Sud digitale, boom di occupazione Ict: +50% in quattro anni

Il Ceo di Sied IT Azzarà: “Il Mezzogiorno può guidare la rivoluzione tecnologica”

ict ansa

C’è un dato che sorprende e che merita di essere messo in primo piano: tra il 2019 e il 2023 l’occupazione nel settore dell’Ict al Sud è cresciuta di circa il 50%. Un incremento impressionante, più del doppio rispetto alla media nazionale e superiore persino al Nord-Est, da sempre locomotiva del Paese, che nello stesso periodo non ha superato il 20%.

Le fonti da cui provengono questi dati sono autorevoli: il rapporto del Cnel sulla produttività e l’analisi di Bankitalia sul mercato del lavoro post-pandemia, che confermano come il Mezzogiorno stia diventando uno dei laboratori più dinamici dell’innovazione tecnologica. È un cambio di passo che ribalta luoghi comuni e narrazioni consolidate: il Sud non è più solo un territorio da rincorsa, ma un ecosistema che inizia a generare lavoro e valore proprio nei settori più avanzati.

A trainare il boom ci sono almeno tre fattori chiave. Il primo è l’espansione delle imprese digitali, in particolare quelle che operano nell’e-commerce e nello sviluppo software. Il secondo è l’arrivo di grandi player tecnologici che hanno deciso di investire in Campania, Puglia e Sicilia, attratti da un bacino di competenze e da politiche locali più favorevoli. Infine, il Pnrr ha svolto un ruolo decisivo, con investimenti che hanno accelerato la transizione digitale e dato ossigeno a un tessuto produttivo in cerca di rilancio.

Il risultato è un effetto moltiplicatore: l’aumento del tasso di occupazione e la possibilità concreta di ridurre il gap di produttività che separa ancora il Sud dalle aree più sviluppate.

Non si tratta solo di quantità. I servizi tecnologici e professionali mostrano dinamiche retributive migliori rispetto ai settori tradizionali e all’industria. Le aziende che adottano soluzioni di intelligenza artificiale non solo assumono più addetti, ma offrono anche condizioni salariali più competitive. Questo significa che il Mezzogiorno, spesso percepito come terra di lavoro povero e precario, sta iniziando a proporre opportunità di qualità per figure altamente specializzate.

Il dato forse più rilevante riguarda i giovani. In un mercato del lavoro nazionale segnato da bassi salari e precarietà diffusa, il Sud si candida a diventare un bacino ideale di chance lavorative per chi possiede competenze digitali avanzate. Le statistiche confermano che i profili con formazione Ict hanno prospettive migliori, non solo in termini di assunzione, ma anche di crescita professionale. È una novità di portata storica: il Mezzogiorno può finalmente invertire la rotta della “fuga di cervelli” e trattenere talenti.

“Questi dati ci dicono che il Mezzogiorno non è più soltanto un territorio da rincorsa, ma può diventare il motore della rivoluzione digitale italiana,” commenta Beniamino Azzarà, founder e Ceo di Sied IT. “L’intelligenza artificiale e il cloud sono strumenti indispensabili per colmare il gap con le aree più sviluppate. Consentono di abbattere costi, aumentare efficienza e ridurre la dipendenza da infrastrutture tradizionali. È un’occasione storica che non possiamo permetterci di sprecare.”

Naturalmente non mancano le criticità. In valori assoluti, la quota di occupati Ict nel Sud resta ancora inferiore rispetto al Nord. Inoltre, Bankitalia segnala che la rapida crescita dell’occupazione, combinata con la riduzione della popolazione in età lavorativa, genera una crescente difficoltà di reperimento del personale. Le imprese del comparto tecnologico faticano già oggi a trovare specialisti qualificati, soprattutto tra i laureati, rispetto ad altri Paesi europei.

“Se vogliamo consolidare questa crescita – spiega Azzarà – dobbiamo investire nelle competenze digitali. Oggi il vero limite è la scarsità di specialisti Ict, soprattutto tra i laureati. Servono percorsi universitari e professionali mirati, capaci di formare figure nuove in grado di governare l’innovazione. Solo così i giovani del Sud potranno restare e costruire il proprio futuro qui.”

Ma il dato di fondo resta: l’asse dell’innovazione si sta spostando anche verso Sud. E se questo trend sarà accompagnato da politiche mirate su formazione, competenze e infrastrutture, il Mezzogiorno potrà diventare davvero il motore di una nuova rivoluzione digitale italiana.

“Bisogna smettere di guardare al Sud come a una periferia economica,” conclude Azzarà. “Abbiamo risorse, energie e professionalità che meritano di essere valorizzate. Il digitale è il terreno su cui giocare questa sfida. E noi, come Sied IT, siamo pronti ad accompagnare le imprese locali in questo percorso di trasformazione, facendo rete con partner nazionali e internazionali.”