A piedi nudi sull’Etna: l’impresa dell’escursionista reggino Claudio Lombardo

Claudio Lombardo, escursionista originario di Sala di Mosorrofa e sottufficiale delle Truppe Alpine di Bolzano, ha attraversato scalzo l’Etna da nord a sud in una combinazione estremamente rara di barefoot running

Claudio Lombardo escursione Etna

Il 15 novembre un atleta calabrese ha compiuto quella che molti definiscono forse la traversata più difficile ed estrema mai tentata su un vulcano: la traversata integrale dell’Etna da nord a sud, affrontata in modalità Barefoot Alpine Running, completamente scalzo, in pantaloncini e con zaino zavorrato.

Una sfida che, già sulla carta, sembrava ai limiti del possibile. Ma ciò che ha reso questa impresa ancora più straordinaria è stata la scelta di affrontare l’intero ambiente etneo nella sua forma più cruda: rocce vulcaniche taglienti come vetro, banchi di neve e ghiaccio, quota elevata, pendii instabili, fumarole soffocanti, vento gelido che colpisce come una frustata a ogni passo. Un terreno dove la minima distrazione può ferire, rallentare o addirittura costringere alla resa.

Chi è Claudio Lombardo

Claudio Lombardo è un escursionista e sottufficiale dell’Esercito che presta servizio presso il Comando Truppe Alpine di Bolzano. Claudio Lombardo è reggino doc, esattamente di Sala di Mosorrofa.

Claudio Lombardo escursione Etna

L’atleta è partito dal versante nord e ha superato le pietraie in rapida progressione, entrando progressivamente nella fascia di alta quota, dove il terreno vulcanico diventa caustico, caldo, abrasivo. In vetta, il vento ha falciato la cresta con raffiche violente e spinte laterali, rendendo ogni metro un equilibrio precario tra potenza, tecnica e sangue freddo.

La discesa sul versante sud è stata una lotta completamente diversa: pietrisco instabile, lunghi canali scivolosi, alternati a zone calde e aride. Un ambiente che cambia continuamente, che non concede appigli pause, e che richiede una concentrazione feroce per evitare il minimo errore.

L’impresa, interamente reistrata, secondo gli esperti, viene considerata una combinazione estremamente rara di barefoot running, quota, neve, ghiaccio, terreni lavici e tratti fumarolici che porta il corpo in un territorio dove pochi atleti al mondo si avventurerebbero. La riuscita della traversata stabilisce un riferimento nuovo, difficile da replicare e ancora più difficile da superare.

Una prova estrema di mente e corpo

Ciò che emerge da questa impresa non è solo la componente fisica, pure eccezionale. È soprattutto la capacità mentale di restare lucidi quando i piedi bruciano, il gelo taglia pelle, la quota si fa sentire e il corpo chiede una via d’uscita. In quei momenti l’atleta ha continuato a spingere, trasformando ogni passo in una dimostrazione di resilienza estrema.

La sua traversata nord-sud dell’Etna non è solo una prova di resistenza: è il simbolo concreto di ciò che accade quando la volontà umana decide di andare oltre, affrontando uno degli ambienti più affascinanti e pericolosi del continente con nulla più che uno zaino, dei pantaloncini e la sua determinazione assoluta.

Un’impresa che, a detta di molti, riscrive davvero i limiti umani.