Chiude con l’eccellenza di “Paname” e “Gabriele Mitelli” la V edizione dello “Scilla Jazz Festival”

Nella magnifica cornice del Castello Ruffo due straordinari momenti musicali

Si è chiusa nella magnifica cornice del Castello Ruffo la V edizione dello “Scilla Jazz Festival” con due straordinari momenti musicali che si sono succeduti sul palco la sera del 13 agosto.

Ad aprire la serata la Chansone Francaise dei Paname. Le note dolci del gruppo reggino hanno immerso subito il pubblico in un’atmosfera dalle tinte armoniose e in un viaggio tra i vicoli parigini.

Il pubblico ha accolto con calore i brani classici della tradizione francese di Edit Piaf, Yves Montant, Charles Azanavour e Charles Trenet, portati con eleganza sul palco dalla voce di Anna Larizza, le chitarre di Alessandro Calcaramo e Daniele Siclari, e il contrabasso di Pino Delfino.

Tra i brani proposti: “La mer” di Trenet, un inno al mare che consola, che culla il cuore; “Sur le ciel de Paris” di Edit Piaf, che fa immaginare il cielo come un quadro che cambia d’umore ma si fa sempre perdonare diventando di mille colori; “Ma premiere guitarre”, di Sacha Distel, ha invece raccontato attraverso le musicalità gitane delle prime chitarre imbracciate davanti a un falò, mentre “Ménilmontant”, interpretata con grinta dal gruppo, parla del potere evocativo dei luoghi che portano con sé un ricordo poetico e talvolta patetico.

Due brani di Piaf concludono questa prima parte della serata, sono: “La foule” e l’intramontabile “La vie en rose”, la canzone romantica per eccellenza, splendidamente ritmata dal maestro Calcaramo.

I Paname hanno poi lasciato il palco alla seconda parte del concerto con lo sperimentatore Gabriele Mitelli, premio Top Jazz che consegna il pubblico ad un momento del tutto originale.

Quello di Gabriele Mitelli Solo si è presentato non come un concerto e neanche una performance ma come l’occupazione di uno spazio fisico ed emotivo, il tentativo di ricreare la propria intimità e raccontare la propria storia tramite il suono, il rumore, cercando di ritrovare il proprio essere nel contatto diretto con le persone.

Mitelli ha interagito con il pubblico senza preparare altro se non alcune registrazioni che ha integrato nella sua esibizione, come quella di un professore di grecanico.
L’artista ha instaurato un dialogo collettivo con i presenti attraverso le sensazioni percepite e proponendo sonorità con le quali ha provato ad entrare in contatto con l’intimità di chi lo circondava.

Una conclusione in grande stile per una manifestazione che si è ancora una volta distinta per aver osato e proposto qualcosa di insolito nel panorama artistico-culturale del luogo.

Una riuscita commistione tra arte e musica alla quale il pubblico ha risposto con una partecipazione sentita ed entusiasta, sancendo una continuità con il passato del festival e stabilendo una fiduciosa curiosità per la prossima edizione che non sarà disattesa.

Appuntamento al prossimo anno, quindi, con la VI edizione dello “Scilla Jazz Festival”.