Reggio, sfide e soluzioni per il benessere mentale: l’iniziativa del Clan Montalto
Il Clan Montalto del gruppo scout AGESCI-RC1 dà appuntamento ai cittadini per un incontro con l'esperta
20 Maggio 2023 - 09:02 | Comunicato

Il Clan Montalto del gruppo scout AGESCI-RC1, si è, in questi mesi, concentrato su un progetto, chiamato scoutisticamente “CAPITOLO”, per il quale è stato scelto, dalla stessa comunità, “il fenomeno della
Salute Mentale”. Per approfondire e conoscere meglio questo argomento, è stato chiesto l’intervento di un’esperta che potesse far comprendere meglio ai ragazzi cosa fosse effettivamente la salute mentale: il Clan ha scelto di affidarsi alla Dottoressa Psicologa e Psicoterapeuta Dominella Quagliata, con la quale, lieta di porgere il suo contributo, ha organizzato un incontro.
Prima di porre l’attenzione sul concetto di “salute mentale”, si chiarisca perché sia definito “fenomeno”.
“Un fenomeno” dice la Psicologa, “è qualcosa che può essere osservato e studiato”. “Inoltre, a livello sociale implica una normalità: nel caso degli individui, quindi, esseri normali significa essere uniformi alla società. Ma gran parte della popolazione -sebbene sembri un fattore quasi tragico- non risulta essere in
‘equilibrio mentale’”.
Ma quando gli individui sono in “salute mentale”, o meglio, in “equilibrio”? Grazie alla dottoressa, è stato chiarito che la salute mentale c’è se viene soddisfatto l’approccio naturale a ciò che ci fa stare bene. Non esistono però categorie che ci permettono di comprendere come stiamo; è un ‘continuum’. Immaginiamoci un segmento, che abbia per estremi la completa salute mentale da un lato e l’assoluta
patologia dall’altro: ebbene, noi esseri umani, ci muoviamo lungo questo range: basti pensare anche solo all’arco della giornata, quanti stati d’animo cambiamo e quanti stati fisici?
Ci rende noto l’esperta che, nel 1986 con la “Carta Ottawa”, l’OMS spiega: <>. Quindi il concetto di salute perde quel mero significato esclusivamente meccanicistico,
assumendone uno più completo: infatti, si è iniziato a parlare di completo equilibrio se vi è, all’interno dell’individuo, uno stato di benessere “bio-psico-socio-spirituale”: biologico in quanto benessere fisico,
corporeo; psicologico, cioè autostima, attitudini, abilità intellettive, carattere, emozioni, reattività, immagine
corporea, ma ancora credenze, famiglia, esperienze vissute; sociologico, in quanto è fondamentale, per stare bene, essere a proprio agio nelle relazioni e nella società che ci circonda, seppur sia, oggigiorno, molto difficile, in quanto essa evolve a velocità sempre maggiore, aumentando la levatura delle asticelle di tolleranza e di accettazione dell’altro; poi, un benessere spirituale che comprenda la consapevolezza di sé, il rapporto col trascendente, il senso della vita, l’etica (che sia propria o oggettiva), la religione.
“È fondamentale”, spiega la dottoressa, a conclusione, “imparare a fidarsi del proprio corpo”.
Effettivamente, se ci pensiamo, il nostro corpo, è costituito come una macchina e un comunicatore perfetto. Riesce a esprimere situazioni di beatitudine, di disagio, di malessere, attraverso piccoli segnali, piccoli stimoli. Se siamo tristi, per esempio, ci viene da piangere; se siamo a disagio, ci sudano le mani; se abbiamo bisogno di nuove energie organiche, avvertiamo fame tramite brontolii allo stomaco… Oggi, per gli standard “sociali” che includono anche le altre dimensioni, siamo portati a non fidarci più del nostro corpo, non lo ascoltiamo,
e ciò non avviene, neanche nella quotidianità privata, ad esempio durante i pasti. Per tradizione magari, siamo portati a imbandire le tavole con pasta, contorni, secondi piatti, e mangiamo ciò che ci è propinato o ciò che abbiamo “dovuto” cucinare, senza chiederci come stia il nostro corpo:
“Ho effettivamente bisogno di
questo piatto di pasta”? “Ho bisogno di questa fetta di carne”? Magari, il nostro corpo, ha già in sé abbastanza
di quelle sostanze, che mangiando quelle pietanze, assumeremmo, quindi, non ascoltandolo, e mangiando, andremmo in over, portando il fisico ad uno stato di assente benessere, o, al contrario, se il corpo avesse bisogno di quelle sostanze, ma noi, ce ne privassimo, andrebbe in under, stando male.
Il Clan, per culminare, il proprio progetto, e per sensibilizzare tale tema con la cittadinanza, ha organizzato, sabato 27 maggio presso il cortile retrostante il Duomo, ove ha sede il Museo Diocesano, alle
ore 16:30, un incontro/dibattito, aperto a chiunque voglia prenderne parte, dove, con la Dottoressa Psicologa e Psicoterapeuta Nadia Carbone, si parlerà della “salute mentale” in rapporto all’età dello sviluppo, alla genitorialità, come prevenire un malessere e come affrontarlo, provando a rispondere ai dubbi, alle domande dei presenti e provando a risolvere l’enigma: “La salute mentale è un disturbo o no”?.