Reggio, nuovo centro per l’impiego. Martino (Pd): ‘Pensiamo ad una sede temporanea’

Secondo la consigliera comunale "qualora la nuova sede non dovesse essere fruibile, è necessario trovare soluzioni temporanee"

Centro Impiego Reggio Calabria

«Sulla nuova sede del Centro per l’Impiego di Reggio Calabria ho potuto riscontrare un costante ed apprezzabile lavoro della giunta comunale affinché venga individuata la migliore soluzione possibile, ma i tempi sono ormai inesorabilmente stretti ed appare oggi necessario uno sforzo in più per garantire a tutti i cittadini l’accessibilità ad un servizio agevole e funzionale ed ai lavoratori un luogo di lavoro sicuro e dignitoso».

Così Angela Martino, consigliera comunale del Partito Democratico.

«In questi ultimi anni, le difficoltà dei dipendenti e degli utenti sono state molteplici, ma con professionalità e passione si è continuato a fornire un servizio fondamentale per la nostra città di cui non è assolutamente possibile privarsi. Come disposto dalle vigenti leggi è compito del Comune fornire i locali necessari al funzionamento degli uffici e sento la responsabilità, in quanto membro dell’organo politico consiliare cittadino, di impedire che i servizi erogati vengano depotenziati a causa della assenza di sedi idonee o che per questo gli stessi vengano trasferiti altrove. Qualora non si riesca a rendere fruibile la nuova sede individuata, entro i termini indicati dalla Regione Calabria, si dovrà compiere con urgenza uno sforzo utile ad individuare sedi temporanee in grado di ospitare gli uffici del CPI reggino.

Sul tema, inoltre, ritengo che la Regione Calabria, ente deputato a garantire la sicurezza dei lavoratori, debba anch’essa profondere ogni sforzo affinché si arrivi ad una soluzione entro qualche settimana e per questo investirò del problema anche il consigliere regionale di opposizione Nicola Irto affinché se ne faccia portavoce presso l’istituzione regionale e sinergicamente i due enti definiscano la soluzione migliore per l’utenza e per i dipendenti. Sicurezza e funzionalità -conclude Martino- non possono essere sacrificate, ma i servizi erogati non possono assolutamente essere interrotti».

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