'Alica Festival', Bungaro in concerto a Bova Marina appassiona il pubblico

Pubblico in piedi e grandi applausi per un concerto che resterà segnato nel tempo migliore della memoria

La lunga fila nel backstage alla fine del concerto per salutare l’artista e farsi fotografare insieme, è la testimonianza di quanto sia arrivato al cuore della gente il concerto di Bungaro.Al teatro Don Bosco di Bova marina, la data 8 marzo 2019 è da sottolineare con l’evidenziatore delle emozioni piu belle.

E’ Un viaggio sonoro di grande impatto,Bungaro ed i suoi musicisti riescono a stimolare sensazioni positive interagendo con il pubblico, appassionandolo con la forza delle parole, con l’armonia degli arrangiamenti e con la grande empatia e bravura del cantautore salentino.

Dopo la presentazione iniziale del direttore artistico Silvio Cacciatore e di Fulvio D’Ascola , protagonista di Alica Festival Nelle Scuole, con tanti studenti presenti in sala ,il live inizia con la suggestioni acustiche che per ottanta minuti sospenderà il tempo.Le canzoni scorrono come perle incastonate tra gli splendidi contrappunti musicali di Antonio Fresa al pianoforte,Marco Pacassoni al vibrafono ,batteria e percussioni e Antonio De Luise al contrabasso elettico.

Al centro del palco Bungaro canta e racconta le storie dell’ispiraizone delle sue canzoni,del suo rapporto con le donne e grandi interpreti della musica italiane. Le sue canzoni sono state cantate da Fiorella Mannoia,Malika Ayane,Ornella Vanoni,Paula Morelenbuan, ma con la sua voce ritornano nella composizione originale piena di immenso pathos.

Scorrono “Il Deserto”,”Occhi belli”,”Guardastelle”,”Il Mare immenso”, “Imparare ad amarsi” e l’inedita versione di “Aspetto che torni” cantata da Renga, con variazione di testo, all’ultimo Festival di Sanremo, che ha un impatto completamente diverso e molto piu qualitativo nella versione originale.La nostalgia ha il tappeto sonoro di “Passione”,il classico della musica napoletana ,cantato nel ricordo del padre “andato via troppo presto”.

La bellezza delle parole si identifica nella trasposizione cinematografica con “Perfetti sconosciuti”, canzone colonna sonora dell’omonimo film di grande successo. Il pubblico partecipa ed interagisce con “Il prato” e con ‘’La donna riccia” di Domenico Modugno, “Lu Viddicu di lu mundu” ,versione in dialetto brindisino de “L’ombelico del  mondo” di Jovanotti ,è una anche  bellissima jam session ,con sprazzi strumentali rubati a “I Heard It Through The Grapevine” di Marvin Gaye e a “Pretty Woman” di Roy Orbison, con la presentazione finale dei musicisti che si esibiscono in assoli strumentali. Conclusione con pubblico in piedi e grandi applausi per un concerto che resterà segnato nel tempo migliore della memoria.