"Ritardi colossali e diritto allo studio negato": gli studenti della Mediterranea vogliono risposte

"Gli studenti della Mediterranea e la lista Dedalo non hanno più intenzione di aspettare o di avere pazienza, è il momento delle risposte e dei fatti"

Di seguito la nota stampa degli studenti della lista Dedalo.

“Si respira un’aria particolare all’interno dei locali dell’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria, gli studenti dell’intero Ateneo, nella mattinata del 6 di febbraio, insieme ai rappresentanti della lista Dedalo hanno deciso di presenziare all’interno dei vari uffici chiedendo l’ennesimo confronto con una governance dormiente e senza risposte.

Dopo la presentazione di una istanza, in data 5 gennaio, e svariati incontri di sollecito con gli uffici competenti le uniche risposte ricevute continuano ad essere “qualche giorno di pazienza”: la pazienza è finita. Il diritto allo studio a Reggio Calabria non viene garantito e questo è un dato di fatto che da alcuno può essere negato”.

“Basta parole, servono fatti”

“Gli studenti della Mediterranea e la lista Dedalo non hanno più intenzione di aspettare o di avere pazienza, è il momento delle risposte e dei fatti. Vi è un eterno ritardo nei pagamenti del rimborso delle Tasse Regionali e STEM, nonché una vergognosa e inaccettabile mancata pubblicazione delle graduatorie definitive per le borse di studio, nonostante la situazione economico finanziaria dell’Ateneo sia più che in positivo.

Inaccettabile non trovare all’interno dei locali dell’Ateneo i maggiori rappresentanti e governanti di questa Università. Si è proceduto comunque ad intavolare una lunga discussione, ancora una volta sostenuta con toni diplomatici e col fine ultimo di ottenere un dialogo costruttivo, al termine della quale la “promessa” da parte della governance è stata una pubblicazione delle graduatorie entro e non oltre il 15 di febbraio del 2024 e la possibilità di un incontro diretto con il Rettore lunedì 12 febbraio.

Gli studenti attenderanno, ancora una volta, pronti ad ascoltare ma altrettanto pronti a far valere un diritto sacrosanto come quello allo studio sul quale nessuno può più tacere. Con l’augurio che non vi siano più richieste di “pazienza” ma fatti concreti”.