Divieto di balneazione a Pizzo, Lo Schiavo: 'Il mare sporco non si risolve con gli slogan'

Il consigliere regionale ha fatto sapere che il fenomeno di inquinamento marino da batteri coliformi ha reso necessaria l’emanazione di un’ordinanza di divieto di balneazione

«Sembra di assistere al classico film già visto. Dopo i proclami, le rassicurazioni, i blitz e le ricognizioni via mare, il problema è sempre lì: puntuale come ogni anno e sotto gli occhi di tutti. La campagna social-mediatica contro la mala-depurazione e per il mare pulito, condotta dal presidente Occhiuto, s’infrange davanti alle evidenze che arrivano da Pizzo».

È quanto afferma il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, in relazione al fenomeno di inquinamento marino da batteri coliformi che si è registrato a Pizzo Calabro e che ha reso necessaria l’emanazione di un’ordinanza di divieto di balneazione.

«Proprio lì – prosegue Lo Schiavo -, nella stessa località da dove il governatore avviava lo scorso anno la sua crociata ambientale ispezionando personalmente l’impianto di depurazione e monitorando la costa sui natanti dell’Arpacal. Ed ecco comparire di nuovo chiazze nauseabonde in mare e spuntare nuovi divieti di balneazione in alcuni tratti di spiaggia.

Insomma, siamo alle solite. E ancora una volta, nel momento in cui si dovrebbero offrire le migliori condizioni ambientali del nostro mare, ci si trova terribilmente impreparati e in estrema difficoltà. Qualche sforzo è stato anche fatto, va detto. I buoni propositi non sono certo mancati ma è evidente come le azioni intraprese, a conti fatti, si siano dimostrate del tutto inefficaci. Quanto dovremo ancora aspettare affinché gli impegni e gli slogan si traducano in fatti?

Sarà in grado la Regione Calabria di raggiungere finalmente un livello che assicuri standard accettabili nella qualità delle acque di balneazione lungo i suoi oltre settecento chilometri di coste? Da qui sarebbe indispensabile partire anche per garantire una piena coerenza tra ciò che raccontano le campagne promozionali che la Regione finanzia a suon di milioni e quello che realmente offriamo ai tanti visitatori e turisti che scelgono la nostra terra, ma anche ai nostri conterranei che hanno lo stesso diritto di godere di un mare pulito.

Infine, un’ultima considerazione: con l’uscita di scena dell’assessore regionale all’Ambiente, e con tale delega tornata nelle mani del presidente Occhiuto, c’è poco da stare sereni. Non per mancanza di fiducia nelle sue competenze ma semplicemente perché una tale concentrazione di compiti e di fascicoli aperti sulla sua scrivania rischierebbe di sovraccaricare e mettere in seria difficoltà anche il più infaticabile degli amministratori pubblici».