Covid nei bambini. Perché si ammalano di meno? Il dott. Filardo spiega la ‘malattia nei più piccoli’

Come proteggere i più piccoli dal Covid? Contagiosità dei bambini, tipo di mascherina da utilizzare e vaccino antinfluenzale, i consigli del pediatra

I bambini sono i meno colpiti dal Covid-19. Un lato positivo in questo maledetto Coronavirus, rintracciabile proprio nella minore pericolosità nei confronti di una delle fasce più deboli. Le vittime del Covid sono per lo più anziani e più della metà dei malati ha oltre sessant’anni. Anche se con il ritorno della Pandemia stiamo assistendo ad uno spostamento verso le fasce più giovani.

COVID, BAMBINI ED ADOLESCENTI PIU’ ‘FORTI’

Bambini ed adolescenti non solo sembrano essere più ‘forti’ ma sono anche i meno responsabili della diffusione del virus con una percentuale di contagio decisamente minore rispetto ai più grandi.

Per comprendere meglio il rischio del Covid nei bambini nonché la pericolosità che il virus ha sui nostri figli, abbiamo incontrato nel suo studio il dott. Orlando Filardo, Specialista in Pediatria.

Sin dall’inizio si è compreso che la malattia colpiva maggiormente i soggetti adulti e con maggiore virulenza i soggetti ultrasessantenni. C’è stato subito molto timore per i più piccoli perché sappiamo che sono molto bravi a trasmettere i virus, così come avviene per l’influenza”.

Ad aprile 2020, proprio per evitare una maggiore diffusione del virus, il Ministero della Pubblica Istruzione di concerto con il Ministero della Salute ha decretato la chiusura delle scuole.

E’ nata subito una disputa tra gli scienziati perché c’è chi sosteneva e sostiene che i bambini non trasmettono il virus, chi invece afferma ancora che i più piccoli hanno eguale capacità di trasmissione”.

COVID NEI BAMBINI: IL CONTAGIO NEI PIU’ PICCOLI

In realtà, per quanto riguarda il contagio, così come riportato dal Ministero della Salute, bambini e giovani sotto i 20 anni, oltre ad essere molto spesso asintomatici, hanno una suscettibilità all’infezione pari a circa la metà rispetto a chi ha più di 20 anni.

Per quanto riguarda invece la pericolosità e letalità del Covid sui bambini, il dott. Filardo è molto chiaro:

Tra tutti i bambini infettati dal Covid soltanto lo 0,1% sviluppa i sintomi della malattia. I bambini di età pediatrica fino ai 14 anni hanno dunque una letalità decisamente inferiore rispetto agli adulti”.

Il bambino quindi è si un propagatore del virus ma non si conosce ancora esattamente quanto sia elevata la sua contagiosità.

Questa incertezza sta condizionando anche le decisioni dei Governi nei termini della riapertura delle scuole. Il mondo scientifico sta ancora studiando anche perché i bambini siano meno soggetti ad infettarsi. Si è dimostrato innanzitutto che le vie respiratorie del bambino hanno un recettore (ACE2 che fa aderire il virus alle mucose respiratorie) meno sviluppato rispetto agli adulti”.

I bambini sarebbero dunque più resistenti al Covid. Altri motivi inoltre sarebbero alla base della maggiore protezione dei bambini al Coronavirus.

I bambini della prima infanzia hanno inoltre un patrimonio anticorpale ereditato dalla madre che potrebbe interferire positivamente nelle difese immunitarie e che piano piano si esaurisce nel corse degli anni. I bambini infine sono soggetti ad infezioni virali recidivanti e quindi hanno un sistema immunitario più ‘allenato’ e più attivo”.

Ecco quindi perché i bambini si ammalano di meno.

COVID NEI BAMBINI, LA MALATTIA DI KAWASAKI

Il dott. Filardo chiarisce anche un altro aspetto, in particolare la relazione tra la malattia di Kawasaki e il Covid.

Nei bambini con Covid si è assistito ad una particolare tipo di vasculite nella fascia d’eta dai 4 ai 10 anni simile a quella conosciuta come sindrome di Kawasaki. E’ stato scoperto solo in un secondo momento che è un tipo di vasculite provocata dal virus Sars-Covid diversa, con un’entità clinica ben distinta dalla Kawasaki”.

COVID NEI BAMBINI, COME LO SI RICONOSCE?

Ma come si manifesta il Covid nei bambini? 

Nei bambini sintomatici il virus si può manifestare attraverso le vie respiratorie con febbre, rinite, onosmia (perdita di olfatto e gusto) congiuntivite, tosse ma anche attraverso l’apparato gastrointestinale con vomito e diarrea. Anche se il primo sintomo più importante rimane la febbre insieme agli altri sintomi respiratori o gastrointestinali”.

CHE TIPO DI MASCHERINA?

Sull’utilizzo della mascherina il dott. Filardo consiglia l’utilizzo di quella più semplice, economica e comoda.

Di quelle esistenti ormai molto conosciute (chirurgica, FPP2 ed FP3…) consiglio per i bambini quella chirurgica, decisamente più malleabile rispetto alle altre più rigide. Se tutti portiamo la mascherina chirurgica il virus non si propaga. E’ necessario indossarla sopra i sei anni ed è importante coprire molto bene naso e bocca. Nei bambini è fondamentale inoltre l’igiene frequente delle mani”.

Il rischio di contagio grave dunque da coronavirus per bambini e ragazzi è ‘raro’ e quello di morte ‘infinitamente raro’.

VACCINO ANTINFLUENZALE

Una ‘buona notizia’ che può attenuare l’ansia dei genitori, alle prese con il maledetto Covid. E in attesa del vaccino contro il Covid il dott. Filardo invita le famiglie a fare il vaccino antinfluenzale ai propri figli.

E’ impossibile che un medico possa fare diagnosi clinica tra influenza e virus covid o tra covid e sindromi para influenzali. Proprio per poter escludere eventuali forme influenzali l’OMS ha invitato a vaccinare il più possibile i bambini nelle fasce d’età tra i 6 mesi e i sei anni ed in tutti i soggetti in età infantile affetti da malattie croniche. Gli operatori possono così escludere un’eventuale influenza laddove è stato effettuato il vaccino. Il vaccino rappresenta così un’arma indiretta contro il Covid”.