la casa del Comune, della Città Metropolitana e del Governo, per sensibilizzare comunità e istituzioni sulla triste vicenda che li ha investiti e la cui risoluzione non sembra essere vicina.

Lavoratori delle case di cura senza stipendi a Reggio Calabria

“Nelle scorse settimane – ha raccontato Domenico Bagnato ai microfoni di CityNow – si è tenuto un tavolo di raffreddamento in Prefettura, dal quale sembra si fosse raggiunto un accordo per il 1° giugno. Purtroppo, però, i pagamenti promessi non sono avvenuti.

Chiediamo, dunque, al Prefetto di intervenire in quanto persona informata e massima autorità della città, al fine di giungere all’epilogo di una situazione che diventa sempre più pesante per le famiglie dei lavoratori della sanità, già stressati da due anni e mezzo di pandemia. Abbiamo lavorato dando il massimo, cercando di stare al fianco della cittadinnanza. Adesso è difficile cercare di andare avanti senza neanche retribuzione. È per questo che ci troviamo qui, oggi, chiediamo una mano di aiuto alle istituzioni e la vicinanza dei reggini”.

Riavvolgendo il nastro, cercando di capire quale sia il reale problema del blocco dei pagamenti, si intuisce che i disati risalgono già allo scorso anno e non sono da imputare, direttamente, alle aziende.

“Le case di cure – ha spiegato Bagnato, in piazza con tanti altri manifestanti – si trovano nell’impossibilità di versare gli stipendi dato che, secondo quanto ci è stato riferito, l’ASP ha bloccato i pagamenti alle strutture da ottobre 2021. Le aziende hanno resistito fino ad oggi, dando fondo alle loro risorse, ma adesso non ce la fanno più.

A contribuire potrebbe esser stato anche un nuovo sistema di fatturazione che è stato messo in funzione di questo mese che, per problemi informatici e di aggiornamento dei sistemi, l’Azienda Sanitaria Provinciale reggina non è ancora in grado di utilizzare “.

Una triste pagina di quotidianità per Reggio Calabria, costretta a fare i conti con ritardi che mandano in stallo un intero sistema. A spiegare la gravità della situazione, alla stampa locale, ci ha pensato anche un altro operatore:

“Siamo passati da eroi a “ultimi” – ha detto Asciutto – senza neanche poter soddisfare le esigenze delle nostre famiglie. È la prima volta che accade, almeno all’Istituto Ortopedico, in 25 anni. In tutto questo tempo le spettanze sono sempre giunte puntuali, qualche volta anche in anticipo. È dunque evidentemente che l’azienda si trova in grosse difficoltà”.

Una situazione comune anche a Villa Aurora, Villa Caminiti e Villa Sant’Anna.

L’incontro con le istituzioni

Nel corso della mattinata, dopo la protesta in piazza, gli operatori sono riusciti ad incontrare il capo di Gabinetto che “ha recepito le nostre problematiche, rappresentato la solidarietà delle istituzioni e che ha promesso di adoperarsi per far si che la situazione si sblocchi, anche attraverso l’interlocuzione con gli organi competenti ponendosi come portavoce delle nostre istanze e delle possibili soluzioni da noi proposte”.

Gli operatori della sanità fanno sapere infine:

“Attendiamo riscontro dallo stesso non appena avrà avuto i contatti pattuiti”.