Coronavirus, se il virus corre sul web… infetta tutti

Panico collettivo da nord a sud: Vincono le fake news. A Reggio si fa anche a pugni al supermercato. Ecco a cosa non dare ascolto

È incredibile quello che un virus, impercettibile, può scatenare nella mente umana. Il Coronavirus, che si è originato in Cina, nel focolaio primario di Wuhan, ha in un batter d’occhio oltrepassato i confini orientali e occidentali, creando il panico tra la popolazione. L’essere un virus inodore, e soprattutto invisibile, ancora allo studio degli esperti ha fatto il resto. Perché adesso, che il virus si sta facendo strada nella nostra penisola, siamo tutti in preda ad un panico collettivo che gli esperti definiscono immotivato.

Basta pensare alle desolanti foto degli scaffali vuoti dei supermercati cittadini. Alla corsa sfrenata all’approvvigionamento di beni da parte delle famiglie che riempiono i carrelli di beni di prima necessità (latte, farina, burro, biscotti, pasta, fette biscottate e chi più ne ha più ne metta), e se c’è da dare qualche schiaffo, prego si accomodi pure. Perché anche questo è successo. In uno dei noti supermercati reggini, la corsa all’acquisto disperato, è finito in rissa. Per fortuna senza grandi conseguenze. Neanche fossimo pronti ad una nuova guerra mondiale. Neanche fossimo attori principali di quei “black Friday” in salsa americana, in cui tutti sono pronti a correre dentro il centro commerciale per accaparrarsi i pezzi migliori al miglior prezzo, inscenando battaglie epiche tra poveri, immortalati in ogni dove. Ma non basta. Si trovassero in qualche farmacia o altro negozio dedicato, le più semplici precauzioni… Perché la caccia alla mascherina (il caso ha voluto che l’emergenza coincidesse con il carnevale) o alla miracolosa Amuchina, ha fatto lievitare i prezzi in maniera scandalosa, facendo venire a galla sciacalli e rivenditori improvvisati. Su internet, i prezzi hanno subito rincari fino al 1700%. “Il classico gel igienizzate dell’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro – è la denuncia del Codacons – viene venduto sul web a 22,5 euro la confezione, con un ricarico sul prezzo al pubblico del +650%. Ancora peggio per le mascherine protettive da viso, che prima del coronavirus erano vendute a meno di 10 centesimi di euro l’una: oggi arrivano a costare su internet 1,8 euro, con un incremento di prezzo pari a +1700%”.

Ma se è vero che il virus è ancora in fase di studio, che il tasso di mortalità è stato definito inizialmente tra il 2 e il 3% (dato che va preso con cautela); che i sintomi sono quelli di una banale influenza come febbre (in oltre il 90% dei casi), tosse secca (oltre l’80% dei casi), stanchezza, respiro corto (circa 20% dei casi) e difficoltà di respiro (circa 15% dei casi); ma soprattutto che si può guarire… vuoi vedere che il virus corre più sul web che nella realtà?

In effetti è così. Situazioni come queste generano il panico, proprio per il sovraccarico di informazioni quando informazioni ce ne sono poche. Ed è qui che proliferano le fake news, perché la fabbrica delle notizie false va a nozze con le situazioni di incertezza. Con il risultato di vederci inondati da improbabili notizie da siti web, spesso non qualificati, e social di ogni genere, alimentando vere e proprie psicosi. Che, spesso, finiscono in aggressioni fisiche a coloro che sono ritenuti portatori del virus.

Allora proviamo a capire a chi e a cosa non dare ascolto, con la raccomandazione di riferirsi solo ed unicamente ai canali ufficiali offerti dal Ministero.

Consigli e pratiche a buon mercato

Aglio, origano e olio di sesamo sono alcune delle sostanze ritenute miracolose da sedicenti esperti sui social. Peccato che, come precisato dall’Organizzazione mondiale della sanità, l’aglio abbia sì proprietà antimicrobiche, ma nulla più. Anche cospargersi il corpo di olio di sesamo o bere acqua salata non offre alcuna protezione. C’è poi chi invita a fare uso di antibiotici, che però non hanno alcuna efficacia contro i virus. La candeggina o l’etanolo possono distruggere il virus, ma si usano solo per sanificare le superfici, non vanno spalmati sul corpo o sotto il naso. E se avete voglia di produrre gel sanificanti, quantomeno guardatevi il video dei ricercatori dell’Unical…

Falsi veicoli di contagio

Alzi la mano chi non si è imbattuto in spiegazioni improvvisate sul modo in cui si può essere contagiati. In tal senso molto in voga è la teoria secondo cui cani e gatti sia portatori del virus. Alla base della teoria potrebbe esserci il sospetto che il virus sia stato originato da un serpente, o dal fatto che come noto cane e gatti fanno parte della catena alimentare cinese. Fatto sta che su quella teoria non solo non esiste alcuna evidenza scientifica ma è stata smentita pure dal Ministero della Salute come ricorda la Lega Nazionale per la difesa del cane. E priva di fondamento è anche la voce secondo cui pacchi e lettere recapitati dalla Cina possano creare contagio, così come non è pericoloso mangiare cinese.

Bufale complottiste

Non potevano mancare neanche queste. Quella che ha preso più piede vorrebbe il virus frutto di ricerche a scopo militare: se per qualcuno è stato prodotto da un laboratorio di Wuhan, per tanti altri era allo studio in un campus canadese, dove sarebbe stato rubato. Per altri ancora, avrebbe addirittura un brevetto made in Great Britain. Ma c’è un’altra tesi, forse la più catastrofista, secondo cui sarebbe stato proprio il regime cinese a confezionare il virus per sterminare la popolazione. Ma non basta. In Russia, che su molti social viene vista come baluardo di integrità sanitaria, con le frontiere chiuse grazie al suo capo di stato, si è fatta strada una nuova teoria: secondo un servizio rilanciato nel corso del programma “Vremya” – rilancia l’Ansa – ci sarebbe addirittura la prova che il virus sarebbe stato creato in laboratorio dagli americani su ordine del presidente Donald Trump, che, nei concorsi di bellezza da lui organizzati prima di salire alla Casa Bianca, faceva indossare alle vincitrici una corona.

E volete dimenticare i fatalisti? Quelli che stanno a metà tra religione e previsione? Beh, per loro Nostradamus aveva previsto anche l’epidemia da coronavirus.