Comune di Reggio, le dimissioni di Malaspina un esempio di dignità: ora basta teatrini e notai

Un gesto concreto, l'unico possibile, da applaudire. Ora cosa faranno i consiglieri comunali di centrodestra?

Comune di Reggio Calabria, l’ex consigliere comunale Nicola Malaspina con una semplice (?) firma posta all’interno della segreteria comunale è riuscito in quello che oramai in politica si può definire un oasi nel deserto: far seguire i fatti a quanto promesso a parole.   

Quantomeno, adesso potremo riporre il pallottoliere nel cassetto. Non era mai capitato infatti, sino a oggi, che per capire se una forza politica avrebbe optato o meno per le dimissioni servisse prima risolvere un complesso questionario matematico: z = r(cosα + isinα) la formula scelta dal centrodestra per (non) far capire che dimissioni vere e concrete non sarebbero mai arrivate. Così, tra assurde clausole e quorum da raggiungere, le fanfare hanno visto gradualmente abbassare i propri decibel, sino a diventare un imbarazzante silenzio.

Le sfilate del notaio non hanno prodotto alcunché, se non aggiunto confusione e tristezza ad un momento storico che politicamente vede Reggio Calabria già dispensare in abbondanza queste due caratteristiche. Sia ben chiaro, nessuno ha chiesto o addirittura preteso le dimissioni dell’0pposizione di Palazzo San Giorgio, scelta che avrebbe potuto fare la maggioranza dopo la sospensione del sindaco Falcomatà e di altri ex membri della giunta del primo mandato.

A torto o a ragione, il centrosinistra ha ritenuto opportuno tirare dritto, cambiare squadra e continuare a giocare il secondo tempo. Di sicuro, la maggioranza dopo le prime infuocate riunioni aveva chiarito di voler andare avanti, costruire un nuovo esecutivo e ripartire provando a risolvere le numerose problematiche che affliggono la città.

Il centrodestra invece, dopo il già colpevole silenzio durato più di 10 giorni dalla sentenza del Processo Miramare, ha partorito un topolino ambiguo e ricco di contraddizioni. Non una decisione chiara, non un pensiero forte e univoco, utile per dimostrare dignità politica e magari provare a dare una robusta spallata nei confronti di un’amministrazione debole e in difficoltà.

Ancora una volta, si è giocato a vestire i panni di Tafazzi, rinforzando un centrosinistra che messosi da solo all’angolo, non chiedeva altro per poter iniziare a scorgere la luce in fondo al tunnel. Una sorta del remake di quanto visto dodici mesi fa, con la rielezione di Falcomatà avvenuta decisamente più per demeriti di un centrodestra spaccato che per meriti dell’amministrazione comunale.

Il lampo di Malaspina illumina Palazzo San Giorgio

“La Lega farà di tutto pur di mandare a casa persone che non sono, sicuramente, degne di poter rappresentare una città gloriosa e che non è mai caduta in basso come in questo momento. Probabilmente il Pd ha dimenticato cosa sia l’etica e pur di portare avanti intessi personali ha travalicato il limite della decenza. Ma, non avrà vita facile! L’intero centrodestra e sicuramente tutta l’opposizione inizieranno una battaglia dura e senza sconti per nessuno”.

Le parole del commissario regionale della Lega, Saccomanno, andrebbero in contrapposizione con le dimissioni presentate (ovviamente dal notaio…) dai consiglieri comunali del Carroccio, De Biasi e Minicuci. Ma se era già chiaro come il documento firmato dai consiglieri di opposizione, con il solo Pazzano a evitare la pantomima, valesse praticamente zero, anche sull’unità della coalizione e la volontà di ‘battagliare’ è comprensibile nutrire dei dubbi.

Non è un mistero infatti che il pensiero dei partiti nazionali in merito alla possibilità di rassegnare davvero le dimissioni fosse tutt’altro che univoco, fattore che ha portato ai ritardi e al caos delle scorse settimane.

Si arriva così alla decisione di Malaspina, un lampo di dignità che illumina le stanze buie di Palazzo San Giorgio.  La speranza è, quantomeno, che con la decisione piena di dignità e coerenza fatta da Malaspina si metta fine al tristissimo balletto delle ultime settimane, fatto di dichiarazioni inutili, fotografie davanti al notaio, e comunicati stampa pieni di nulla, così da restituire parzialmente agli elettori un minimo di credibilità e rispetto. Non serve a nulla dichiarare di ‘essere pronti a dimettersi’.

Bisogna dimettersi, se davvero lo si vuole, e basta. Malaspina docet….