Il borgo di Brancaleone Vetus al Festival della scienza di Genova

200 mila presenze registrate, 300 scienziati e 350 enti coinvolti per la mostra 'Viaggio virtuale nei paesi d'Italia'

Importante traguardo quello del sito Archeologico Urbano di Brancaleone Vetus, presente tra i borghi selezionati e scelti dagli organizzatori della 21^ edizione Festival della scienza di Genova che si è svolta dal 26 ottobre al 5 novembre nella città ligure.

La mostra sui cui si è concentrata l’attenzione dal titolo: Eventi estremi che lasciano il segno. “Viaggio virtuale nei paesi d’Italia” è stata allestita all’interno del Palazzo Reale – Teatro del Falcone ed ha visto oltre 700 alunni delle scuole primarie, secondarie e superiore. I risultati della ventunesima edizione del Festival della Scienza che, da giovedì 26 ottobre a domenica 5 novembre 2023, ha registrato 200 mila presenze, ha coinvolto 300 scienziati e personalità illustri provenienti da tutto il mondo e 350 tra enti, associazioni, aziende ed editori, per un programma composto complessivamente da 239 eventi, articolati in 97 conferenze, 86 laboratori, 26 mostre, 3 spettacoli e 27 eventi speciali.

Dal sito cimafoundation.org dove la mostra è ancora visibile, si legge;

Il potente terremoto che scosse il sud Italia nel 1908 lasciò un segno indelebile su diversi borghi calabresi. Gli ingenti danni subiti dalle antiche abitazioni, uniti al flusso migratorio verso le coste proprio di quegli anni, portarono numerosi abitanti del piccolo borgo di Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria, ad abbandonare le loro case.

Infine, l’alluvione del 1953 costrinse anche gli ultimi abitanti rimasti a trasferirsi a valle dove erano presenti centri abitati dotati dei servizi essenziali come acqua ed elettricità. Brancaleone è un borgo antichissimo. Fu fondato intorno al V-VI sec. D.C. da monaci cristiani in fuga dalle persecuzioni subite in Grecia, Siria e Cappadocia. Essi trovarono rifugio nelle caratteristiche piccole grotte presenti sull’Aspromonte calabrese.

Situato in una posizione strategica rispetto al livello del mare e alla vallata circostante, il borgo fu obiettivo di molte famiglie potenti della regione, prendendo il nome proprio dall’ultima famiglia che ne mantenne il controllo. Ad oggi l’antica chiesa di Maria S.S. Annunziata è stata ricostruita alle porte del borgo e grazie all’opera della Pro Loco di Brancaleone e volontari, queste opere di riqualificazione, incentivano ormai il ritorno di turisti e curiosi, riportando la vita tra le affascinanti rovine dell’antichissimo borgo calabrese.

Presidente pro loco Brancaleone

Le parole di Carmine Verduci, presidente della Pro Loco di Brancaleone:

“É per noi motivo di orgoglio e riconoscenza aver avuto questa opportunità, per far conoscere al mondo la realtà di Brancaleone e come si sta evolvendo.

Il contributo video che abbiamo realizzato per l’organizzazione è una testimonianza su come negli anni si è cercato e si cerca ancora tutt’oggi di contrastare il degrado naturale di questo luogo, nella piena consapevolezza che oltre il volontariato, c’è e ci sarà bisogno di più attenzione da parte degli organi preposti alla tutela dei paesaggi rurali, e dei beni archeologici e monumentali.

Quello che noi volontari possiamo fare oggi è promuovere attraverso queste piccole ma grandi azioni, il senso “di comunità” che attorno a questi temi, pone all’attenzione pubblica l’immane lavoro “in progress” che si sta realizzando a Brancaleone Vetus, consci che tutto questo porterà in futuro grandi ed importanti risultati. Come “Comunità Patrimoniale di Brancaleone”- continua il Presidente della Pro Loco Carmine Verduci– siamo grati a chi ha voluto portare Brancaleone in questo festival che oggi più che mai serve a fare conoscere questa nostra realtà a quante più persone possibili.

La storia, la cultura, le vicissitudini storiche ed il patrimonio antropologico sono di vitale importanza per comprendere i contesti e sviluppare azioni in grado di salvaguardare il nostro bagaglio storico sulla scia di eventuali azioni capaci di aumentare l’attenzione e porre in essere quel “senso di appartenenza” che non deve mai spegnersi”.