I viaggi con i calabresi che scaldano il cuore: il racconto di un giovane reggino

Quante volte una persona cara, guardandovi, vi ha detto "Bellu, ti viu un po' sciupatu'? Ecco la storia del viaggio in treno di un giovane reggino

Ristobottega

Da 24 ore su Facebook impazza il post di un giovane reggino. Lo sfondo è l’interno di un treno, una signora intenta a cercare qualcosa in una busta immensa ed in primo piano un panino. Cosa avranno di speciale? La storia che vi è dietro un semplice gesto.

I viaggi con i calabresi


Bloccati dal Covid tanti calabresi sono rimasti lontani dalla loro regione per lunghi mesi. Tanti sono tornati e stanno tornando, tanti altri, invece, dovranno pazientare e attendere ancora un po’. Rientrare in Calabria vuol dire tornare a casa, dalla famiglia, dagli amici, nella culle delle tradizioni sopite ma mai dimenticate.

E così il  ragazzo che racconta agli amici di Facebook il suo viaggio da Torino a Reggio Calabria usa parole semplici per descrivere ciò che per noi è la normalità: la bellezza di essere calabresi.

“Io di Reggio Calabria. Lei di Lamezia Terme
– ‘E tu non mangi?’
– ‘Signora lasciamo stare guardi, non mi sono portato niente da Torino’
– ‘U voi nu paninu cu speck?’
– ‘Signora guardi che me lo prendo’
– ‘E pigghia pigghia, ndaiu n’atri 2′”.

La Calabria è casa

Si potrebbe affermare che non è necessario essere calabresi per offrire un panino ad uno sconosciuto in treno. I calabresi però, le donne (e le nonne) in particolare, hanno da sempre uno spirito da crocerossina impossibile da domare. Quante volte tra le mure di casa abbiamo ascoltate le persone a noi più care affermare: ‘Bellu ti viu un po’ sciupatu’.

Ristobottega

“Incredulo. A stento trattengo le lacrime. Allungo la mano. Afferro il panino. Lei se la ride, e mi chiede se è buono. Vi lascio immaginare la mia risposta. Digiuno finito. Ma quanto amo la Calabria?”.

Testardi e spesso invadenti i calabresi hanno anche qualche pregio: quello di prendersi cura degli altri. Non importa se giovani, anziani, di mezza età, fuorisede o emigrati. La Calabria ha il potere di cambiare le persone, di unirle attraverso un filo invisibile che passa attraverso ognuno dei suoi figli sparsi nel mondo. E così, un semplice panino offerto in treno diventa un simbolo di unità.

Fonte: pagina facebook Alberto D’Agostino