Castiglia si racconta: ‘Reggina ti voglio ancora. Taibi, Cevoli, Belardi, il S. Agata…’
26 Luglio 2018 - 10:09 | di Michele Favano

Ospite di “Piacevoli chiacchierate”, un reggino d’adozione, cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della Reggina, ha indossato tante maglie nel corso della sua carriera e più volte è tornato ad indossare quella amaranto. Ivan Castiglia lo abbiamo avuto ospite negli studi di City Now e con lui tantissimi sono stati gli argomenti trattati:
“Mi sento reggino a tutti gli effetti. Essere cresciuto nel settore giovanile della Reggina mi ha dato la possibilità di fare tutto il mio percorso professionale ed umano in una città verso la quale sono molto affezionato, legatissimo alla maglia, alla gente. Difficilmente riesci a rifiutare quando vieni richiamato, così come è successo al sottoscritto più volte.
Il ricordo più bello in amaranto? Beh sicuramente quell’esordio a soli 18 anni nella scala del calcio, S. Siro. Iniziare in uno degli stadi più belli al mondo è stata una grandissima emozione.
Ho un carattere un po’ particolare, oggi a trenta anni dico che forse era meglio avere un po’ di qualità calcistica in meno e più razionalità, fermo restando che non mi pento di nulla per quanto fatto nel corso della mia carriera, comprese le discussioni con gli allenatori.
In questo mondo probabilmente faccio fatica perché dico sempre quello che penso e qualche volta può dare fastidio, ma sono fatto così, quando ho torto so anche chiedere scusa.
Lo scorso anno con la Reggina si è attraversato un momento di difficoltà, siamo riusciti ad venirne con voglia, anima, attaccamento, le contestazioni dei tifosi vanno capite perché loro vorrebbero una squadra che lotti sempre per le prime posizioni. Io credo di aver dato il mio contributo, seppur stoppato da questo brutto infortunio.
La Reggina era tra le diverse società che nello scorso gennaio mi cercavano. Non ho avuto dubbi tantomeno esitazioni nel dire all’allora direttore Basile che sarei venuto a Reggio. La situazione era complicata, ma ci tenevo tantissimo a fare la mia parte per il raggiungimento dell’obiettivo. Contrattualmente sono ancora legato alla Triestina anche per la prossima stagione, nel momento in cui ho detto si alla Reggina, si era parlato di una prosecuzione del rapporto anche per il campionato successivo.
Prima l’infortunio, poi il cambio di tutto il comparto tecnico compreso il Direttore, hanno modificato gli scenari. Ho parlato comunque con la società ribadendo la mia disponibilità, sarò pronto dal punto di vista fisico tra qualche mese, vedremo quello che succederà.
Intanto ritengo che il DS Taibi stia facendo un ottimo lavoro. Il gruppo mi sembra buono e con individualità anche interessanti. Fa bene a dichiarare che l’obiettivo minimo è quello di raggiungere i play off perché questa piazza deve puntare sempre in alto. Cevoli l’ho incontrato da avversario ed il suo calcio è molto interessante. Offensivo, aggressivo, speriamo possa ripetere quanto fatto di buono al Renate.
Emanuele Belardi è un amico. Persona in gamba che conosce il calcio, credo sia la persona giusta per il settore giovanile. L’idea di riportare degli ex che sanno bene cosa significa l’amaranto può essere valida, per riportare invece la gente allo stadio credo che l’unica medicina siano i risultati.
Sto seguendo anche io la vicenda S. Agata. Per uno che è cresciuto dentro quel centro sportivo, è impensabile che la Reggina non possa allenarsi li. Quella è la sua casa e penso sia giusto che torni dentro la sua casa. Per quello che riguarda le dinamiche non entro nel merito. Da quella struttura sono venuti fuori tantissimi calciatori, oggi ne troviamo ancora tanti che giocano in giro per l’Italia e tanti tra serie A e B.
M.F. – P.R.
