Coronavirus, contro il COVID-19 ci sono i ricercatori di IRBM

Non si smette mai di lavorare allo stabilimento di Pomezia per combattere il virus che sta intrappolando l'Italia intera e non solo

La notizia e l’approfondimento arriva dal sito della Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, che attraverso una lunga intervista al dott. Piero Di Lorenzo (IRBM Spa), esamina il lavoro di questi giorni all’interno dello stabilimento di Pomezia da parte dei ricercatori italiani. L’obiettivo della società impegnata nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica, è quello di sconfiggere il coronavirus con un vaccino anti-Covid-19.

“L’ora del vaccino anti-Covid-19 è praticamente già arrivata. Siamo pronti. Entro maggio andremo in sperimentazione sui topi, ed entro giugno in sperimentazione sull’uomo. Se non sia mai la pandemia dovesse diventare inarrestabile, le autorità regolatorie nazionali e internazionali potrebbero decidere di accorciare tantissimo i tempi dei test – sia sugli animali che sull’uomo – perché prevarrebbe la legge del male minore. Sa, anche i vaccini, come qualunque farmaco, hanno effetti collaterali; ma se questi sono meno pericolosi dell’espandersi del contagio epidemiologico, allora le autorità regolatorie potrebbero scegliere di far saltare alcuni protocolli e andare subito, nel più breve tempo possibile, su una produzione di massa del vaccino.”

Stanno lavorando in 250, di cui la maggioranza laureati e con PHD. Tra i tanti successi dello stabilimento la creazione del vaccino italiano anti-ebola.

“Ci siamo avvantaggiati in questa corsa al vaccino grazie allo sforzo di due expertise già testate. Lo Yenner Institute già a dicembre, quando i cinesi hanno isolato e sequenziato il virus, ha sintetizzato immediatamente il gene della proteina Spike, che è la proteina del coronavirus, cioè la parte cattiva del virus, la parte contagiosa. I ricercatori dello Yenner hanno potuto sintetizzare subito questo gene della proteina del Covid-19 mettendo a frutto uno studio di vent’anni. Loro hanno avuto facilità a partire subito e a sintetizzare questo nuovo virus, avendo già un’importante esperienza alle spalle. Ora questo gene della proteina Spike, sintetizzato e quindi depotenziato, deve essere inoculato nell’organismo umano, e qui è intervenuta la nostra expertise, l’expertise della Advent/IRBM, perché cinque anni fa siamo stati noi, nei nostri laboratori, ad aver testato il vaccino anti-ebola”.

Ma come funzionerà il vaccino contro il Covid-19?

“Non è altro che un virus di un normale raffreddore che viene depotenziato e viene usato come shuttle nel quale viene inserito il gene depotenziato della proteina Spike del Covid 19, già sintetizzato dallo Yenner. Questo virus viene utilizzato come Cavallo di Troia nell’organismo umano, perché quando entra, l’organismo umano riconosce la presenza di un corpo estraneo, il gene della proteina Spike, e reagisce producendo anticorpi. Per cui, pur essendo depotenziato, induce l’organismo a produrre degli anticorpi, che saranno preziosi nell’ipotesi in cui il corpo venisse aggredito dal vero gene della proteina Spike. Il fatto che questo vaccino venga messo a punto da due expertise già collaudate, una per la MERS e l’altra per ebola, pone i presupposti per essere più che ottimisti sulla non tossicità e sull’efficacia del vaccino”.

Sul vaccino intanto lavorano anche i colleghi israeliani ed un consorzio americano.