Sahara Jam di Jova, il racconto del reggino Triglia: aneddoti, curiosità e 'Mal d'Africa' - FOTO

Giacomo Triglia racconta a CityNow il suo ultimo viaggio di lavoro in Africa con Jovanotti. L'esperienza dalle parole del regista reggino

‘E’ nato davvero tutto così, in modo molto veloce, come ho scritto su FB. Un pomeriggio Jova mi chiama e mi chiede se volevo andare in Niger per seguirlo al Festival de l’Air. Dai, andiamo io e te, poi vediamo quello che esce…”.

Il regista reggino Giacomo Triglia, raggiunto telefonicamente, racconta ai microfoni di CityNow come nasce il ‘filmino avventuroso’ ‘Sahara Jam‘, che tanto successo ha già riscosso sulla piattaforma Raiplay. Il documentario sul live di Jovanotti in Niger è disponibile dal 3 gennaio e racconta la settimana in Africa di Lorenzo Cherubini attraverso l’occhio attento e sensibile di Giacomo Triglia.

Sahara Jam, una settimana in Niger…con Jova

Sahara Jam (2)

“Ho accettato subito ovviamente. Non sapevamo bene cosa ci aspettava, era tutto molto spontaneo, come è nel dna di Jova“.

L’evento si è svolto nel cuore del Sahara, in occasione del raduno annuale dei popoli Tuareg e ad invitare Jovanotti è stato il collega e amico Bombino, musicista Tuareg molto conosciuto che quest’estate era stato ospite del Jova Beach Party. Un’occasione unica, di quelle da non farsi sfuggire. Lo stesso Jovanotti ha dichiarato nel documentario ‘non me lo potevo fare chiedere due volte…

Poca roba in valigia e via, verso il cuore dell’Africa.

“Il Niger, seppur un paese oggi democratico, confina con Paesi che vivono situazioni pericolose. Sul sito viaggiaresicuri viene riportato ‘si sconsigliano viaggi a qualsiasi titolo…’ – spiega Triglia – Nonostante la preoccupazione iniziale una volta in Niger abbiamo trovato persone splendide che ci hanno accompagnato e seguito durante l’intero soggiorno grazie anche al sostegno dello staff del presidente. La preoccupazione arrivava più che altro dagli stati confinanti”.

Nel cuore dell’Africa, Triglia: ‘Esperienza pazzesca’

Sahara Jam

Per la prima volta Giacomo Triglia ha catturato le immagini dell’Africa con il suo obiettivo. Il regista reggino non aveva avuto ancora la fortuna di poter visitare paesaggi mozzafiato che solo l’Africa è in grado di regalare.

“Non ero mai stato in Africa ed è stato bello visitare un posto non turistico, passeggiare per le vie di Agadez e dormire nel deserto. Gli unici europei che abbiamo incontrato erano persone che lavorano all’Onu. Ancora sto metabolizzando l’esperienza pazzesca che ho vissuto solo poco tempo fa”.

L’occasione è stata utile anche per conoscere meglio Lorenzo Cherubini con cui aveva già realizzato altri lavori in passato. Ultimo in ordine di tempo il video clip ‘Alla salute‘ realizzato tra Scilla e Gerace.

“Lorenzo è una persona brillante e super in gamba. Abbiamo trascorso molto tempo insieme e parlato tanto di cinema ed è stato bello conoscere alcuni aspetti di Lorenzo per me ancora ignoti”.

‘Sahara Jam’, documentario dal duplice obiettivo

L’ospitata in Africa di Jovanotti ha contribuito anche a dare risalto allo scopo benefico dell’iniziativa, che aveva come obiettivo far partire i lavori per realizzare una scuola di musica e un centro culturale per i giovani locali. Duplice scopo per Jova in Niger dunque.

Da un lato partecipare al Festival de l’Air, dall’altro aiutare i giovani africani che non hanno la possibilità di suonare uno strumento costruendo una scuola di musica. Doppio impegno quindi anche per Giacomo Triglia che con la sua attrezzatura ha dovuto immortalare e raccontare attraverso le immagini, i due momenti salienti del viaggio.

“Per questo lavoro la gavetta da filmmaker indipendente mi è servita – spiega Giacomo Triglia – Sono un nerd consumato e la mia passione ossessiva per le macchine da presa mi ha aiutato anche in questo viaggio. L’obiettivo era raccontare al meglio l’intero percorso avventuroso. Sono state sufficienti una mirrorless, due macchine fotografiche e una gopro (e qualche immagine estrapolata dal cellulare) per immortalare l’intera settimana”.

Partiti il 29 novembre, Jovanotti e Triglia rientrano in Italia il 7 dicembre. La coppia si mette subito al lavoro per la realizzazione del documentario.

“Siamo due persone a cui piace fare le cose, e farle presto. Il giorno dopo il rientro Jova ha registrato in studio cinque pezzi per la colonna sonora e dalla consegna delle tracce ho montato il tutto nei successivi sei giorni. Dopo piccoli accorgimenti il prodotto era già pronto”.

Cos’è il Mal d’Africa, lo spiega Jova

Jovanotti

In quaranta minuti esatti Triglia racconta il viaggio nel cuore dell’Africa tra giri in moto, accordi di chitarra, danze a piedi nudi sulla sabbia del Sahara ed incontri casuali.

“Cos’è il mal d’Africa? Lo scoprirò sicuramente. Ancora è troppo presto per parlare di nostalgia ed è passato davvero poco tempo dal rientro. Ma Jova spiega benissimo nel documentario cos’è e cosa voglia dire”.

Solo un piccolo accenno delle splendide parole di Jovanotti:

“E un’indescrivibile sensazione per molti irrinunciabile….un male antico che colpisce gli occidentali…”.

Le altre brillanti parole di Jova le trovate al termine del ‘filmino avventuroso’.

Buona visione.

QUI IL DOCUMENTARIO ‘SAHARA JAM. UNA SETTIMANA IN NIGER’