‘Arangea bis-Oikos’, il ruolo dell’uomo di San Roberto e le piazze di spaccio reggine
Da San Roberto, dall'interno della sua abitazione gestiva una serie di attività mirate allo spaccio di droga in città
14 Luglio 2025 - 14:39 | di Vincenzo Comi

Tra le numerosissime attività investigative che hanno portato all’esito dell’operazione ‘Arangea Bis – Oikos‘ spicca una figura, non di poco conto che accentra a sé, in un unico soggetto, i ruoli di organizzatore, promotore e finanziatore nello spaccio di droga.
Un solo uomo che, dal Comune di San Roberto, dalla sua abitazione, sceglieva i canali di approvvigionamento, procedeva all’attribuzione delle varie mansioni ai singoli associati e sovrintendeva alle attività di riscossione dei crediti derivante dalla vendita della droga.
Un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti facente capo ad un unico soggetto dunque, già noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi giudiziari, che le risultanze investigative hanno permesso di inquadrare appunto quale promotore, dirigente, organizzatore e finanziatore dell’associazione.
L’uomo, infatti, senza alcuna intermediazione, provvedeva all’individuazione dei canali di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti, curando i rapporti con i fornitori e le relative transazioni, sovraintendeva all’organizzazione dell’attività di spaccio, decidendo le modalità ed i luoghi di detenzione dello stupefacente nonché i prezzi di vendita ed i sodali delegati alle rispettive mansioni, determinando le quantità da distribuire tra i singoli associati per la successiva cessione.
Procedeva inoltre all’attribuzione delle varie mansioni ai singoli associati, forniva ai sodali armi ed autovetture e sovrintendeva alla attività di riscossione dei crediti, derivanti dalla vendita della droga.
Diverse sono le conversazioni in cui si discuteva delle pendenze debitorie sia di terzi nei confronti del gruppo, sia di membri dell’associazione.
La base operativa ‘Oikos’ dell’organizzazione
Dalle prime indagini effettuate, emergeva che il promotore aveva utilizzato quale base operativa dell’organizzazione, prima il domicilio della cugina sita in Reggio Calabria, e successivamente la sua stessa abitazione, di San Roberto. Da lì, l’uomo, seppur ristretto all’interno della sua abitazione, continuava a tenere le fila dell’organizzazione.
Un vero e proprio hub in cui concentrava le sue attività, scoperto proprio dall’analisi delle conversazioni telefoniche ed ambientali captate, simmetricamente con le risultanze provenienti dal sistema di video-sorveglianza esterno all’abitazione di residenza del capo dell’organizzazione.
La rete familiare di protezione
Altro elemento caratterizzante della ricostruita organizzazione era determinato dalla rete di protezione familiare di cui il capo beneficiava. Parenti anche molto stretti che gli permettevano di beneficiare di una rete di sodali leali ed affidabili che gli consentivano di operare con assoluta tranquillità.
In alcune delle conversazioni intercettate, infatti, gli investigatori avevano modo di udire i suoi familiari dare tempestivamente avviso in merito alla presenza delle FF.OO. che avrebbero potuto essere di ostacolo all’operatività dell’associazione.
Le mansioni dei sodali e le piazze di spaccio
Il gruppo criminale era poi composto da una serie di personaggi, tutti destinatari del provvedimento cautelare, i quali concertavano con gli altri associati le forniture di stupefacente da effettuare a soggetti terzi, determinando tipologie e prezzi da applicare, svolgevano le mansioni di corriere, trasportando le varie dosi presso i luoghi di detenzione, provvedendo anche al confezionamento delle stesse.
Il modus operandi adottato dall’organizzazione prevedeva un contatto telefonico o tramite piattaforme di messaggistica istantanea tra l’acquirente e lo spacciatore, a cui faceva seguito l’incontro in luogo concordato, nella maggior parte dei casi coincidente con quelli notoriamente interessati dalle attività di spaccio cittadino.
Nello specifico, le attività di spaccio interessavano le zone cittadine di: via Marina, Stazione Lido, Piazza Carmine, via Saracinello, via Ravagnese Superiore.
Le modalità di trasporto dello stupefacente
A risultare determinante sono state le intercettazioni telematiche in quanto hanno consentito di raccogliere dichiarazioni genuine fatte nella assoluta convinzione di non poter essere ascoltate.
Nel corso delle intercettazioni telematiche si scopriva che lo stupefacente veniva portato fuori dall’abitazione con le modalità più disparate tutte studiate per non destare sospetto.
La sostanza stupefacente veniva celata all’interno dei sacchi neri della spazzatura o dentro comuni borsoni oppure nascosta all’interno delle tasche dei pusher che si occupavano poi di occultarla all’interno delle autovetture che utilizzavano successivamente per i trasporti. Proprio in uno di questi venivano sequestrati due involucri in cellophane di sostanza stupefacente del tipo marijuana diretti a Catania, affinché i futuri compratori potessero saggiare la qualità della sostanza proposta per la vendita.
I collegamenti con la Piana di Gioia Tauro e la Sicilia
Attraverso la ricostruzione di tutta una serie di acquisti e cessioni di sostanze stupefacenti è stato possibile ricostruire infine la rete di rapporti tessuti dal capo con soggetti operanti sulla Piana di Gioia Tauro.
Nel corso dell’attività emergeva, altresì, che l’organizzatore, per accelerare la commercializzazione dello stupefacente e massimizzare i guadagni illeciti, aveva assorbito nel proprio gruppo anche alcuni pregiudicati catanesi.
L’uomo curava personalmente i rapporti tra i sodali siciliani e quelli calabresi, organizzando i trasporti di stupefacente e le relative transazioni dalla Calabria alla Sicilia, nonché le trasferte dei siciliani in Calabria per le varie riunioni organizzative e per le contrattazioni relative alla sostanza stupefacente.
Diverse le trasferte documentate dei sodali siculi che una volta raggiunta la costa calabra ricevevano ogni tipo di supporto, in primis, a livello logistico (a titolo esemplificativo la messa a loro disposizione di un autista dedicato e l’individuazione dei posti dove alloggiare).