Presentato dal Rhegium Julii, il romanzo dello scrittore Giovanni Suraci: “Due verità svelate, Città del Sole Edizioni"

La presentazione del libro si è svolta presso l’auditorium Mons. Ferro dell’arcidiocesi Reggio-Bova

Si è svolto presso l’auditorium Mons. Ferro dell’arcidiocesi Reggio-Bova la presentazione del libro “Due Verità svelate”, dello scrittore Giovanni Suraci. Presente un pubblico numeroso, alla presenza dell’autore, l’incontro è stato moderato dalla giornalista Anna Foti, e ha visto la partecipazione del Presidente del Circolo Culturale Rhegium Julii, Pino Bova e dei relatori, del poeta Elio Stellitano e prof.ssa Maria Florinda Minniti.

La serata è stata aperta dalla giornalista Anna Foti che, dopo aver sottolineato l’importanza di dare spazio e voce alla cultura, ha sottolineato l’importanza del lavoro di divulgazione degli autori calabresi. Ha preso poi la parola al presidente del circolo culturale Rhegium Julii Pino Bova il quale, soffermandosi sulle attività svolte dall’Associazione nel 2021, ha messo in risalto l’importanza di della sinergia con il mondo della scuola per rafforzare la cultura identitaria tra le nuove generazioni.  Ha precisato, inoltre, che la cultura, come “seme di civiltà”, ha il dovere morale di incidere profondamente sul territorio per migliorare la nostra società. Il poeta Elio Stellitano nel suo intervento ha fatto il punto sull’opera prima dello scrittore Giovanni Suraci “Era fame di vita”. sottolineando la continuità storica tra il primo libro e l’ultimo lavoro di Suraci. Entrambi i romanzi hanno come cornice un’epoca che ha tracciato il percorso di vita non solo di tanti meridionali, ma anche dell’Italia intera che, in quegli anni si è trasformata da Paese in via di sviluppo a settima potenza mondiale.

La relatrice Florinda Minniti ha esordito rilevando che DUE VERITA’ SVELATE di Giovanni Suraci possiede le caratteristiche del romanzo di formazione perchè descrive la progressiva consapevolezza e maturazione che il giovane protagonista del romanzo alla ricerca di un lavoro dignitoso e adeguato alla propria preparazione umana e culturale. La relatrice ha proseguito evidenziando come la narrazione ha consentito di illuminare la vita interiore del protagonista e il fluire dei suoi sentimenti, delle sue emozioni, dei suoi pensieri.

Florida Minniti ha poi richiamato l’insieme dei personaggi minori, i quali, tratteggiati con autenticità nei loro gesti e discorsi contribuiscono a dipingere ambienti, luoghi e un’epoca, ma anche l’atteggiamento del boss locale e il cinismo della dirigente di una società del Nord che prepara progetti industriali e attività illecite da realizzare al Sud.

Tra i personaggi del libro una speciale attenzione è stata dedicata a Sveva, giovane donna emancipata, che con la sua personalità forte e spontanea affascina il giovane protagonista. Nel romanzo – non ha mancato di chiarire la relatrice – lo scrittore ha delineato le differenze tra il piccolo mondo antico del paese dell’Aspromonte e la grande città, Milano industriale.

La relatrice ha concluso sottolineando come tra le pagine del romanzo circola un afflato lirico nella descrizione di paesaggi e panorami della Calabria, facendo trasparire l’amore dello scrittore Giovanni Suraci per la sua terra.

Dopo gli interessanti interventi del Sindaco di Santo Stefano in Aspromonte Francesco Malara e di Mons.Antonino Denisi, sacerdote ai tempi descritti nel romanzo del paese aspromontano, l’incontro si è concluso con l’intervento di Giovanni Suraci.

Questo mio romanzo dal titolo “Due verità svelate” – ha detto lo scrittore – è un atto d’amore verso la nostra terra e soprattutto vuole essere un messaggio di testimonianza indirizzato alle generazioni future. I nostri figli– ha proseguito lo scrittore – devono poter comprendere le migliori espressioni della Calabria ed è nostro dovere, inoltre, di farli sentire orgogliosi di essere figli della nostra terra.  Il romanzo è la mia storia è la nostra storia! È la storia di chi ha visto le enormi difficoltà del secondo dopoguerra, gli strascichi del devastante post terremoto del 1908, di chi ha toccato con mano la povertà. Di chi ha assistito allo spopolamento delle zone interne che si sono riversate nei paesi o nelle città delle coste, generando quello scontro di interessi, di cultura, di tradizioni che hanno determinato i disequilibri sociali dei quali ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. La Calabria e il Sud hanno, oggi più che mai, la necessità di essere narrati con amore e, soprattutto, con un taglio diverso rispetto a dei luoghi comuni, a degli stereotipi, che fanno moda, ma dai quali, con estremo coraggio, bisogna uscire per generare un orizzonte di speranza ad una popolazione che vuole e deve chiudere con un passato, a dir poco, fallimentare”.