Il calcio ed i giovani: a CityNow ne parla l'esperto Giuseppe Geria

Le squadre in B che si sono mosse meglio sui giovani ed i due talenti della Reggina

La discussione è perennemente aperta e spesso alle parole non seguono i fatti. Nel mondo del calcio, soprattutto in Italia, sentiamo parlare molto frequentemente dell’importanza dei settori giovanili, del coraggio che ci vuole a far crescere e poi lanciare a livello professionistico calciatori giovani e di qualità, ma poi le scelte sono pronte a smentire quanto dichiarato all’inizio di ogni stagione. CityNow ha intervistato uno dei più esperti sull’argomento, l’ex responsabile dei settori giovanili di Reggina, Bari, Juventus e Pescara, Giuseppe Geria:

Quanto si investe in Italia sui giovani

“Decisamente poco. Le occasioni in Italia le si hanno soprattutto in momenti di crisi, di austerity, di budget ridotti e quindi si è un pò costretti a inserire dei giovani per avere costi minori di azienda. All’estero invece vige ormai una mentalità che riguarda la formazione e la creazione di un settore giovanile che poi produca dei giocatori per la prima squadra o come plusvalenza. Il problema sta tutto nella mentalità. La responsabilità è di tutti nell’ambiente che circonda un club. Partendo sempre da chi dirige e poi dai comportamenti di noi adulti. Nel corso delle tante gare alle quali ho assistito, ho visto scene ed atteggiamenti che portano a profonde riflessioni. Si vivono momenti di tensione esagerati per partite come l’Under 15 o l’Under 16, con dirigenti sulle tribune a sbraitare ed inveire, allenatori esasperati che urlano con i propri ragazzi in campo suggerendo ogni passo ed ogni giocata. Tutto questo non aiuta la crescita e la formazione del giovane calciatore”.

In serie B si muove qualcosa…

“In serie B l’inserimento dei giovani è favorito anche da importanti contributi, il cosiddetto minutaggio che aumenta in percentuale se il calciatore si è formato nel tuo settore giovanile. Poi presi dall’esasperazione del risultato, spesso si sconfessa questa filosofia che inizialmente viene professata in quasi tutti i club. Non si ha la pazienza di attendere che il giovane faccia la dovuta esperienza con tranquillità ed anche in questo caso contribuisce in negativo il comportamento degli adulti, quindi dei dirigenti, a volte della stampa.

Ci sono diverse linee guida nei club di serie B; alcuni preferiscono ricevere valorizzazioni da società di serie A importanti, scegliere dei giovani validi per inserirli e quindi fargli accumulare partite in una categoria significativa come la Serie B. Altri invece lanciano i giovani formati nei propri settori giovanili, nell’uno e nell’altro caso, dipende sempre dalla scelta dello staff, dalla guida tecnica e dai programmi che una società vuole attuare”.

Chi ha lavorato meglio quest’anno in B

Pisa, Parma, Frosinone e Lecce si sono mosse in maniera importante sui giovani tendenti a creare anche in futuro una base sulla quale lavorare e quindi poterli portare in prima squadra. Per quello che riguarda invece i giovani già protagonisti in cadetteria, facile fare un nome su tutti che è quello di Lucca del Pisa. Mi piace evidenziare anche la scelta operata dalla Reggina su Cortinovis, oltre all’ottima trattativa condotta per assicurarsi in maniera definitiva Rigoberto Rivas“.