Coronavirus, tamponi per tutti in Calabria? La proposta del dott. Lamberti

Abbiamo chiesto al dott. Lamberti la sua posizione in merito all'opportunità di applicare una prevenzione a 'tappeto'.

Tampone si, tampone no.

In queste ore sono diverse le posizioni di medici ed esperti del settore sulla possibilità di effettuare tamponi per la diagnosi del coronavirus non solo ai sintomatici e non solo presso le strutture pubbliche.

Mentre la Toscana ha già anticipato le altre Regioni dichiarandosi pronta ad effettuare tamponi per “tutti”, con priorità per medici, infermieri e operatori sanitari, attraverso 500 mila test sierologici, le altre Regioni stanno a guardare. E anche la Calabria, al momento terzultima regione in ordine di contagi, ritiene di non dover ampliare a tutta la popolazione l’esame del tampone.

Abbiamo chiesto al dott. Eduardo Lamberti Castronuovo la sua posizione in merito all’opportunità di applicare una prevenzione a ‘tappeto’.

“La Toscana, pur essendo ben organizzata, ha permesso alle strutture di un certo livello di poter fare questo esame. Non tutti hanno i macchinari per poter effettuare il test. E’ necessario possedere un apposito strumento che tutti i laboratori di genetica dovrebbero avere e che si chiama termociclatore.”

L’istituto clinico ‘De Blasi‘ di questi apparecchi, ne possiede ben due. E secondo il dott. Lamberti, il tampone, dovrebbe essere fatto a tutta la popolazione.

“Il test andrebbe fatto a tutti, senza distinzione. La priorità deve ricadere ovviamente su operatori sanitari, medici, infermieri ma anche forze dell’ordine, vigili urbani, panettieri e dipendenti dei supermercati”.

Limitare e circoscrivere il test del tampone solo ai sintomatici dunque sarebbe non sufficiente.

“I giovani sono i migliori portatori di questo virus perchè non si ammalano ma sono comunque ‘portatori’ e il soggetto asintomatico è un serbatoio di virus. Ammettiamo che domani finisca il periodo di quarantena – spiega Lamberti – I soggetti portatori asintomatici diventerebbero bombe ad orologeria”.

Il poliambulatorio De Blasi, diretto dal dott. Lamberti si sta già attrezzando con alcuni kit che hanno un’attendibilità del 95% oltre ai due termociclatori, già in possesso.

Anche il presidente della Regione Veneto è favorevole ai controlli ‘a tappeto’.

“Andremo con il camper a fare il tampone a tutti” ha dichiarato Zaia solo qualche giorno fa.

E seguirà, quasi sicuramente, anche la Lombardia.

“E’ ormai da tempo che affermo come le strutture accreditate debbano lavorare al fianco del pubblico. I privati ben controllati e ben condotti possono benissimo salvaguardare la salute pubblica a livello preventivo come in questo tragico evento”.

Del resto Corea docet.

I risultati di questa linea hanno dato buoni esiti e i tamponi sono stati fatti anche per strada, arginando così il contagio, grazie anche all’isolamento dei casi asintomatici.

Tanti test anche per i sani hanno permesso di scoprire buona parte dei positivi e ridurre i decessi a meno dell’1% dei casi.

Questa la linea e la strategia coreana che ad oggi contrasta però con quella italiana.

In conclusione il tampone, secondo il dott. Lamberti – andrebbe esteso a tutti. Ed ecco la proposta:

“Il tampone deve essere fatto a tutti secondo scale di priorità. Prima alle persone che sono in contatto con i malati e poi tutti gli altri”.