Restiamo uniti, restiamo umani

Bando al passato, bando alla diffidenze ed anche alla paura. Smettiamo di parlare, ancora, di 'Nord' e 'Sud'

Alcuni la definiscono la rivalsa del sud, altri una vendetta inevitabile, altri ancora, fortunatamente, una cattiveria insensata. I messaggi di odio e rancore apparsi in questi giorni sui social sono il segno lampante di un’Italia che, a distanza di oltre 150 anni, non si sente ancora unita.

“Non si affitta casa ai settentrionali”.

È solamente uno dei tanti esempi di disprezzo nei confronti di chi sta al nord ed è costretto ad affrontare giorni molto duri. Si tratta di una ‘beffa’ che la gente del sud ha dovuto sopportare per decenni e che brucia così tanto da tirar fuori il discorso non appena se ne presenta l’occasione. Ma è giusto pensare alle ‘differenze geografiche’ in un momento in cui gli italiani vorrebbero sentirsi meno soli?

Come spesso accade, i pareri sul web sono fra i più disparati, ciò che però sconvolge è l’odio serbato dai meridionali nei confronti di chi, in questo momento, vive un’emergenza molto più importante di qualsiasi conflitto passato.

Non si può poi ignorare il fatto che buona parte di quei ‘settentrionali’ siano figli, nipoti, madri, padri, zii del sud. Quanti hanno un parente lontano? Costretto ad emigrare in cerca di lavoro, costretto ad abbandonare le proprie radici in cerca di un futuro che qui sarebbe stato irrealizzabile. Altri semplicemente avevano voglia di scoprire il mondo fuori dalla porta di casa. Non importa il motivo che ha spinto tanti a partire, importa invece che molti stanno facendo guerra alla ‘propria gente’, perché metà del nord è composta da persone del sud.

Occhio per occhio rende il mondo cieco. Non lo credete anche voi?

Fare di tutta l’erba un fascio sarebbe un gravissimo errore e, fortunatamente, tra le manifestazioni di razzismo non sono pochi coloro i quali hanno mostrato la loro solidarietà:

“C’è chi, al Nord, ci augurava il colera e la lava del Vesuvio. Noi del Sud vi auguriamo di guarire presto, di uscire da questo incubo e se avete bisogno di aiuto, come sempre, siamo qui”.

Una magnifica storia è anche quella proveniente dai cittadini di Palermo che, attraverso amorevoli cure, stanno aiutando i turisti bergamaschi bloccati all’interno di un hotel a causa del virus. Così come i tifosi di Napoli con il loro striscione:

“Nelle tragedie non c’è rivalità. Uniti contro il Covid-19”.

Da migranti noi più di chiunque altro dovremmo capire il dramma di essere reietti ed evitare in ogni modo possibile di far sentire altri come noi. Tutt’oggi ‘terrone‘ viene inteso come insulto, come un’accusa, eppure noi, in cuor nostro, sappiamo di essere, per lo più, brava gente. Le eccezioni non mancano in nessun angolo del mondo, ma le etichette non possono descrivere un intero popolo, un popolo dal cuore grande che, adesso, si sta rimboccando le maniche per non far sentire soli i vicini del nord.

Bando dunque alle differenze, bando al passato, bando alla diffidenze ed anche alla paura. Riabbracciamo la ‘parte mancante’, questo potrebbe essere il momento tanto atteso dall’intero Stivale: quello del ricongiungimento.