Dalla Svizzera alla Sicilia in bicicletta, passando dalla Calabria…
31 Agosto 2018 - 17:02 | di Domenico Suraci

di Domenico Suraci – Il risveglio, è stato quello di tutti i giorni, gli impegni sono quotidianamente simili. La mia routine di cittadino lavoratore viene improvvisamente interrotta da un gruppo di ciclisti che sul corso Garibaldi in direzione sud si fermano sul ciglio della strada. L’empatia è immediata, da un lato racconto la mia vita di cronista per CityNow dall’altro mi si apre una storia molto interessante di sportivi entusiasti della propria attività.
Uno dei protagonisti mi racconta subito dell’eccezionale percorso: “La nostra avventura è partita il 28 luglio da Bellinzona per terminare il 9 agosto sull’Etna (rifugio Sapienza), 11 giorni per percorrere 1950 km attraversando l’Italia da nord a sud “
I ciclisti: Marco Ferrazzo(classe 1971), Claudio Gallo(classe 1978),Salvatore Gallo(classe 1970),Vittorio Lo Piccolo(classe 1958), Giuseppe (Pino) Mascaro (classe 1968), Claudio Paterniti (classe 1962)e Moritz Succetti(classe 1968).
“Per alcuni di noi il viaggio ha avuto una motivazione particolare, visto che i genitori attorno agli anni 60 hanno lasciato la terra nativa per affrontare il viaggio in senso inverso (treno), con la famosa “valigia di cartone”, rigorosamente di colore verde, per andare in Svizzera a cercare lavoro.”
Ma veniamo al viaggio, le località di arrivo delle 11 tappe sono state: Desenzano del Garda (BS), Castel San Pietro Terme (BO), Fano (PU), Silvi Marina (TE), San Giovanni Rotondo (FG), Bari (BA), Frascineto (CS), Camigliatello Silano (CS), Sellia Marina (CZ), Lazzaro, Etna- Rifugio Sapienza (CT).
Nello specifico “Le tappe più belle dal punto di vista paesaggistico sono sicuramente state le due affrontate sull’altopiano Silano. Le più emozionanti, l’arrivo a San Giovanni Rotondo e la tappa finale con arrivo sull’Etna.”
Tante interessanti riflessioni e qualche critica. “Durante gli 11 giorni abbiamo potuto apprezzare un’ Italia diversa, persone disponibili e ospitali, abbiamo però potuto osservare purtroppo il degrado di parecchie strade praticamente abbandonate a se stesse e pericolose da percorrere.”
“Abbiamo purtroppo osservato un cultura carente del bene comune, dobbiamo finalmente renderci conto che salvaguardare con cura il territorio è un impegno di ogni singolo cittadino e che se non ragioniamo in questi termini le istituzioni non potranno fare molto. Questo purtroppo non è un problema solo italiano ma globale.”
LA CALABRIA. “Abbiamo attraversato località molto caratteristiche e conosciuto persone molto disponibili e amichevoli.”
Abbiamo però anche appreso con stupore che da Reggio Calabria per un ciclista non è possibile traghettare per la Sicilia (solo da Villa San Giovanni), al contrario in tutte le nazioni Europe si fanno grossi sforzi e investimenti per incentivare e favorire la mobilità lenta.
Tante riflessioni, tanti spunti importanti anche per chi amministra. Si dovrebbe pensare a 360° gradi in modo globale, spesso presi dagli egoismi, non puntiamo ad un lavoro di squadra con uno sguardo anche all’estero che porterebbe maggiori benefici alla comunità intera e di strada ce n’è ancora da fare…
