La storia del lungomare di Reggio Calabria

Il lungomare di Reggio Calabria non è sempre stato come noi oggi lo vediamo. Le differenze tra passato e presente

Quello che noi possiamo ammirare oggi a Reggio Calabria, in tutta la sua bellezza, è il Lungomare per come è stato concepito, progettato e realizzato dopo il terremoto del 28 dicembre 1908 che distrusse la città calabrese unitamente a Messina.

STORIA

Prima di questa fatidica, terribile data, che costituisce uno spartiacque storico, urbanistico e sociologico per la città di Reggio Calabria, esisteva una strada litoranea che si affacciava sul mare, senza alberi e senza monumenti, grosso modo divisa in due tronconi dallo sbarcatoio di Porto Salvo che si trovava all’incirca all’altezza di dove oggi sorge il monumento a Vittorio Emanuele Terzo.

Sappiamo, infatti, che questo monumento venne realizzato nel 1932 per ricordare l’evento storico dello sbarco del Sovrano avvenuto, proprio qui, il 31 luglio del 1900, quando Vittorio Emanuele III, sbarcando e toccando per la prima volta il suolo italiano dopo l’assassinio del padre, il Re Umberto Primo, verrà – con molta compostezza date le circostanze – salutato Re dalla cittadinanza, con in testa il Sindaco Giuseppe Carbone ed il Prefetto Maurizio Ceccato.

RIFERIMENTI DELLA STAMPA

Sul numero di mercoledì 1 agosto 1900 del quotidiano “La Stampa” si legge :

“ … i Sovrani furono calorosamente acclamati. La popolazione si era addensata alla Marina e fece loro un’imponente mestissima dimostrazione, senza un grido né un evviva, sventolando semplicemente i cappelli ed i fazzoletti … “ .

Ciò avvenne, dunque, dove oggi sorge il monumento, inaugurato nel 1932, che ricorda l’evento. La Via Marina, dunque, si denominava Via Plutino nella sua parte verso Sud, e Via Pellicano nell’altra parte verso Nord.

VIA PLUTINO

La prima denominazione toponomastica della Via Marina, nella sua parte verso Sud, fino allo sbarcatoio di Porto Salvo, era quindi “Via Plutino” . Non siamo in grado di stabilire a quale dei Plutino si riferisse la denominazione, se ad Agostino (23.8.1810 – 12.9.1885) od al fratello Antonino (10.12.1811 – 25.4.1872), oppure ad entrambi, come avviene oggi nella toponomastica reggina attuale. Oggi, infatti, abbiamo “Via dei Plutino” , che è, peraltro, una denominazione atipica perché riguarda solamente un tratto di quella strada che comincia praticamente dal lato Ovest di Palazzo San Giorgio, dall’incrocio con la Via Osanna, e termina in Piazza Federico Genoese.

L’anomalia sta nel fatto che questa strada, allo stato attuale, ha tre denominazioni e tre indirizzi differenti: dall’incrocio con la Via Osanna fino all’incrocio con la Via Felice Valentino la denominazione è “Via Nicola Miraglia” ; l’isolato successivo n. 287, quello relativo a Palazzo Zani dove fino a poco tempo fa sorgeva la sede del Genio Civile, ha come indirizzo “Via dei Bianchi” ; l’isolato n. 317, dove sorge l’Agenzia delle Entrate, ha come indirizzo “Via dei Plutino” . Quest’ultima circostanza ci farebbe propendere, relativamente alla Via Marina pre 1908, per la seconda ipotesi, vale a dire un tratto di strada intitolato ad entrambi i fratelli Plutino.

VIA PELLICANO

La seconda denominazione nell’altra parte verso Nord, dallo sbarcatoio di Porto Salvo verso la Stazione Succursale, era “Via Pellicano” , ma la comprensione di questa denominazione è più facile: è evidente che si faccia riferimento al Canonico Paolo Pellicano (1.3.1813 – 16.3.1886) che ancora oggi è ricordato nella toponomastica reggina, in una strada abbastanza distante da qui, che si sviluppa alle spalle del Castello Aragonese.

Degli edifici che si affacciavano sulla “vecchia” Via Marina, e che furono spazzati via dall’energia del terremoto e dal successivo maremoto, ricordiamo la Fontana della Pescheria e l’edificio che ospitava il Museo Civico, che era stato istituito nel 1882.

IL LUNGOMARE OGGI

Oggi, il Lungomare di Reggio Calabria, per come si può ammirare, è costituito essenzialmente da due strade parallele fra di loro, i cui assi di mezzeria distano circa 30 metri l’uno dall’altro, separate da aiuole nelle quali furono messi a dimora splendidi esemplari di Ficus magnolioides, Phoenix canariensis, Washingtonia filifera ed Eucaliptus, oltre ad altre specie di piante esotiche provenienti dai vivai di Bordighera.

Ciò che caratterizza il Lungomare di Reggio Calabria, e lo distingue da altri (Nizza, Rimini, Viareggio, Pescara, Salerno, …), è che queste due strade parallele si trovano a differente livello altimetrico di circa due metri e mezzo l’una rispetto all’altra, per cui si usa, ancora oggi, denominarle Via Marina Bassa e Via Marina Alta.

In realtà, la Via Marina “Alta” si chiama Corso Giacomo Matteotti, mentre la Via Marina “Bassa” si chiama Lungomare Italo Falcomatà. Le due strade parallele sono collegate fra di loro da rampe che si mostrano, in pianta, a forma di lettera “S” allungata, con due curve dal raggio cortissimo e la rampa vera e propria, rettilinea, che risale dolcemente la pendenza.

Da ricordare che, prima della definitiva sistemazione attuale, esisteva anche la c.d. Via Marina Bassissima, che era un tratto di strada che cominciava dalla Stazione Lido e si dirigeva in leggera pendenza verso un cunicolo che passava sotto la strada ferrata, per poter raggiungere la strada litoranea che conduceva, a destra verso il Lido Comunale Ammiraglio Giuseppe Genoese Zerbi, ed a sinistra verso gli altri lidi privati.

Gli edifici prospicienti il Corso Giacomo Matteotti hanno la facciata arretrata di circa 100 metri dalla linea di spiaggia: fu, questa, una scelta determinata anche dal punto di vista della protezione degli edifici stessi da un eventuale maremoto.

IDEAZIONE

L’idea della sistemazione dell’attuale Lungomare è da attribuire a Giuseppe Valentino (21.7.1865 – 27.6.1943), che fu Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria da Luglio 1911 a Luglio 1912, con l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Fabrizio Plutino (1.1.1837 – 5.3.1925). Valentino, da Assessore, diede l’incarico progettuale all’architetto Camillo Autore (14.6.1882 – 22.3.1936), che a Reggio Calabria rivestiva l’incarico di Ingegnere di Sezione presso il Genio Civile. Camillo Autore, peraltro, viene ricordato per avere progettato alcuni edifici molto interessanti della città di Reggio Calabria, quali la chiesa di San Giorgio al Corso, anche conosciuta come il Tempio della Vittoria; l’edificio dell’Istituto Tecnico oggi intitolato a Raffaele Piria; la Fontana Luminosa presso il palazzo del Grande Albergo Miramare.

L’assetto dell’attuale Lungomare scaturisce dall’idea di realizzare una galleria dentro cui far transitare la linea ferroviaria, per recuperare il rapporto ed il legame della città con il proprio mare. I lavori, come si ricorderà, ebbero un iter lungo e tormentato, fino a quando l’azione sinergica del Sindaco Italo Falcomatà ed il Presidente delle FFSS Claudio Dematté portarono alla definitiva soluzione della questione relativa allo sblocco dei finanziamenti occorrenti ed al completamento dell’opera. Alla prematura morte di Italo Falcomatà, avvenuta l’11 dicembre del 2001, la Via Marina bassa venne intitolata al suo nome, ed oggi abbiamo, dunque, il Lungomare Italo Falcomatà.

Prof. Giuseppe Cantarella – Presidente Commissione Toponomastica Comune di Reggio Calabria