Reggio, decesso al GOM: non si trattò di omicidio colposo. Assolti i 9 medici imputati
"Tutti assolti perchè il fatto non sussiste", la pronuncia del giudice in merito ai fatti risalgono all'estate 2018.
05 Novembre 2025 - 14:15 | di Redazione

Il Tribunale di Reggio Calabria chiude una difficile vicenda giudiziaria inerente la morte di un paziente del Grande Ospedale Metropolitanoa nell’agosto 2018.
Il Tribunale di Reggio Calabria ha assolto, in data odirnera, tutti i medici coinvolti nel procedimento per la morte del paziente D.P. Secondo il giudice monocratico dott.ssa Elsie Clemente, i sanitari sono innocenti “perché il fatto non sussiste”. Entro 90 giorni, come previsto dalla legge, ci sarà il deposito delle motivazioni.
La vicenda giudiziaria: il decesso al GOM e le indagini
La vicenda giudiziaria prende avvio dalla richiesta di rinvio a giudizio del 20 luglio 2021, firmata dal sostituto procuratore Marco Antonio De Pasquale, che contestava ai medici il reato di omicidio colposo.
I medici imputati, oggi assolti
A giudizio erano finiti i sanitari in servizio nei reparti di Chirurgia, Nefrologia e Urologia del GOM:
- Giuseppe Laganà, difeso dall’avv. Natale Polimeni;
- Vincenzo Cedro, difeso dall’avv. Emanuele Genovese;
- Domenico Antonio Nucera, difeso dall’avv. Himmanuel Emilio Rinciari;
- Sebastiano Fabio Cristiano, difeso dall’avv. Attilio Parrelli;
- Umberto Bagnato, difeso dall’avv. Saverio Gatto;
- Nicola Agostini, difeso dall’avv. Leone Fonte;
- Costantino Gesualdo (Urologia), difeso dall’avv. Pietro Modafferi;
- Pietro Finocchiaro (Nefrologia), difeso dall’avv. Pasquale Zoccali;
- Francesco Marino (Nefrologia), difeso dagli avv.ti Demetrio e Maria Teresa Pratticò.
L’accusa contestava ai chirurghi presunte omissioni nelle consulenze specialistiche e nella gestione terapeutica e diagnostica. Ai nefrologi e all’urologo veniva imputato il ritardo nell’indicazione e nell’attivazione del trattamento emodialitico e la mancata modifica delle terapie.
Il processo e la sentenza
Il dibattimento è stato segnato da perizie, controperizie, testimonianze e chiarimenti tecnici. Le difese hanno sostenuto la piena correttezza dell’operato clinico, la complessità del quadro del paziente e l’assenza di colpe professionali.
Il giudice ha accolto questa ricostruzione, escludendo la responsabilità dei medici e pronunciando l’assoluzione. Soddisfazione è stata espressa per il verdetto sia dai sanitari che dai legali.
Una sentenza nel pieno del dibattito sulla responsabilità medica
La pronuncia si inserisce in uno spazio normativo di passaggio e sarà molto utile esaminarne le motivazioni, anche in ragione della riforma legislativa relativa al nuovo scudo penale per i sanitari che ogni giorno sono chiamati ad intervenire sulle più disparate problematiche degli utenti sanitari.
