Il contributo di idee presentato a Sintesi dal Coordinamento di Quartiere Arghillà

L’Educazione Civica, la partecipazione attiva de

L’Educazione Civica, la partecipazione attiva delle comunità, la progettazione strategica partecipata, sono   strumenti   fondamentali   per   l’approccio   alla   Città  come   bene   comune.   Sensibilizzare sinergicamente comunità e pubbliche amministrazioni ad una maggiore responsabilità e attenzione alle questioni urbane, ambientali e sociali, sarà sicura garanzia di buon governo.

La stretta connessione tra tematiche ambientali, sociali ed economiche ha portato al concetto di Sviluppo Sostenibile, che è stato alla base dei percorsi condivisi di rinascita espressi ad esempio nell’ambito dell’attività promossa  dal Coordinamento di Quartiere di Arghillà, con associazioni  e cittadini, nel Laboratorio territoriale permanente per la proposta “Masterplan Green Arghillà”, e dalla sinergia attivata per la partecipazione a “Sintesi: il villaggio delle idee per una Città che cambia” che sono motore generativo di principi e valori di questo documento culturale, base programmatica aperta, presentato appunto nella kermesse cittadina tenutasi in Via Marina dal 24 al 26 agosto.

Il  concetto  di  Sviluppo  Sostenibile  che  si  vuole  proporre  non  riguarda  solo  l’ambiente  (natura, inquinamento, rifiuti, energia, mobilità), ma anche la sfera economica (consumi, povertà) e la società (diritti, pace, salute, diversità culturali, accessibilità a servizi luoghi contenuti).

Sviluppo, quindi, perché senza sviluppo non c’è libertà, parafrasando Amartya Sen, premio nobel per l’economia nel 1998, e il suo best seller “Sviluppo è libertà”, non a tutti i costi ma sostenibile perchè tocca tutti gli aspetti della vita e i valori comuni di equità e rispetto per gli altri, per le generazioni future, per la diversità, per l’ambiente ed il clima, per le risorse della Terra, riguarda la cura del bene comune, come è ribadito in Laudato si di papa Francesco, e le sfide etiche fondamentali del XXI secolo: il cambiamento climatico, la povertà e la disuguaglianza. Inoltre, in linea con la nuova Agenda 2030 del Ministero dell’Ambiente, il decalogo può essere una guida per lavorare al futuro della Città.

1)   Masterplan strategico condiviso

La città deve svilupparsi armoniosa, secondo una visione strategica partecipata e condivisa, nel rispetto delle nuove e più urgenti istanze del territorio e dei tempi, cioè dei rischi e delle opportunità della contemporaneità. Per fare ciò è necessario portare avanti una progettualità condivisa, fondata su principi e valori universali, che possano essere la guida per uno sviluppo sostenibile di lungo periodo, in grado di andare oltre i cicli amministrativi. Inoltre, va messa a punto una metodologia di ascolto, per esempio medianti laboratori territoriali tematici, e di intervento, per esempio secondo piani operativi prioritari, che possa ricomprendere le istanze di solidarietà ed equità, e consentire di seguire un cronoprogramma preciso delle attività da porre in essere in maniera congruente ed efficiente secondo il concetto di Città – Bene Comune.

2)   Infrastrutture urbane essenziali

Sono gli elementi che consentono di misurare la qualità della vita nella città, dalla rete dei servizi pubblici necessari allo sviluppo urbanistico a tutto quell’insieme di opere pubbliche cui si dà anche il nome di capitale fisso sociale, cioè strade, acquedotti, fognature, opere igienico-sanitarie e di difesa del suolo, opere di protezione a mare e waterfront, che costituiscono la base dello sviluppo economico-sociale; quindi, l’interfaccia con le infrastrutture di livello superiore, quali ferrovia, porto, aeroporto, che rappresentano invece il presupposto per l’attrattività e la competitività essenziali alla crescita del territorio, assieme all’innovazione tecnologica ,alla ricerca scientifica e a una formazione scolastica e universitaria che DEVONO porsi come obiettivo, anche a Reggio Calabria, la scalata delle classifiche internazionali che oggi ci vedono fanalino di coda.

In questa categoria si inseriscono anche le infrastrutture a carattere tecnologico, quali videosorveglianza per la sicurezza e monitoraggio urbano e ambientale, rete dati, infomobility, smart utilities per servizi innovativi al cittadino.

3)   Rigenerazione urbana

Moratoria generalizzata sulle nuove urbanizzazioni e sulle attività di edilizia diretta, se non inserite in processi di recupero e rigenerazione di quartieri, di centro e periferia. Con rigenerazione urbana si intendono, in primo luogo, quelle azioni di recupero e riqualificazione del tessuto esistente, finalizzate al ripristino del decoro urbano e degli adeguati standard urbanistici, prescrivendo interventi che limitano il consumo di territorio, che salvaguardano il paesaggio e l’ambiente, che sono attenti alla sostenibilità. La rigenerazione deve essere associata a interventi di natura culturale, sociale, economica e ambientale, finalizzati ad un miglioramento della qualità della vita, nel rispetto dei principi di legalità, sicurezza, sostenibilità ambientale e di partecipazione. In questo contesto, l’architettura diviene il mezzo (non il fine) per un migliore impulso alla qualificazione della città.

4)   Gestione dei rifiuti

I rifiuti urbani sono tra i problemi prioritari di una città, la cui risoluzione assume ormai una rilevanza strategica. È necessario, pertanto, affrontare il problema in relazione alle tematiche trasversali di scala mondiale, ovvero della gestione delle materie prime, del riuso (materie prime-seconde) e della produzione dell’energia. È indispensabile, quindi il passaggio dal concetto di rifiuto come problema, a quello di rifiuto come risorsa, introducendo principi innovativi che ne incentivino la riduzione, cioè il risparmio, il riutilizzo e il riciclo, e soprattutto promuovendo un pensiero critico per consumi più responsabili che inducano a profondi cambiamenti nei comportamenti sociali. Ridurre significa utilizzare meno risorse e produrre meno rifiuti, significa anche ridurre al minimo gli scarti alla fonte. La riduzione dei rifiuti può essere definita come la gamma completa di misure e interventi da attuare prima che una sostanza, un materiale o un prodotto si trasformi in un rifiuto. A scala cittadina, tuttavia, la raccolta differenziata va estesa in maniera efficace e puntuale a tutti e portare a percentuali minime l’indifferenziato.

5)   Adattamento ai cambiamenti climatici

Anche  l’impatto  del  clima  ha  assunto  dimensioni  economiche  e  sociali  degni  di  particolare attenzione, divenendo anch’esso un problema prioritario. A tale scopo va considerato in termini di integrazione dei fattori economico-sociale-ambientale e le relazioni e gli impatti uomo-ambiente. I cambiamenti climatici sono ormai una realtà e hanno ripercussioni sempre più evidenti su tutti noi, basti pensare le sempre più frequenti e forti piogge, gli inverni più miti. Tutti questi sono segnali che i cambiamenti climatici si stanno facendo sempre più rapidi e che il clima sta subendo delle evidenti e repentine variazioni. La città deve mettere in atto progetti di tamponamento del clima, attraverso interventi specifici che possano coniugare l’obiettivo della sicurezza dei cittadini con il rispetto dell’ambiente e delle caratteristiche morfologiche e idrografiche del territorio.

6)    Inquinamento e mobilità

Il delicato rapporto fra città ed ambiente presenta oggi numerose problematiche legate all’innalzamento dei livelli di inquinamento atmosferico, specie per l’ancora scarsa efficienza dei servizi pubblici di trasporto locale in generale, che compromettono seriamente la qualità della vita urbana. Un sistema integrato di trasporto pubblico moderno ed efficiente, associato a una rete di ciclovie e di aree destinate alla mobilità pedonale, può disincentivare l’uso dell’automobile privata, accrescendo la cultura della mobilità dolce, migliorando la qualità dell’aria e quindi la vivibilità della città e la qualità della vita dei suoi cittadini. Tra le politiche di riduzione del traffico vi è il piano degli orari per scuole e uffici pubblici.

7)   Verde pubblico, orti e frutteti urbani

Impiantare maggiore verde in città è una sfida irrimandabile da condurre con determinazione: parchi pubblici, boulevard, verde interstiziale, orti e frutteti urbani. Il verde pubblico incide sulla qualità dell’aria in quanto strumento di compensazione della CO2 ma può essere anche uno strumento produttivo. Tuttavia, il verde urbano è strettamente connesso alla risorsa acqua, questione che non può non tenere conto dei problemi connessi alla distribuzione idrica per usi civili, che deve essere affrontata sviluppando nuova e specifica progettualità per scopi irrigui, con interventi per l’accumulo e il riuso delle acque piovane, meglio se associate a tecniche di tamponamento del clima, e/o mediante il trattamento e il riuso delle acque usate.

8)   Green Economy ed energia

È possibile avviare percorsi che riguardano lo sviluppo sostenibile in senso lato, quali eco-innovazione, eco-efficienza, risorse rinnovabili e non rinnovabili. La Green Economy può essere definita come un’economia   che   migliora   il   benessere   umano   e   l’equità   sociale,   al   contempo   riduce significativamente il rischio ambientale e mitiga la scarsità delle risorse naturali. Le strutture e infrastrutture pubbliche devono divenire esemplificative di buone pratiche, a cui le aziende e i privati cittadini possono accodarsi per positiva emulazione, ottenendone un vantaggio collettivo. L’uso razionale dell’energia può essere definito come quella operazione tecnologica con la quale si intende conseguire l’obiettivo di realizzare gli stessi prodotti o servizi (in quantità e qualità) con un minor consumo di energia primaria ed, eventualmente, con un maggior impegno di risorse d’altro tipo (capitale, lavoro, materiali, ecc.). Occorre osservare che, nella maggior parte dei casi, i maggiori oneri sostenuti inizialmente per dotarsi di tecnologie più efficienti (es. lampadine a basso consumo), sono ammortizzati in breve tempo proprio dal risparmio conseguente a minori consumi (es. risparmio sulla bolletta elettrica).

9)    Legalità e pubblica sicurezza

Illegalità e degrado urbano sono due facce della stessa medaglia, intervenendo sull’una si agisce anche sull’altra. Questo è il motivo per cui bisogna agire sinergicamente sulle due questioni, a partire dalle aree più a rischio, cioè le periferie. Si osserva, per esempio, che gli illeciti in materia ambientale sono in costante aumento, mentre la percezione del rischio, soprattutto se raffrontata ad altre tipologie di illecito, rimane estremamente bassa. Tale errata percezione, sia da parte di chi commette i reati sia da parte dei soggetti legittimati al risarcimento del danno ambientale, non incentiva lo spontaneo sviluppo  di  comportamenti  rispettosi  dell’ambiente  e  impedisce  l’instaurazione  di  un  circolo virtuoso fra società civile, amministrazioni locali e forze dell’ordine. Analogamente bisogna affrontare il tema  dell’abusivismo,  (“spingendo”  il  cittadino  verso  forme  condivise  di  regolarizzazione)  e soprattutto quello della criminalità organizzata, vero e proprio cancro che deprime lo sviluppo del territorio sottraendone risorse per immetterle nel circuito dell’illegalità.Occorre liberare forze sane per una imprenditorialità diffusa, competitiva e di successo,che sottragga spazi alla cappa soffocante dell’imprenditoria mafiosa o collusa.

10)    Prevenzione sismica e altri disastri

Questo punto è cruciale per un territorio che ha vissuto il terremoto considerato uno dei più catastrofici del XX secolo. I terremoti, come anche le alluvioni e le frane sono fenomeni naturali, che sono avvenuti nel corso della storia dell’umanità. Tuttavia,  il rapido aumento della popolazione, l’inquinamento ambientale, l’aumento della povertà, il degrado fisico e morale, hanno contribuito a trasformare questi fenomeni naturali in disastri che causano grandi perdite di vite umane, danni economici a infrastrutture e proprietà. Ogni decennio i disastri causano la morte di milioni di persone e ne lasciano molte senza casa. Nel corso degli ultimi 30 anni, le perdite economiche causate dai disastri naturali sono triplicate. Solo lavorando insieme continuamente, nonché accrescendo la cultura della prevenzione e della manutenzione, è possibile tamponare l’impatto dei disastri.

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Fonte: Il Coordinamento di Quartiere