Rientro a scuola, Barberi: 'Alunni responsabili, perché lasciare fuori 2ª e 3ª media?'

L'analisi della dirigente del Carducci-Da Feltre ai microfoni di CityNow: "La maggior parte delle famiglie chiede il ritorno in presenza"

Dall’infanzia alla prima media, a partire da mercoledì 7 aprile tutti gli studenti del territorio italiano tornano in classe anche se la Regione si trova in “zona rossa”. A stabilirlo è stato il Consiglio dei Ministri che, nelle scorse ore, ha approvato il Decreto Covid. La decisione era stata anticipata già nei giorni scorsi, ma solamente da circa 24 ore è diventata ufficiale.

Riaprono, dunque, anche le scuole di Reggio Calabria dove torneranno a scuola migliaia di studenti, cosa ne pensano i dirigenti del rientro tanto combattuto? Lo ha raccontato, ai microfoni di CityNow durante la fascia informativa di “Live Break“, la dirigente dell’Istituto Comprensivo Carducci-DaFeltre.

Il rientro in classe

Arrivederci dad, almeno per il momento. L’ultimo decreto approvato dal Governo nazionale ha predisposto il rientro in classe degli studenti anche in zona rossa. Una vera e propria novità che va a spazzar via le precedenti restrizioni. Proprio in questi giorni, infatti, la Calabria si trova nella più alta fascia di rischio e gli allievi si trovano a casa.

A tal proposito la prof.ssa Sonia Barberi ha detto:

“Aspettavamo con ansia questa decisione. Condividiamo pienamente le disposizioni governative in quanto garantiscono in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale le misure di contenimento per l’emergenza epidemiologica che mirano a ridurre i rischi per la salute pubblica. È fondamentale, in particolar modo, la disposizione in cui si fa riferimento all’impossibilità per Regioni e province di attuare misure diverse da quelle stabilite a livello nazionale”.

La preside dell’istituto comprensivo non ha dubbi:

“Una scelta oculata in virtù di tutte quelle ordinanze, predisposte in questi ultimi mesi, che hanno creato seri problemi alla gestione della scuola questo altalenarsi di aperture e chiusure si sono creati disservizi anche per l’organizzazione logistica della scuola ed a livello di spazi”.

Tornare in classe è rischioso?

La risposta della dirigente non lascia spazio a fraintendimenti:

“Assolutamente no, la scuola è stata sempre sicura già di settembre. Le misure di sicurezza sono state messe in atto con protocolli sanitari scrupolosi. La scuola è un luogo dove il rischio di contagio è ridotto, a maggior ragione adesso che abbiamo attivato il piano vaccinale. La maggior parte del personale scolastico ha già ricevuto la prima somministrazione, i bambini vengono controllati a campione e c’è anche un a perfetta intesa con le famiglie”.

Una scelta che non trova tutti d’accordo:

“Anche nel piccolo si verifica questa casistica di opinioni divergenti la maggior parte è orientata verso l’apertura per garantire un percorso di apprendimento diretto, la dad non è che un’attività da utilizzare in caso di emergenza, non ci sono condizioni per definirla didattica a tutto tondo. Anche le famiglie sono destabilizzate da quest’alternanza”.

Considerazioni anche sul fatto di far rientrare solamente i ragazzi della prima media:

“Sarebbero potuti tornare anche seconda e terza media, potrei avanzare questa proposta. Perché lasciare a casa queste due classi? Anche se capisco che la decisione del Governo è dettata da un consulto con il Cts”.

Come recuperare il tempo perduto

“Le eventuali lacune accumulate in quest’ultimo anno vengono tempestivamente colmate con attività mirate ad personam. Abbiamo attivato anche il supporto psicologico e molte famiglie hanno aderito per superare certi problemi legati ad un’ansia alle relazioni che sono venute meno in questo periodo. Non esistono più quelle manifestazioni di affetto che avevamo prima all’interno del gruppo classe. I miei alunni, però, eseguono perfettamente i regolamenti. Devo essere molto onesta, loro sono i primi ad essere responsabili, ancora più degli adulti”.