Sudtirol-Reggina: sei giovanissimi tifosi amaranto aggrediti dopo il gol di Menez

Aggrediti con pugni e spintoni, il racconto del nonno: 'Felici di esultare per la Reggina, poi l'incubo. Il mio nipotino più piccolo si è fatto la pipì addosso dalla paura'

Calci, pugni, spintoni, offese e urla con tanto di birra lanciata addosso.

Saranno queste le scene ed i ricordi di sei giovanissimi tifosi amaranto allo stadio Druso di Bolzano, presenti insieme al nonno, per seguire SudtirolReggina. La denuncia ci arriva Francesco Chisari (64enne) ‘colpevole’ di aver mantenuto la promessa fatta ai suoi nipoti:

‘Domenica andremo a tifare la nostra Reggina‘.

Originario di Reggio Calabria, Francesco, che da oltre 30 anni risiede a Pergine Valsugana, ci racconta il fatto gravissimo accaduto subito dopo il gol di Menez.

“Siamo entrati allo stadio super felici di poter vedere la nostra Reggina. Era la prima volta che i miei 6 nipotini andavano tutti insieme a vedere la partita dal vivo. L’errore è stato sedersi accanto ai tifosi del Sudtirol. La società avrebbe dovuto sconsigliarcelo invece di autorizzarci ad entrare in un settore (tribuna Canazza) pieno di supporter biancorossi. Al gol di Menez è successo l’inferno. Subito dopo la nostra esultanza siamo stati aggrediti. Più di 12 adulti si sono scagliati contro i bambini tra pugni, spintoni e birra addosso”.

Il racconto di Francesco prosegue evidenziando la gravissima disorganizzazione da parte della società.

“Ci sono filmati e testimoni che possono confermare quanto accaduto. Il personale della sicurezza è stato bravo ad intervenire tempestivamente proteggendoci e portandoci successivamente in un altro settore. Nonostante il loro intervento però mio nipote Federico si è beccato tre pugni ed ora ha un labbro spaccato, il mio nipotino invece si è fatto la pipì addosso per la paura. Ci hanno spinti contro il muro. E’ una vergogna”.

Rammaricato e dispiaciuto per quanto successo Francesco critica ancora la società di Bolzano.

“Perchè non ci hanno spostato subito nel settore ospiti? Hanno visto che avevamo i colori amaranto. Perchè non ci hanno invitati a lasciare il settore prima? Era rischioso stare lì. Perchè non interviene la Lega? La cosa che più mi rattrista è pensare adesso ai miei nipoti che porteranno con sé il doloroso episodio. E’ stato un incubo, un vero trauma per tutti”.

Resta ora da capire di chi siano le responsabilità di quanto accaduto individuando al più presto gli aggressori. Grazie al loro comportamento, molto probabilmente, sei giovani tifosi non si recheranno più allo stadio. A loro è stato tolto il piacere di trascorrere una domenica in famiglia e a tifare dal vivo la propria squadra del cuore.