Seminario italo-giapponese sui Bronzi di Riace

La presenza a Reggio Calabria, presso il Museo Arc

La presenza a Reggio Calabria, presso il Museo Archeologico, dell’equipe composta dai professori Koichi Hada (PhD, docente presso l’Università di Tokyo delle Arti, Storico dell’arte greca), Takashi Matsumoto (docente presso l’Università di Musashino di Belle Arti, Scultore-fonditore) e Hirotake Kurokawa (docente presso l’Università di Musashino di Belle Arti, Scultore-fonditore-restauratore), impegnata nella ricerca su “Tecnica di fusione bronzea di Grecia antica: Indagini dirette e ricostruzioni sperimentali”, finanziata dalla della Japan Society for the Formation of Sciences, ha permesso l’organizzazione di un seminario di studi da svolgersi giovedì 10 novembre 2016 in due sedi.

La mattina, alle ore 9, i lavori saranno ospitati, grazie alla volontà del Direttore del DICAM, prof. Mario Bolognari, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, sito al Polo Annunziata, mentre il pomeriggio, dalle ore 17,00, sarà il Museo Archeologico a ricevere i convegnisti nella propria Saletta Conferenze.

L’iniziativa intende promuovere l’incontro tra due modi di studiare i celeberrimi Bronzi di Riace: il team giapponese, che pure conta nel Professore Koichi Hada un professore di Storia dell’Arte Greca, sviluppa un approccio archeometrico, che sta portando alla riproduzione delle tecniche di realizzazione antiche delle due statue; i docenti del DICAM, invece, possono offrire il contributo storico, archeologico e iconografico delle loro ricerche.

L’obiettivo dichiarato del Seminario, realizzato in modo spartano e tutto teso alla comunicazione delle varie ricerche, è quello di promuovere la conoscenza e la divulgazione sugli studi scientifici sui Bronzi di Riace.

In quest’ottica, la sfida è stata accolta dal Prof. Carmelo Malacrino, che ha aperto le porte del Museo di Reggio. La giornata di studi è da intendersi come il primo passo di collaborazione tra l’equipe giapponese, i ricercatori dell’Ateneo messinese e il Museo di Reggio, che intende diventare sempre di più parte attiva nella ricerca su tutti i reperti archeologici in suo possesso.