Reggio, protesta CooLaP a Palazzo Campanella: 'Famiglie costrette ad emigrare in cerca di assistenza'

Da otto anni il problema del blocco dei ricoveri va avanti senza alcuna soluzione da parte della politica. La proposta dei lavoratori

Protesta questa mattina davanti alla sede del consiglio regionale di Palazzo Campanella da parte del Coordinamento dei Lavoratori delle strutture psichiatriche del territorio.

L’agonia delle strutture residenziali del reggino continua tra lungaggini burocratiche per l’accreditamento e il blocco dei ricoveri vigente nel territorio dell’Asp 5.

E non sembra, nonostante le già note problematiche, ci siano all’orizzonte passaggi risolutivi, a causa di impedimenti normativi che negli anni hanno creato questo intrico.

Questa mattina davanti a Palazzo Campanella una ventina di lavoratori hanno manifestato pacificamente portando ai consiglieri regionali e al Consiglio una proposta emendativa che permetterebbe di sbloccare finalmente i ricoveri ed alleviare enormi disagi per utenti, familiari e operatori.

Di seguito la lettera indirizzata al presidente Occhiuto:

“sollecitiamo un intervento che riteniamo ormai ineludibile al fine di garantire un servizio fondamentale. Ricordiamo brevemente che le strutture residenziali dell’Asp 5, nate alle fine degni anni ‘80 dopo la chiusura del manicomio cittadino, sono tutto gestite attraverso una forma mista: il servizio sanitario è in capo all’Asp, mentre il servizio di riabilitazione e residenziale in capo a cooperative private.

Quando nel 2008 la Regione Calabria approvò la L.R. 24/2008, con la quale viene regolamentato l’accreditamento delle strutture sanitarie private, queste strutture a gestione mista vennero sostanzialmente dimenticate, diventando così “fuorilegge”, tanto da arrivare nel 2015 a uno scellerato blocco dei ricoveri per i pazienti psichiatrici nel reggino.

Questo blocco, tuttora in vigore, ha prodotto e produce gravissime conseguenze sulle famiglie e sugli utenti, costretti ad “emigrare” in cerca di assistenza oppure ad affrontare la malattia tra le mura domestiche. Il percorso di transito delle strutture reggine dalla gestione mista al nuovo regime di accreditamento è iniziato nel 2012 e ancora, purtroppo, non si è concluso. E sebbene siamo consapevoli dell’impegno profuso negli ultimi tempi per arrivare alla fine di questo processo, siamo purtroppo altrettanto coscienti del fatto che difficilmente le attuali strutture potranno arrivare a questo traguardo. Otto anni di blocco dei ricoveri non hanno causato enormi disagi solo ai malati psichiatrici e ai loro familiari, ma anche alle stesse cooperative che hanno visto nel tempo ridurre l’utenza a fronte di esborsi per stipendi e affitti costanti. Siamo di fronte quindi al pericolo di un collasso del sistema con gravi rischi per utenti e operatori.

Lo sblocco dei ricoveri permetterebbe di curare i pazienti reggini in strutture dove, ricordiamo, l’assistenza sanitaria è competenza dell’Asp, rappresentando anche quella soluzione immediata che consentirebbe di dare sollievo a utenti e strutture. Nonostante tutti gli sforzi e i confronti con Regione e Asp, tale soluzione si scontra però con la normativa vigente.

Per tale motivo ci permettiamo di suggerire una proposta emendativa alla L.R. 24/2008 che permetterebbe di superare questo scoglio, sbloccare i ricoveri e restituire al reggino la garanzia di un diritto da troppo tempo negato”.