Calabria - Arresto Tallini, le accuse della Procura di Catanzaro

Avrebbe speso il suo (considerevole) peso in Regione «per agevolare l’iter per il rilascio di autorizzazioni nella realizzazione di 2 società

Gira e rigira, c’è sempre la martoriata sanità calabrese al centro di quel groviglio di interessi inconfessabili che lega il crimine organizzato calabrese e (buona) parte della politica nostrana.

ARRESTATO DOMENICO TALLINI: LE ACCUSE

Questa volta è toccato al presidente del consiglio regionale in carica, Domenico Tallini, politico di lunghissimo corso eletto in astronave tra le file di Forza Italia, indagato dalla distrettuale antimafia di Catanzaro per concorso esterno in associazione mafiosa.

«In qualità di assessore regionale fino al 2014 – scrive il Gip sull’ordinanza che dispone per Tallini gli arresti domiciliari – e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale del 2014 e successivamente quale consigliere regionale, forniva un contributo concreto specifico e volontario» in favore della cosca dei Grande Aracri.

Accuse pesanti quelle che la Procura diretta da Nicola Gratteri muove nei confronti del presidente del consiglio regionale che, nello specifico, si sarebbe adoperato «al fine di garantire, ai referenti del sodalizio medesimo, le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi, dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici, onde realizzare lo scopo del sodalizio del controllo della specifica attività economica».

In pratica, secondo i magistrati, Tallini avrebbe speso il suo (considerevole) peso in Regione «per agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del “Consorzio Farma Italia” e della società “Farmaeko”… promuoveva la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale e concorreva ad indurre, i soggetti preposti, a rilasciare la necessaria documentazione amministrativa e certificazione».

Per non lasciare niente al caso poi, Tallini, sottolinea il Gip

«imponeva, nella struttura Farmaeko l’assunzione e l’ingresso, quale consigliere, del proprio figlio». Tallini è poi accusato di avere accettato la proposta della cosca Grande Aracri, di accettare il proprio sostegno elettorale proprio «per favorire la conclusione dell’iter amministrativoper il rilascio necesarie allo svolgimento dell’attività del consorzio “Farmaitalia” riconducibile alla cosca Grande Aracri».