Calabria, indagine sui gemellini dichiarati morti alla nascita: potrebbero esser stati sottratti e venduti
L'indagine nasce da un'inchiesta giornalistica avviata dalla Rai, dopo le segnalazioni della famiglia. Si riapre un caso del 1970
09 Settembre 2025 - 15:28 | Comunicato Stampa

La Procura della Repubblica di Crotone ha aperto un’indagine sul caso dei due gemellini di Cutro dichiarati morti nel 1970 ma che, secondo le denunce dei familiari, sarebbero stati sottratti e venduti.
Lo ha annunciato il procuratore Domenico Guarascio durante la trasmissione Rai Storie Italiane. L’inchiesta nasce proprio da un’inchiesta giornalistica della stessa trasmissione, dopo la segnalazione della famiglia Oliverio.
Il caso dei gemellini di Cutro
Si tratta di due bambini nati nel gennaio 1970 all’ospedale vecchio di Crotone. Dichiarati morti alla nascita, i corpi non vennero mai restituiti alla famiglia. A denunciare la vicenda, nove anni fa, furono Filomena e Francesco Oliverio, che raccontarono come la madre piangesse convinta che i figli le fossero stati rubati.
Il caso è tornato d’attualità dopo le rivelazioni della trasmissione Storie di sera, che ha raccolto nuove testimonianze. L’episodio non sarebbe isolato: negli anni ’70 altre madri avrebbero partorito bambini vivi a Crotone, trasferiti poi a Catanzaro per mancanza di incubatrici. Alle famiglie veniva comunicata la morte dei neonati, senza consegnare alcun corpo. Un’ostetrica dell’epoca, intervistata dalla Rai, ha dichiarato che “i bambini venivano adottati da donne che pagavano”.
L’indagine della Procura di Crotone
A maggio i giornalisti di Storie Italiane hanno consegnato alla Procura i documenti raccolti. Guarascio ha aperto un fascicolo contro ignoti:
“Credo sia doveroso aprire un’indagine la più esaustiva possibile per stabilire alcune verità storiche. Stiamo procedendo per ora senza ipotesi di reato, raccogliendo testimonianze con la formula delle sommarie informazioni”.
Il procuratore ha ringraziato i giornalisti e invitato chiunque abbia informazioni a rivolgersi alla Questura:
“Stiamo facendo un lavoro certosino e difficile per recuperare documenti che spesso non si trovano, confrontando le storie per cercare nessi utili a integrare ipotesi di reato. La nostra attenzione è massima”.
Le dichiarazioni del questore Panvino
Il questore di Crotone Renato Panvino, sempre in diretta Rai, ha parlato di un’indagine “difficile perché deve ricostruire fatti avvenuti 50 anni fa”.
“È un’indagine che apre scenari inquietanti qualora si troveranno prove di sottrazione di minori. La Mobile sta lavorando in modo serrato perché le famiglie meritano una risposta: questi fatti hanno distrutto il clima familiare di molte persone”.
Anche Panvino ha invitato chiunque sia a conoscenza di elementi utili a contattare gli uffici della Questura.
Fonte: Ansa Calabria