Reggio città turistica…ma con i chioschi senza elettricità: ‘Così è impossibile lavorare’

L'appello del giovane imprenditore titolare di uno dei chioschi sul Lungomare: "Dagli uffici nessuno ci risponde. Abbiamo già bruciato 2 gruppi elettrogeni"

scialo chiosco

Dal concetto di città turistica alla sua effettiva e concreta applicazione, in mezzo ci passa tutto il mare dello Stretto, che separa Reggio Calabria e Messina. Difficile comprendere come una città possa definirsi con una tale vocazione, quando ad esempio (tra le tante criticità) un chiosco sul Lungomare non ha possibilità di avere la corrente. Eppure accade davvero.

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“Il mio chiosco è stato inaugurato il 29 aprile. A inizio mese avevamo già fatto richiesta per ottenere il contatore della luce, come da indicazione dell’amministrazione comunale. Ma da allora nessuno ci ha più risposto. Gli uffici competenti si stanno letteralmente lavando le mani”.

Ai microfoni di Rtv, la denuncia di Lorenzo Marino, un giovane imprenditore reggino, titolare (assieme ad altri due soci) di ‘Scialo’, uno dei chioschi sul Lungomare Falcomatà. “Stamattina abbiamo bruciato il secondo gruppo elettrogeno. E la nafta la paghiamo noi, a nostre spese. Così come tutti i prodotti che serviamo: ma se non abbiamo elettricità, non possiamo neanche conservarli. Oggi, per l’ennesima volta, siamo stati costretti a mandare la merce indietro”.

Un danno economico notevole, aggravato dalla mancanza di risposte: “Chiediamo, chiamiamo, sollecitiamo. Ma dagli uffici nessuno ci risponde. Se questo è il modo in cui Reggio Calabria vuole fare turismo, siamo messi male”, afferma amareggiato il giovane imprenditore.

Al danno si aggiunge la beffa, secondo quanto raccontato da Marino: “Non solo ho già pagato il primo canone di affitto, ma adesso il Comune mi chiede pure di anticipare i soldi per il contatore. Perché, dicono, al momento non possono pagarlo loro. È assurdo.

Intanto io ho tre dipendenti regolari da pagare, ma se la situazione continua così, dovrò mandarli a casa. Si parla tanto di valorizzazione del territorio, di accoglienza e attrattività. Ma alla prova dei fatti, chi lavora sul campo viene abbandonato”, conclude Lorenzo Marino.

La speranza è che per tutti i chioschi presenti sulla parte bassa del Lungomare, la situazione si possa risolvere al più presto cosi da consentire le normali attività all’interno delle strutture e non scongiurarne l chiusura.

fonte: reggiotv.it