“Homo faber fortunae suae”. C’è sempre un che di vero negli insegnamenti degli antichi saggi e la dimostrazione di quanto sia importante prendere in mano la propria vita, questa volta viene da Reggio Calabria. È proprio da qui, dall’estremo Sud, spesso abbandonato e bistrattato, che un ragazzo sta costruendo, mattone dopo mattone, un solido futuro. Come? Grazie alla scuola.
Carmelo Giamboi è uno dei più giovani professori d’Italia. A soli 23 anni insegna (e lo fa già da un po’) nello stesso istituito che lo ha visto crescere e conseguire la maturità solamente pochi anni fa.
Quando lo studio diventa passione e lavoro: la storia di Carmelo, tra i più giovani prof d’Italia
Un giovane solare, intraprendente, il cui cammino non è che all’inizio, ma gli è già valso tante soddisfazioni.
“Mi sono diplomato a luglio del 2018 all’istituto Righi – ha raccontato Carmelo ai microfoni di CityNow – in trasporti logistici con specializzazione aeronautica. Subito dopo mi sono iscritto al corso di Ingegneria all’Università Mediterranea di Reggio Calabria conseguendo la laurea in 2 anni e 8 mesi”.
Una triennale da record che però non è bastata a saziare la fame di conoscenza del giovane reggino che, nonostante il lavoro, è impegnato nel conseguimento di una laurea magistrale all’Università della Calabria.
“Lo studio prima di tutto. Sono contento di essere riuscito a trovare un equilibrio che mi permettesse di seguire le lezioni, sia da studente che da professore”.
Un paradosso che fa bene all’anima e che fa ben sperare, instillando nei giovani quella scintilla di speranza di cui si percepisce l’urgente bisogno.
Più che un sogno nel cassetto, la carriera da insegnante è arrivata per Carmelo Giamboi come “un fulmine a ciel sereno”.
“Ricordo ancora il giorno in cui ricevetti la chiamata. Essendo in possesso dei CFU, vari attestati e certificati, soddisfacevo il requisito per insegnare “Scienze della navigazione aerea”. E così, solamente tre anni dopo il diploma, mi sono trovato dall’altra parte della cattedra”.
I panni del professore ed il rapporto con gli studenti
Come un moderno Superman, il giovane reggino salta in men che non si dica dai panni dello studente a quelli del professore e lo fa dal 15 novembre 2021, giorno in cui ha ricevuto l’incarico per insegnare all’istituto Righi.
“Non è stato semplice e non lo è tutt’ora, essendo io stesso ancora uno studente. Ho cercato di organizzare quello che era il mio piano universitario per vedere se fosse fattibile studiare e lavorare e, oggi, sono davvero contento di aver preso questa decisione”.
Sull’insegnamento, Carmelo ha raccontato:
“È passato si del tempo, ma allo stato attuale non realizzo quanto mi è accaduto. Ancora oggi sentirmi chiamare “professore” non è semplice. Ho 23 anni ed i miei alunni più grandi 19, siamo decisamente coetanei.
Ciò, comunque, non mi impedisce di svolgere bene il mio lavoro. Ho il massimo rispetto per i miei colleghi e lo stesso loro nei miei confronti. L’età, a volte, può essere anche un punto di incontro con gli studenti, loro si trovano bene con me, cerco sempre di spingerli a dare il massimo”.
Il professore, nel tempo, ha anche sviluppato un motto:
“Se io ci sono riuscito a 22 anni, voi potreste riuscirci a 21”.
Un guanto della sfida che speriamo i giovani raccolgano con grande senso di responsabilità.
L’amore per Reggio Calabria
Infine, il giovane professore reggino ci ha spiegato perché, come tanti altri conoscenti, non ha preferito andare altrove:
“Ho deciso con assoluta convinzione di rimanere nella mia terra. Ho pensato che se tutti vanno via, alla fine chi resta? Prima di dire “mollo tutto e vado via” ho pensato fosse il caso, almeno, di provarci. Sono felice oggi di essere qui e di insegnare a Reggio Calabria una materia che, per gli appassionati del settore, è non bella, di più”.