Giovani reggini 'Liberi di scegliere'. Di Bella: "Dalla 'ndrangheta si può uscire"

Il progetto "Giustizia e umanità. Liberi di scegliere" è stato presentato agli studenti reggini. Le parole del Questore Vallone, del Presidente Di Bella e di Bruna Siviglia (Biesse)

Entrando nella Sala Calipari del Consiglio Regionale della Calabria appare chiara una cosa: le scuole stanno dalla parte della legalità. Centinaia di giovani seduti nelle poltrone che, spesso ospitano importanti istituzioni, si trovano di fronte agli ideatori di un progetto che potrebbe cambiare il destino di tante persone.

L’associazione Biesse, in collaborazione con il Tribunale dei Minori di Reggio Calabria intende promuovere “Giustizia e umanità. Liberi di scegliere”.

Quest’ultimo, ormai, è diventato un vero e proprio ‘motto’ della lotta alla legalità, conosciuto in tutta la Penisola grazie al film, andato in onda solamente qualche mese fa che vedeva protagonista Roberto Di Bella, il giudice che ha ridato speranza a tantissime famiglie.

É proprio lui, il fautore di questo sensazionale progetto a raccontare le prime impressioni di questa giornata ai microfoni di CityNow:

“Oggi siamo qui per presentare il nostro progetto di legalità. Puntiamo ad un cambiamento sociale, ma soprattutto culturale. Vogliamo instillare nei ragazzi quella scintilla di consapevolezza che li renda appunto in grado di essere “liberi di scegliere”.

La vita all’insegna dell’illegalità porta sofferenze, per questo motivo desideriamo far intravedere l’orizzonte ai giovani con gli occhi della nostra esperienza. Spero di riuscire a coinvolgere i giovani a stimolare delle riflessioni, sulla dignità, sul rispetto verso gli altri e sulla legalità in genere”. 

Alla presentazione del progetto non poteva mancare il Questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone:

“É sempre bello vedere la partecipazione dei giovani, di tutte le età, a manifestazioni in cui si parla di legalità. L’argomento cardine che affronteremo oggi è il tentativo di recupero di tanti giovani per una società migliore. Potremmo definirlo come il “Protocollo Di Bella”, il tentativo di sottrarre alla criminalità organizzata giovani che possono essere ben spesi all’interno del tessuto sociale di questa città”. 

Quello che può sembrare un processo complicato, specialmente per i più piccoli, invece non lo è. Ecco perchè secondo il Questore Vallone:

“I giovani vivono la realtà di questa città, far capire loro che un futuro diverso è possibile. Anche per chi è nato in una famiglia in cui ci sono problematiche sociali e criminali estremamente importanti non è così difficile come può sembrare. I ragazzi capiscono, comprendono e, dopo aver ascoltato le parole di oggi degli esperti del settore, avranno la possibilità di dire io c’ero nel momento in cui sono state prese decisioni importanti 

Non a caso il progetto ‘A-ndrangheta’ della Questura di Reggio Calabria tende a dare importanza proprio alle scuole per consentire ai ragazzi, un domani di non emigrare”.

Infine anche la presidente dell’Associazione Biesse, Bruna Siviglia, esprime la sua immensa soddisfazione per la riuscita del progetto:

“Vedere tutti questi giovani qui, è una grandissima emozione. La Sala Calipari è strapiena basta un colpo d’occhio per accorgersi che non sono rimasti più posti liberi. Per questo voglio ringraziare i presidi di tutti gli istituti presenti che credono nel percorso della nostra associazione. 

É sempre bello raccogliere i frutti di tanto lavoro e tanto sacrificio. 

Divulgare la legalità e la giustizia sono solo il primo passo. Questa città ha bisogno di pragmaticità, concretezza, le parole valgono fino ad un certo punto. I giovani hanno bisogno di prospettivi, speranze e noi le daremo loro attraverso aiuti economici come ad esempio borse di studio. L’obiettivo? Ricordare a tutti i ragazzi che dalla ‘ndrangheta si può uscire”.