Biesse, continua il progetto 'Liberi di scegliere': in palio 3 borse di studio

Le borse di  studio saranno intitolate a Fava e Garofalo i due carabinieri uccisi per mano della 'ndrangheta

Un percorso educativo sui valori di legalità, giustizia e umanità che ogni anno si arricchisce di nuovi elementi. Il progetto ‘Liberi di scegliere’ si avvia verso la sua seconda tappa. Quest’ultima avrà luogo venerdì 10 gennaio alle ore 10:00 presso il liceo di Scienze Umane e Linguistico Tommaso Gulli.

Dopo i saluti del Preside Dott Francesco Prattico, vi sarà l’introduzione della Presidente Biesse Bruna Siviglia, gli interventi del Presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria Roberto di Bella e del  Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi Ottavio  Sferlazza che si confronteranno con gli studenti.

BORSE DI STUDIO

Quest’anno un’importante novità, oltre le borse di studio a minori che hanno fatto un percorso di recupero, anche per gli studenti delle scuole ci saranno tre borse di studio rispettivamente del valore di:

  • 500 euro per il primo classificato;
  • 300 euro per il secondo;
  • 250 euro per il terzo.

Le borse di  studio saranno intitolate a Fava e Garofalo i due carabinieri uccisi per mano della ‘ndrangheta. Il compito dei ragazzi sarà quello di esporre le loro riflessioni appunto sul tema ‘Liberi di scegliere’.

Sottolineando l’importanza dell’iniziativa, la presidente dell’associazione Biesse, Bruna Siviglia, sottolinea:

“Liberi di scegliere ormai è diventato un protocollo governativo che ci ha spinto a toccare le coscienze degli studenti reggini. Per questa iniziativa dobbiamo dire ‘grazie’ al giudice che ha avuto il coraggio di  tendere la mano ai giovani in situazioni difficili’. 

Raccontando il suo progetto Roberto Di Bella afferma:

“Dall’altra parte non c’erano dei criminali irrecuperabile, ma dei ragazzi che potevano essere aiutati. Erano cresciuti odiando lo Stato, ma la loro infelicità era così forte che un dialogo era possibile”. 

Un percorso non sempre facile, anzi, spesso faticoso e doloroso,  ma che ha restituito a molti ragazzi la possibilità concreta di una vita diversa da quella segnata dal carcere e dalla violenza dei loro padri. Di Bella si racconterà ai giovani parlando dei suoi tanti interrogativi dei dubbi che, a volte, sono più sani delle certezze. Sono circa 60 i ragazzi che hanno avuto il coraggio di scegliere e tante le madri che hanno chiesto aiuto per allontanare i loro figli da un sistema  che  li avrebbe portati in carcere o a morire ammazzati.