“La principessa sul pisello” e il sarcasmo irriverente della Littizzetto
21 Agosto 2016 - 17:40 | di Eva Curatola

15/02/2015, Milano, trasmissione televisiva Che tempo che fa. Nella foto Luciana Littizzetto
di Eva Curatola – “Se discutere col vostro fidanzato è come sbattere la testa contro il muro di Berlino…tranquille: prima o poi crolla.”
Questa la frase che campeggia nel retro della copertina del libro “La principessa sul pisello” di Luciana Littizzetto.
Dopo “Sola come un gambo di sedano“, in cui si faceva vendicatrice delle single, Luciana Littizzetto stavolta si scatena su coppia e dintorni. Tanti lui e tante lei, ma anche tante ridicole manie e riti d’oggi fanno capolino in questo diario di una Principessa sul Pisello come tante: dalla pasta di sale all’utero in affitto, dallo spirito guida ai saldi, dalle vacanze a Miami ai maschi che assistono al parto, dai masochisti a dispense fino alle fanatiche dell’aura.
Quella che ci racconta la Littizzetto è la storia di una principessa che però non si fa più illusioni sul principe azzurro, ma nonostante questo non smette di sognarlo. Una principessa un po’ str**za, cinica all’apparenza ma con un forte desiderio di sentirsi dedicare parole d’amore.
“Gli uomini non la smetteranno mai di trattare la macchina meglio della fidanzata. Anche perché non rompe le palle, la macchina, è muta, se vuol dirti qualcosa accende le lucine, invece la morosa parla, non è dotata di cruscotto, purtroppo.”
La bellezza del libro sta proprio nel sarcasmo della Littizzetto, a cui siamo ormai abituati, grazie oltre che ai libri, anche ai suoi numerosi scatch in tv. Inoltre l’intera storia è un’immersione nella vita quotidiana, con il punto di vista però di una comica in grado di far ridere una nazione intera.
Un libro che non ha nulla a che vedere con la celeberrima favola omonima, ma che sin dal suo inizio promette una lettura esilarante.
“Quando la malinconia di essere sole vi blocca il gozzo e non riuscite a mandar giù neanche un goccio di succo di frutta, fate così. Guardate i fidanzati o i mariti delle vostre amiche. Guardateli bene. E poi domandatevi se c’è ancora da piangere perché siete da sole.”
