Doppio Sogno - 'The Mule', l'ultimo mondo perfetto di Eastwood

Eastwood porta al cinema l'incredibile storia vera di Leo Sharp, un novantenne che divenne un corriere della droga per il cartello messicano

Ancora non è chiaro se ‘The Mule’ sarà l’ultimo film da attore per Clint Eastwood, se sarà anche l’ultimo girato o nessuna delle due cose. Quello che è certo è che ‘The Mule’, ultimo lavoro del quasi novantenne vera e propria leggenda del cinema americano, prova ad essere un riassunto soltanto a tratti malinconico di una carriera che si perpetua da più di mezzo secolo.

Come spesso accaduto, soprattutto nell’ultimo decennio, Eastwood sceglie di girare, produrre (e recitare) un film tratto da una storia vera. Quella di Leo Sharp, veterano di guerra diventato con un incredibile ‘capriola’ prima un appassionato floricoltore e poi un corriere di droga per il cartello messicano. Non è più tempo di duelli western, la doppia contesa vede Eastwood fare i conti con gli errori del passato e la propria vita, giunta alle sue ultime curve.

I ripetuti viaggi attraverso gli stati d’America rappresentano una fuga dal presente, un disperato tentativo di fermare l’inesorabile scorrere del tempo. I vantaggi economici, sempre più consistenti, sono soltanto la cima dell’iceberg e non la chiave che spinge l’arzillo vecchietto a caricare di droga il pick-up seguendo gli ordini di pericolosi trafficanti.

Davanti allo specchio, insoddisfatto, Earl Stone decide di assecondarsi rimanendo fedele ad una esistenza troppe volte svuotata da doveri. I rapporti con la famiglia sono ai minimi termini da circa un decennio, la nipote l’unica àncora rimasta. Senza più nulla da perdere, non rimane che viaggiare verso un destino già segnato. Un destino scelto anche per sfuggire alla paura.

Eastwood esorcizza la paura della morte, o almeno ci prova, guardandola da vicino, attraverso gli occhi della moglie sofferente.  E’ il momento della consapevolezza, l’attimo in cui la coscienza impressiona l’anima. Non è più tempo di trasportarsi da uno stato all’altro, il corriere ha viaggiato abbastanza.

Impossibile non tornare con la memoria al 1993, anno in cui Eastwood dirigeva Kevin Coster in ‘Un mondo perfetto’. Storia diversa ma al contempo simile, che raccontava di una fuga da sè stessi prima ancora che dalla polizia. Storie che raccontano di un finale esistenziale scontato, cui (soltanto per ingannare e illudersi) si prova a sfuggire.

 

 

* ’Doppio Sogno’ è la rubrica cinematografica di Citynow. Le ultime novità in sala ma anche film recenti e del passato. Racconti, recensioni, storie e riflessioni sulla Settima Arte