Reggio – Prof a 22 anni, insegna nella scuola in cui si è diplomato: la storia di Carmelo Giamboi
"Se tutti vanno via, poi chi resta?". Il giovane reggino racconta il suo impegno tra studio e insegnamento e l'amore per la sua terra
05 Giugno 2022 - 11:08 | di Eva Curatola

“Homo faber fortunae suae”. C’è sempre un che di vero negli insegnamenti degli antichi saggi e la dimostrazione di quanto sia importante prendere in mano la propria vita, questa volta viene da Reggio Calabria. È proprio da qui, dall’estremo Sud, spesso abbandonato e bistrattato, che un ragazzo sta costruendo, mattone dopo mattone, un solido futuro. Come? Grazie alla scuola.
Carmelo Giamboi è uno dei più giovani professori d’Italia. A soli 23 anni insegna (e lo fa già da un po’) nello stesso istituito che lo ha visto crescere e conseguire la maturità solamente pochi anni fa.
Quando lo studio diventa passione e lavoro: la storia di Carmelo, tra i più giovani prof d’Italia
Un giovane solare, intraprendente, il cui cammino non è che all’inizio, ma gli è già valso tante soddisfazioni.
“Mi sono diplomato a luglio del 2018 all’istituto Righi – ha raccontato Carmelo ai microfoni di CityNow – in trasporti logistici con specializzazione aeronautica. Subito dopo mi sono iscritto al corso di Ingegneria all’Università Mediterranea di Reggio Calabria conseguendo la laurea in 2 anni e 8 mesi”.
Una triennale da record che però non è bastata a saziare la fame di conoscenza del giovane reggino che, nonostante il lavoro, è impegnato nel conseguimento di una laurea magistrale all’Università della Calabria.
“Lo studio prima di tutto. Sono contento di essere riuscito a trovare un equilibrio che mi permettesse di seguire le lezioni, sia da studente che da professore”.
Un paradosso che fa bene all’anima e che fa ben sperare, instillando nei giovani quella scintilla di speranza di cui si percepisce l’urgente bisogno.
Più che un sogno nel cassetto, la carriera da insegnante è arrivata per Carmelo Giamboi come “un fulmine a ciel sereno”.
“Ricordo ancora il giorno in cui ricevetti la chiamata. Essendo in possesso dei CFU, vari attestati e certificati, soddisfacevo il requisito per insegnare “Scienze della navigazione aerea”. E così, solamente tre anni dopo il diploma, mi sono trovato dall’altra parte della cattedra”.
I panni del professore ed il rapporto con gli studenti

Qui con la dirigente scolastica Avv. Musarella Maria Daniela
Come un moderno Superman, il giovane reggino salta in men che non si dica dai panni dello studente a quelli del professore e lo fa dal 15 novembre 2021, giorno in cui ha ricevuto l’incarico per insegnare all’istituto Righi.
“Non è stato semplice e non lo è tutt’ora, essendo io stesso ancora uno studente. Ho cercato di organizzare quello che era il mio piano universitario per vedere se fosse fattibile studiare e lavorare e, oggi, sono davvero contento di aver preso questa decisione”.
Sull’insegnamento, Carmelo ha raccontato:
“È passato si del tempo, ma allo stato attuale non realizzo quanto mi è accaduto. Ancora oggi sentirmi chiamare “professore” non è semplice. Ho 23 anni ed i miei alunni più grandi 19, siamo decisamente coetanei.
Ciò, comunque, non mi impedisce di svolgere bene il mio lavoro. Ho il massimo rispetto per i miei colleghi e lo stesso loro nei miei confronti. L’età, a volte, può essere anche un punto di incontro con gli studenti, loro si trovano bene con me, cerco sempre di spingerli a dare il massimo”.
Il professore, nel tempo, ha anche sviluppato un motto:
“Se io ci sono riuscito a 22 anni, voi potreste riuscirci a 21”.
Un guanto della sfida che speriamo i giovani raccolgano con grande senso di responsabilità.
L’amore per Reggio Calabria
Infine, il giovane professore reggino ci ha spiegato perché, come tanti altri conoscenti, non ha preferito andare altrove:
“Ho deciso con assoluta convinzione di rimanere nella mia terra. Ho pensato che se tutti vanno via, alla fine chi resta? Prima di dire “mollo tutto e vado via” ho pensato fosse il caso, almeno, di provarci. Sono felice oggi di essere qui e di insegnare a Reggio Calabria una materia che, per gli appassionati del settore, è non bella, di più”.