Falcomatà candidato alle Regionali ? Il possibile assist dalla Campania…e l’attesa del 9 aprile

Le sfide politiche per la Calabria: alleanze, ricandidature e dinamiche tra Pd, 5 Stelle e centristi. Il futuro delle regionali si gioca ora...e il sindaco spera

Falcomatà

Elezioni Regionali in Calabria, la macchina è partita. C’è un filo, nemmeno troppo sottile, che lega la Calabria alla Campania. La regione campana infatti è una delle sei che vedrà l’appuntamento con le urne, assieme alle Marche, la Puglia, la Toscana, il Veneto e la Regione speciale Valle d’Aosta.

Il primo dubbio è legato alla data. La scadenza naturale è nel periodo autunnale (dunque ottobre-novembre 2025) ma tutto può ancora accadere. C’è in campo infatti anche l’ipotesi primavera 2026, per un election day con la comunali, opzione che ad esempio ha incontrato il favore del governatore uscente del Veneto Luca Zaia

“Direi che primavera sarebbe migliore semplicemente per un fatto perché si andrebbe a spendere molti milioni di meno, visto che tutti gli altri enti eletti assieme a questa regione, faccio l’esempio del Comune di Venezia, vanno al voto esattamente a maggio 2026.

Penso che fino a tre mesi prima possiamo assolutamente muoversi. Considerate che il termine ultimo nostro, se vediamo la convocazione autunnale, è il 23-25 novembre”, le parole di Zaia all’interno di una situazione ancora fluida.

Tornando a dinamiche più strettamente calabresi (e reggine), Giuseppe Falcomatà con uno scatto in avanti ha dichiarato di essere a disposizione ambire alla possibile candidatura a presidente della Regione Calabria per il centrosinistra. Un segreto per nessuno, considerato che il sindaco sin dal rientro dopo la sospensione in ambito del Processo Miramare, sta lavorando in quell’ottica e avendo in mente quella prospettiva.

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L’appuntamento di pochi giorni fa a Palazzo San Giorgio, in un evento organizzato dal Movimento 5 Stelle sul tema della sanità, rappresenta plasticamente quella che è la situazione attuale. La volontà di aggredire il presidente (e commissario) Occhiuto su uno dei settori più complicati della nostra regione, tema che sarà con ogni probabilità al centro della campagna elettorale.

Allo stesso tempo, la presenza di Falcomatà al fianco degli esponenti 5Stelle è una prova di avvicinamento alla ricerca delle intese verso le prossime regionali. Campo largo la definizione che si usa nel centrosinistra, ‘accurduni’ il termine ironicamente utilizzato invece dall’avv. Massimo Canale nel commentare le dinamiche legate al centrodestra reggino.

Come già scritto su queste pagine nel novembre 2024, le velleità di Falcomatà avrebbero dovuto fare i conti (oltre che con le intenzioni del Pd) anche con i pensieri del Movimento 5 Stelle, interessato a mettere il timbro sul candidato presidente in Calabria. Un assist involontario potrebbe arrivare dalla Campania, una delle regioni prossime al voto.

Particolarmente ingarbugliata la situazione, con il presidente uscente Vincenzo De Luca che non vuole saperne di farsi da parte. Ha già annunciato a più riprese la volontà di ricandidarsi per il terzo mandato, di pensiero decisamente diverso invece la segretaria dem Elly Schlein, che ha evidenziato in diverse circostanze che il Pd vuole guardare al futuro, superando l’era De Luca.

La data chiave che sposterà il destino di De Luca (e Zaia, alla pari intenzionato a correre in Veneto superando il limite dei due mandati) è quella del 9 aprile. Se i giudici della Corte Costituzionale infatti riterranno fondate le argomentazioni del governo, che sostiene l’impossibilità per una Regione di disconoscere la legge nazionale che limita a due i mandati dei presidenti, per i due aspiranti alla riconferma si chiuderà definitivamente la porta a ogni velleità e i partiti potranno incominciare a scegliere chi fare gareggiare per le non facili successioni.

Se invece la Consulta riconoscerà l’autonomia regionale su questa materia e dichiarerà legittimo che un consiglio regionale si regoli come meglio ritiene opportuno, De Luca e Zaia potranno tornare in campo, ‘inguaiando’ i pensieri diversi delle rispettive coalizioni.

Uno stop a De Luca in Campania spalancherebbe le porte per l’intesa del campo largo, con l’ex presidente della Camera Roberto Fico già blindato da un accordo tra i leader di partito Schlein e Conte. A quel punto, secondo indiscrezioni, i 5 Stelle mollerebbero la presa sulla Regione Calabria, concedendo spazi e possibile titolarità del candidato al Partito Democratico, per la felicità di Falcomatà, che a quel punto vedrebbe le proprie chance aumentare e ostacolate soltanto dalle decisioni interne dei dem.

Nel puzzle delle varie regionali e (come sempre) gli accordi di coalizione con la spartizione dei territori, se la Campania può giocare un ruolo a favore del sindaco di Reggio Calabria, lo stesso non può dirsi della Puglia, altra regione attesa al voto.

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La candidatura che al momento viene data per favorita nel centrosinistra è quella dell’europarlamentare ed ex sindaco di Bari Decaro. “Non c’è dubbio che il nome di Antonio Decaro sia il più forte possibile che il PD può mettere in campo”, ha affermato di recente il presidente dei senatori del PD Francesco Boccia.

Si tratta, senza dubbio, dell’esponente dem più vicino al sindaco Falcomatà con i due legati da uno strettissimo rapporto. Una candidatura di Decaro in Puglia, quindi con il timbro Pd, potrebbe paradossalmente sfavorire la corsa del sindaco di Reggio Calabria in Calabria, nel quadro degli accordi generali del centrosinistra e degli spazi da dividere tra Pd e 5 Stelle per non urtare le reciproche suscettibilità.

Rumors interni ai dem però, assicurano che le percentuali decisamente superiori del Pd rispetto al Movimento 5 Stelle (22,4% contro il 12% secondo gli ultimi sondaggi) garantiranno in caso di tripla doppia intesa nelle regioni del Sud, ovvero Campania, Puglia e Calabria, una doppia candidatura a timbro Pd.

Da non dimenticare infine che i dem sono attesi dalla stagione di rinnovo congressuale, bivio verso la nuova fase del Pd. Nei giorni scorsi, il segretario regionale Nicola Irto ha approvato all’unanimità il regolamento della fase congressuale nel quale sono contenute anche le date dei congressi.

Il congresso regionale, che dovrà eleggere il segretario e l’assemblea, è stato fissato per i giorni 16-17-18 maggio, mentre i congressi provinciali e quelli di circolo si terranno il 20-21-22 giugno dopo gli eventuali ballottaggi delle Amministrative.

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